Vi proponiamo un
aneddoto di Padre Marko Ivan Rupnik recuperato su un foglietto di una
parrocchia e vi regaliamo una domanda alla quale dare una vostra risposta
personale: Chi guarda il Gesù della “vostra” vita?
Tobia
Un giorno stavo
parlando con uno studente nel mio studio, e sul cavalletto avevo appena finito
di dipingere un volto di Cristo di grandi dimensioni. Era il periodo in cui mi
avvicinavo ad una interpretazione bizantina della figura di Cristo, quindi si
trattava di un volto luminoso sofferto, ma maestoso, con due grandi occhi di
compassione. Noi due eravamo seduti, ciascuno ad un lato del cavalletto. Ho
chiesto allo studente: “Secondo te, chi
guarda Cristo?” “Guarda me” Poi
gli ho detto di alzarsi, di continuare a guardare Cristo e, passo per passo,
lentamente, venire dalla mia parte. Gli ho di nuovo chiesto: “Adesso sei da solo, hai la testa piena di
pensieri cattivi, violenti. E Cristo?” “Mi
guarda” risponde. Al passo successivo gli dico: “Sei con i tuoi amici, ubriaco, di sabato sera. E Cristo?” “Mi guarda” risponde ancora. Ancora un
altro passo e gli chiedo: “Ora sei con la tua fidanzata, e vivi la
sessualità nel modo in cui mi hai parlato, che ti turba la memoria. E Cristo?”
“Mi guarda con la stessa benevolenza”.
Quando stava già per arrivare dalla mia parte, dico: “E ora sei in chiesa, a messa, e leggi le letture. E Cristo?” “Mi guarda con grande compassione.”
“Ecco”, gli dico, “quando sentirai addosso in tutte le circostanze della tua vita questo
sguardo compassionevole e misericordioso di Cristo, sarai una persona veramente
spirituale, sarai di nuovo completamente integro, vicino a ciò che possiamo
chiamare pace interiore, serenità nell’anima, felicità di vita. Quando
scoprirai nel suo sguardo misericordioso e sentirai che l’Amore ti avvolge come
un balsamo, cambieranno tutte le tue situazioni che abbiamo menzionato adesso.
L’uomo cambia a causa dell’amore che gli inonda il cuore. Egli pecca infatti
per la mancanza di amore, o meglio, per la non accettazione dell’amore che lo
attende nel cuore.”
Padre Marko Ivan
Rupnik (Gesuita e artista)
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