Tutti a Roma (con un bel libro sulla famiglia)
Care
amiche, cari amici
Spero che tutti si stiano preparando
per andare a Roma il 20 giugno in Piazza San Giovanni. Quella di sabato
prossimo è una manifestazione importante, di quelle che possono incidere nella
storia di un Paese. Ci sono tanti motivi per andarci e comunque per pregare e
auspicare un suo successo.
Il primo motivo è quello più
immediato, il ddl Cirinnà, in discussione in queste stesse ore in Senato, e che
il Pd vorrebbe fare diventare legge entro settembre. Anche se non è l'unico
obiettivo della manifestazione, se quest'ultima riuscisse a portare in piazza
tante persone apparirebbe chiaro a tutti che esiste una mobilitazione popolare
ostile a un disegno di legge che equipara il matrimonio gay a quello fra un
uomo e una donna e apre la strada all'adozione dei bambini da parte di coppie
omosessuali.
Il secondo motivo riguarda il lungo
periodo, per cui i promotori hanno fatto bene a ricordare che la manifestazione
è voluta anche per difendere i nostri figli dalla diffusione dell'ideologia
gender. Infatti, il ddl Cirinnà potrà anche passare, ma la battaglia contro
questa ideologia che mira a decostruire la famiglia e la persona dovrà comunque
continuare. Non è difficile vedere come le due cose sono legate: c'è una
urgenza, dettata da un disegno di legge pericoloso e sbagliato, ma c'è anche
una prospettiva di lungo periodo, che non dobbiamo dimenticare mai. Uno dei più
importanti studiosi della famiglia, il professor Pierpaolo Donati, lo ha scritto
in un suo libro: "una società è fatta così come è fatta la famiglia: se la
famiglia si spezza, anche la società si spezza; se la famiglia diventa liquida,
anche la società diventa liquida" (La famiglia. il genoma che fa vivere la
società, Rubbettino 2013, p. 9). Se vogliamo difendere l'una e l'altra, la
famiglia e la società, dobbiamo operare sui due livelli, quello immediato,
prevalentemente politico, e quello a lungo termine, di tipo culturale.
"Difendere la famiglia per difendere la società" era il titolo
azzeccato del convegno organizzato da Regione Lombardia il 17 gennaio scorso, e
che viene spesso riproposto: esso esprime la preoccupazione di quelle
istituzioni (non molte purtroppo) che si rendono conto che senza la famiglia la
società muore, come ben spiega Donati nel suo libro.
Il terzo motivo riguarda le modalità
con cui si è giunti al 20 giugno. Per la prima volta, nel mondo cattolico,
l'iniziativa nasce dal laicato, secondo la recente espressione di Papa
Francesco che appunto invitava, il 18 maggio scorso, il laicato a prendere
l'iniziativa negli ambiti di sua competenza, senza dover dipendere dal
vescovo-pilota. Potrebbe essere un precedente importante per favorire
l'autonomia operativa del laicato, che non ha, o almeno non dovrebbe avere, tante
delle preoccupazioni, peraltro comprensibili, che invece hanno vescovi e preti
nei confronti dello Stato e dei governi.
Sono solo alcuni dei motivi che
spingono a esserci, sabato prossimo, in quella grande piazza romana. Ci saranno
anzitutto tante famiglie, che devono essere le vere protagoniste. Ma anche
molti movimenti e associazioni saranno pubblicamente presenti, non come
organizzatori ma come chi ha aderito entusiasticamente a questo invito e chiede
a tutti i suoi amici di esserci. Così sarà anche per Alleanza Cattolica,
che si renderà visibile con le sue bandiere, accanto ai tanti che riempiranno
piazza San Giovanni.
Fonte: Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica
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