bacheca

Qui potrai lasciare un tuo pensiero.....un segno del tuo passaggio....o chiedere una preghiera, così la faremo tutti insieme!

11 commenti:

  1. Per il rito ambrosiano è già tempo di Avvento...spero tanto che questo Natale sia meno consumistico di quello degli ultimi anni...

    Alex

    RispondiElimina
  2. Io credo che "consumistico" lo è se noi vogliamo che così appaia....è vero che ad esempio soprattutto in Tv, parlando dell'avvicinarsi del Natale, vengono esclusivamente mostrate vetrine e persone che escono dai negozi con borse piene...ma cosa significa veramente "Natale" se non nascita? l'atmosfera di amore che nasce nei cuori della gente non verrà mai meno...e se i cuori davvero si riempiono, non ne rimarrà solo una semplice "atmosfera". Insomma dipende soprattutto da noi: sentiamo più il rumore dei portafogli che si svuotano o il battito del cuore? La risposta è molto semplice, basta fermarsi un solo secondo, fare silenzio e provare ad ascoltare...

    RispondiElimina
  3. Primo grano del Rosario dell’amore perduto
    di Francesco Bova


    “O Dio, vieni a salvarmi”.
    “Signore, vieni presto in mio aiuto”.



    Faustina, dolce sorella mia, scava nella mia anima, usa il piccone per fare spazio tra i miei peccati e costruisci una dimora, una piccola cella ove tu possa pregare.
    Questa notte siediti sul bordo del mio letto, cara sorella, visitami come un dottore visita un malato.
    Desidero rivedere il tuo volto, gli occhi tuoi siano luce per i miei occhi, brace che illumini il mio cammino e calore per il mio cuore freddo.
    Dolce sorella mia, donami un frutto per le mie labbra screpolate, un piccolo acino d’uva per lenire l’arsura affinché io possa degnamente pregare nostra Madre e il suo Santissimo Figlio.
    Dolce sorella mia, questa notte prega con me.
    I miei sogni e la mia vita interiore siano allietati dalla tua graziosa voce.
    Io ripeterò ogni tua parola. Prega l’Uomo della Croce di consacrarmi con il suo affetto.

    RispondiElimina
  4. Grazie amico carissimo per avere condiviso con noi questa tua preghiera così intima e così autentica. Nella nostra vita e nel nostro cammi no spirituale i Santi non solo ci sono di grande aiuto e di grande sostegno, ma divengono per noi fratelli o sorelle intimamente vicini e presenti.

    Grazie di cuore.

    RispondiElimina
  5. Secondo grano del Rosario dell’amore perduto
    di Francesco Bova


    Marthe, Edith, Faustina vi prego di accompagnarmi in questo viaggio. Care sorelle io non ho la fede, per ora ho solo la tensione alla fede. Vi prego, vi chiedo di volgere lo sguardo su di me affinchè io non m'incammini con la superbia sul sentiero che porta al precipizio della sventura.
    I vostri cuori e i vostri occhi, care sorelle mie, siano la luce che illumina i miei passi e poi dolcemente io sprofonderò nell'amore della Croce. Tendetemi le mani, afferrate le mie dita quando inciamperò sui sassi dell'orgoglio e della vanità o quando pavido rinuncerò a lottare. Care sorelle mie purificate il timbro della mia voce e, maestre di fede, correggete ogni mia parola dalla doppiezza dei miei pensieri. Vi chiedo in dono un frammnento dei vostri cuori, un solo battito per riaccendere il cuore che Dio mi ha donato.
    Salera 8 agosto 2008

    RispondiElimina
  6. “Per riaccendere il cuore che Dio mi ha donato.” Mi piace molto questa frase che a mio avviso descrive bene ciò che accade nel cuore di chi inizia un cammino di conversione. Credo che la prima tappa di tale cammino sia infatti il risveglio…è come se l’anima si ridestasse da un torpore se non addirittura da un sonno che le impediva di scorgere Colui che è Luce, Pace, Amore, Gioia,…la Vita stessa.

