Ecco la terza parte della lettera "Le domande di fondo"
Dal Quaderno di Lavoro "Amati e Chiamati. <<Renditi umile, forte e robusto>>", del Movimento Salesiano.
E' inutile che ci giriamo intorno: il primo e più importante insegnamento che la pandemia ci ha fatto riscoprire è che siamo fragili. Anche nel tempo della scienza e della tecnica siamo assai vulnerabili. L'idea di un uomo libero, padrone di sé, attore unico della propria vita, autonomo e autoreferenziale si è sgretolata in questi ultimi due anni. Non siamo inattaccabili, né onnipotenti, né invulnerabili, né immortali.
La
fede - sostenuta e confermata in questo da una retta ragione - da sempre
afferma con realismo che siamo creature piccole e limitate, deboli ed esposte,
perfino misere, destinate a perire. E' la lezione della finitezza umana, tanto
universale quanto dimenticata. Riconciliarci con la nostra reale umanità
potrebbe effettivamente essere il primo frutto buono di questa terribile
pandemia.