Come si
muove la vita spirituale nel bambino?
Primo, il bambino riceve il
battesimo. Poi conosce i sacramenti e le preghiere. Poi si crea la sua
responsabilità verso i 2-3 anni perché a questa età comincia a nascere
l'intelligenza. In questo tempo il bambino coglie il senso della sofferenza.
Una
delle prime porte di uscita della sofferenza è di capire che cosa lo può
portare a fare la sofferenza, lo porta alla collera. Di fronte all'ingiustizia
Dio grida. Ma mai accanto alla collera abbiamo la rivolta e ci rivoltiamo
contro il responsabile.
DUBBIO
----> FEDE
SOFFERENZA
----> COLLERA (zelo)(accusa)
La collera non è aggressività. La
collera è la combattività. Se lasciamo libera la collera non ci impediremo di
essere liberi di operare con Dio. La collera mi fa essere ciò che sono.
L'essere mi porta verso il desiderio di Dio. Il desiderio di Dio mi porta alla
speranza. Colui che spera ama e quindi porta alla carità. Dobbiamo solo
lasciare che Dio rimetta in movimento l'uomo spirituale che già c'era. La carità
ci dà l'offerta.
Amare significa offrire. L'antidoto
più grosso contro l'aggressività è l'offerta. L'offerta ci porta l'angoscia
perché offrire significa morire a ma stesso. Rinuncio al risarcimento cioè
offro senza avere in cambio niente. L'offerta è angosciante. Contro
l'indurimento c'è la vulnerabilità. E' il tempo dell'io della identità.
Sentimento di colpa, (sono amato
perché sono una meraviglia) compassione, conoscenza di colpa ( so che ho fatto
il male). Nella coscienza di colpa Dio vive la misericordia. Non si può entrare
nella confessione se prima non ci sentiamo amati. Dio prima ci dice che ci ama
e poi ci mostra il nostro peccato. Si scopre la gioia nel pentimento. La gioia
mi porta la pienezza. Sono libero perché dipendo da colui che è libero per
eccellenza: Dio.
La dipendenza liberante mi mette in
comunione con gli altri. Noi amiamo stare con quelli che la pensano come noi ma
ciò è sbagliato perché questo è il desiderio di essere tutti uguali ma il
giusto è la diversità. Entro così nell'infanzia spirituale. Dio non ci guarisce
dalle ferite ma dalle reazioni alle ferite perché le ferite non scompaiono
perché sono l'espressione dell'amore. Al dubbio si risponde con la fede, alla
sofferenza si risponde con la collera.
NON
CORRISPONDENZA ALLA CHIAMATA
Come avviene
che noi soffriamo?
Noi siamo a immagine di Dio.
L'immagine di Dio è stampata in noi. L'immagine è chiamata a crescere verso la
somiglianza. In questo cammino c'è una causa esterna: il male colpisce l'uomo
secondariamente. Inizialmente il male non è interno all'uomo. Quando io ho
fatto la scelta allora accolgo in me il male che viene dall'esterno. Allora
nasce la ferita che genera dolore, al dolore si risponde con la sofferenza.
Questo dolore è limitato nel tempo
perché dopo un pò passa ma la sofferenza non passa. Noi abbiamo la capacità di
prendere coscienza di quello che ci è successo. La sofferenza è il vissuto
cosciente dell'avvenimento vissuto.
FONTE :
Titolo : Corso di guarigione; Autore: Laura Casali.
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