sabato 13 giugno 2015

PERCHE' SIGNORE?

Spesso ci sono domande che non trovano risposte. Spesso tutto è un mistero. Spesso per queste domande apparentemente senza risposta occorre rispondere…. con il silenzio!

Papa Francesco già qualche mese fa si era rivolto ai bambini che soffrono cercando di spiegare tale loro situazione “con il silenzio” o con il “rumore delle lacrime”.
«Perché soffrono i bambini?» domanda il Santo Padre. Il tema della sofferenza è, secondo me, uno dei temi principali a causa dei quali molti credenti passano dall’essere credenti e in qualche maniera “praticanti”, all’essere poco credenti e per nulla “praticanti”. Sì, perché la sofferenza è già di per sé di difficile comprensione, se poi chi la subisce è un innocente, un bambino, tutto passa dalla difficile comprensione all’impossibile comprensione. Mistero! Così possiamo rispondere. Ricordo le parole di San Pio da Pietrelcina quando diceva: “Io sono un mistero persino per me stesso”, perché nemmeno lui riusciva a capire che cosa fosse in grado di fare un uomo così misero…. se abbandonato nelle braccia di Dio. Qualsiasi cosa in presenza di Dio diviene un mistero. Alla domanda: “Ma perché Signore? vorremmo rispondere con un’altra domanda: “Ma davvero ci sei Signore?”

Leggiamo con attenzione del parole del Santo Padre e non preoccupiamoci se ogni tanto ritorniamo bambini e domandiamo per ricevere qualche carezza particolare di Dio. 
Tobia
 «E’ la domanda che tante volte io mi faccio, e tanti di voi, tanta gente si fa: “Perché soffrono i bambini?”. E non ci sono spiegazioni. Anche questo è un mistero. Soltanto guardo Dio e domando: “Ma perché?”. E guardando la Croce: “Perché Tuo figlio è lì? Perché?”. E’ il mistero della Croce.
Tante volte io penso alla Madonna, quando le hanno dato il corpo morto di suo Figlio, tutto ferito, sputato, insanguinato, sporco. E cosa ha fatto la Madonna? “Portatelo via?”. No, lo ha abbracciato, lo ha accarezzato. Anche la Madonna non capiva. Perché lei, in quel momento, ha ricordato quello che l’Angelo le aveva detto: “Egli sarà Re, sarà grande, sarà profeta…”; e dentro di sé, sicuramente, con quel corpo così ferito tra le braccia, con tanta sofferenza prima di morire, dentro di sé sicuramente avrebbe avuto voglia di dire all’Angelo: “Bugiardo! Io sono stata ingannata”. Anche lei non aveva risposte.
Quando i bambini crescono, arrivano a una certa età in cui non capiscono bene com’è il mondo, verso i due anni, più o meno. E cominciano a fare domande: “Papà, perché? Mamma, perché? Perché?”. E quando il papà o la mamma comincia a spiegare, non sentono. Hanno un altro “perché?”. “E perché quello?”. E loro non vogliono sentire la spiegazione. Soltanto, con questo “perché?”, attirano su di loro lo sguardo del papà e della mamma. Noi possiamo chiedere al Signore: “Ma Signore, perché? Perché i bambini soffrono? Perché questo bambino?”. Il Signore non ci dirà parole, ma sentiremo il Suo sguardo su di noi e questo ci darà forza. Non abbiate paura di chiedere, anche di sfidare il Signore. “Perché?”. Forse non arriverà alcuna spiegazione, ma il Suo sguardo di Padre ti darà la forza per andare avanti



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