Forza famiglia,
nonostante la classe politica!
Care amiche,
cari amici
Se ci fosse bisogno di una ulteriore
conferma dell'inaffidabilità delle forze politiche che si trovano in
Parlamento, questa è venuta dal voto del Senato, di mercoledì 18 marzo, che ha
approvato un disegno di legge che introduce anche il "divorzio breve"
dopo il "divorzio facile", che era già stato introdotto dal governo
Renzi in ottobre, eliminando la necessità che la richiesta di divorzio passasse
attraverso il Presidente del Tribunale, di fatto riducendo la procedura del
divorzio a un contratto privato.
Adesso il divorzio sarà anche
"breve" oltre che "facile". Infatti, basteranno soltanto
dodici mesi o sei se la separazione è consensuale. Una ulteriore novità prevedeva
il "divorzio immediato" con l'eliminazione di qualsiasi periodo di
separazione nel caso non ci fossero figli minorenni e il consenso degli sposi,
ma questa norma è stata stralciata anche per la pressione dell'associazionismo
pro-famiglia, con due lettere inviate a poche ore di distanza ai senatori da
parte dei Comitati Si alla famiglia (vedi comunitambrosiana.org).
Ma non c'è da stare allegri, anzi! Il
divorzio ora è più facile e breve, anche se non ancora immediato come
vorrebbero certe forze della sinistra, e la famiglia è diventata qualcosa
di ulteriormente privato, che può sciogliersi come un qualsiasi contratto,
cessando di essere la cellula fondamentale della società, cioè il fondamento su
cui appoggia il bene comune di una nazione.
Ebbene questo provvedimento, che
dovrà ancora ritornare alla Camera prima di diventare legge dello Stato, è
stato votato da 228 senatori con soli 11 voti contrari e 11 astenuti. Tutti i
partiti presenti in Senato lo hanno sostenuto, sia della maggioranza sia della
opposizione. Come dire che la sera litigano in Tv ma poi votano insieme e quei
pochissimi parlamentari che sono contrari devono esprimersi in Senato contro il
voto espresso dal loro partito di appartenenza.
Questa è la realtà e non ci stupisce
più di tanto, avendola prevista da tempo. Stupisce un po', questo è vero,
l'insipienza anche politica di forze politiche di opposizione, come la Lega, e
di governo, come il Nuovo centro destra, che dovrebbero avere interesse a
cercare di rappresentare quell'elettorato contrario a ridurre matrimonio e
famiglia nell'ambito del privato. Avranno fatto altre valutazioni. Saranno
state conquistate anche loro dalla "dittatura del relativismo"
oppure, più semplicemente e più probabilmente, non avranno capito che cosa
stava accadendo in Senato. In ogni caso dimostrando un alto tasso di
inaffidabilità.
Ci dispiace, ma dalla realtà dobbiamo
partire e della realtà dobbiamo tenere conto. Questo significa tenere conto che
l'ambito dove intensificare e manifestare l'opposizione a queste leggi rimane
la piazza, nel senso più esteso del termine. Significa organizzare sempre più e
dovunque sia possibile incontri, conferenze, corsi, veglie, anche nelle case
private, invitando gli amici, in cui informare i partecipanti di quello che
succede e invitarli a ripetere ovunque possibile questo genere di propaganda.
Significa farlo seriamente, senza alzare inutilmente i toni, senza stracciarsi
le vesti perché i politici fanno cattive leggi, i vescovi tacciono e i giornali
sono tutti dall'altra parte. Lo sappiamo, ne teniamo conto, ma smettiamola di
lamentarci e facciamo qualcosa nelle nostre possibilità. Smettiamo di
polemizzare con l'amico accanto, che conduce la nostra stessa battaglia magari
in modo diverso da noi, e cerchiamo invece di costruire delle reti, dei
collegamenti fra le tante persone che non si sono arrese. Consapevoli di essere
una minoranza, certamente, ma certi anche che il matrimonio e la famiglia
stanno ancora nel cuore di milioni di persone.
P.S.
Se siete lettori della carta
stampata non pensiate di trovare molti articoli sui giornali che trattino
quanto accaduto. Dovreste frugare fra le pagine molto interne dei quotidiani,
forse con la sola eccezione de La Croce, che ha pubblicato l'editoriale
di Giancarlo Cerrelli. E credo che lo stesso valga per i giornali online,
con la sola eccezione dell'articolo di Alfredo Mantovano sulla Nuova Bussola
Quotidiana.
FONTE: Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica
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