    Grazie Francesco carissimo.
    Forza e coraggio con la grazia di Dio.

    RispondiElimina
  7. Cari amici, non vorrei tediarvi con i miei post nè abusare del vostro spazio, ditemelo per favore.Quella che segue è la pagina finale di un mio romanzo QUANDO CHIARA HA PERDUTO LA LUCE, che tratta del tema della conversione.


    Cronovisore

    Anno 30 dopo la nascita di Cristo
    Piscina di Sìloe, Gerusalemme.

    Fuori dalla Città Vecchia, sulle pendici del monte Ophel si vede la piscina di Sìloe, alimentata dalle acque della sorgente di Gihon. La piccola piscina è interamente scavata nella roccia bianca.
    Nelle prime ore del sabato un giovane uomo, con i vestiti laceri e con l’aspetto di un mendicante, a tentoni si avvicina alla piscina, aiutato da un lungo bastone. Supera con molta fatica i gradini formati da grandi lastre di pietra. E’ cieco ed i suoi occhi sono ricoperti da un velo di fango secco. Alcuni uomini nudi, intenti in un bagno rituale lo osservano stupiti. Il cieco, dopo aver superato l’ultimo gradino, getta via il bastone, s’inginocchia e poi strisciando si avvicina al bordo della piscina. Qualcuno ride, altri sono indispettiti per quello che ritengono un affronto. Il cieco immerge entrambe le mani nelle acque fresche e si bagna gli occhi. Li lava dal fango essiccato. Passa due, tre volte le dita sulle palpebre e sugli zigomi. Sul viso del cieco colano due lacrime di fango.
    “Ci vedo, ci vedo!”, urla.
    “Quello straniero, quel sant’uomo ha donato a me, cieco dalla nascita, la vista”.

    RispondiElimina
  8. Carissimo amico non devi preoccuparti di tediare o di abusare di questo spazio. Quest'ultimo infatti è stato pensato e realizzato proprio per condividere con chi lo desideri pensieri, riflessioni, opinioni ed altro.
    In questo spazio c'è posto per tutti.
    Grazie di condividere con noi queste bellissime pagine...
    Scrivici ancora, quando vuoi.

    RispondiElimina
  9. Chi disprezza la sapienza e la disciplina è infelice (Sap 3,11)

    Quindi chi ama la Sapienza (Spirito Santo) e il suo insegnamento interiore è felice.

    Buon anno nuovo.

    Daniele

    RispondiElimina
  10. Per motivi di ministero ho dovuto stare assente dal blog, ma voi lo avete arricchito molto bene.
    La Pasqua è vicina. Andiamole incontro.
    Gedeone

    RispondiElimina
  11. GRAZIE,MAMMA ! O MAMMA CELESTE, perdonaci di averti servito troppo spesso
    il cibo, stomachevole e poco digeribile, dei nostri peccati
    e quello insipido della nostra mediocrità:
    vogliamo, d’ora innanzi, donarti il nostro cuore, scrigno d’amore
    non più tappezzato di egoismo e d’ipocrisia, sostenuto dalla speranza
    perseverante che superi tutto, per farci trovare
    sempre uniti con tuo figlio.
    O MAMMA DOLCISSIMA, icona del Paradiso,
    senza di te non possiamo vivere,
    senza di te i giorni non passano mai,
    senza di te l’orologio della vita scandisce ore di tenebre;
    vorremmo che tu diventassi la pisside del nostro cuore
    e il turibolo delle nostre anime.
    O MAMMA CARISSIMA, insegnaci a parlare e aiutaci ad ascoltare,
    con il cuore, e, nell’aiuola della nostra anima,
    vedremo spuntare tanti bei fiori profumati
    che produrranno frutti celesti.
    (Alvaro)

    RispondiElimina

Post più popolari