mercoledì 18 marzo 2015

LA FAMIGLIA COME VALORE DA DIFENDERE



Care amiche, cari amici.

            È trascorso più di un mese dal Convegno “Difendere la famiglia per difendere la comunità” che si è svolto a Milano il 17 gennaio scorso, organizzato dalla Regione Lombardia. L'eco enorme non si è ancora spenta e ancora oggi molte persone lo ricordano con entusiasmo e ci ringraziano per quell'evento che ha contribuito ad informare migliaia di persone e, tramite queste ultime, moltissime altre. 

             Questo del resto era lo scopo: informare sulla portata della posta in gioco con l'eventuale approvazione della legge sulle unioni civili, che in realtà sono un “similmatrimonio” che vuole equiparare il matrimonio fra uomo e donna a quello omosessuale.

            Le migliaia di persone intervenute con tanto entusiasmo hanno capito che i nemici della famiglia sono disposti a tutto pur di mettere quest'ultima sullo stesso piano delle convivenze omosessuali. Sono disposti a mentire cercando di trasformare un convegno sulla famiglia in un altro omofobo, come hanno cercato di fare a partire dal 3 gennaio mettendo in campo tutta la forza di pressione della grande stampa (Repubblica e Corriere della sera) e delle principali televisioni.

Come organizzare la propaganda per la famiglia

            Difficilmente noi possiamo competere con questi grandi giornali. Possiamo soltanto andare a cercare le nicchie più o meno grandi di opinione pubblica che, felicemente, non leggono questi giornali e ascoltano senza condividere le principali televisioni. È un lavoro lungo e difficile, ma entusiasmante.

            Così, subito dopo il Convegno è ripresa la propaganda ordinaria a favore della famiglia con numerose conferenze e con presentazioni del romanzo di Susanna Manzin sulla fecondazione eterologa (Il destino del fuco, D'Ettoris editore, 2014). Più le persone vengono a conoscenza del problema, più si mobilitano preoccupate, anche perché cominciano a rendersi conto del fatto che la propaganda gay investe tutti e in profondità, in particolare i bambini e i giovani che vanno a scuola. Incontri di questo tipo sono stati tenuti a Lodi, Modena e San Donato Milanese nei giorni immediatamente successivi al Convegno.

Cento città per la famiglia

            Intanto dalla Regione Lombardia sta partendo l'ambizioso progetto di portare in cento città il convegno “Difendere la famiglia per difendere la comunità”: la prima uscita sarà a Monza venerdì 20 marzo alle ore 21. 

            È ovvio, ma è meglio ripetere, che questi convegni si rivolgono a un pubblico prevalentemente attento agli aspetti politici della difesa della famiglia, mentre le conferenze hanno un tratto più culturale, che tocca gli aspetti più profondi dell'uomo, essenzialmente il suo cuore, dove vengono prese le decisioni più importanti. Ma se vogliamo cercare di sfidare la campagna per il matrimonio omosessuale in corso dobbiamo andare a cercare tutti gli ambiti possibili, sia il pubblico più politicizzato di un partito, sia quello più culturale di una parrocchia o di un centro culturale. In ognuna di queste occasioni dobbiamo saper adeguare gli interventi al tipo di pubblico, presentare e suggerire i libri più adatti, costruire una rete di collaborazione che operi sul territorio. Da questo punto di vista Si alla famiglia e Si jus sono strumenti importanti che servono per unire diverse realtà associative (il primo) oppure le persone che operano nel campo giuridico (il secondo).

            I prossimi mesi saranno importanti. Le unioni civili arriveranno in Parlamento. La propaganda gender cercherà di penetrare ulteriormente nelle scuole. I giudici faranno la loro parte.

            Noi cercheremo di fare il possibile. Il governo di Renzi non vuole soltanto vincere ma pretende anche di convincere per cui ogni forma di protesta contro i suoi provvedimenti procura fastidi perché toglie consensi. Il suo progetto è il “Partito della Nazione”, dentro il quale ci devono stare tutti, cattolici e non, moderati e progressisti, statalisti e liberisti. È il partito che meglio esprime la "dittatura del relativismo" denunciata dal card. Ratzinger come la caratteristica del nostro tempo. Un partito relativista che ospita qualsiasi posizione culturale tranne quella di chi afferma che ci sono princìpi fondamentali per il bene comune e contemporaneamente un partito decisionista, autoritario, tendenzialmente dittatoriale.

 Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica

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