Spesso ci sono domande che non trovano risposte.
Spesso tutto è un mistero. Spesso per queste domande apparentemente senza
risposta occorre rispondere…. con il silenzio!
Papa Francesco già qualche mese fa si era rivolto ai
bambini che soffrono cercando di spiegare tale loro situazione “con il silenzio”
o con il “rumore delle lacrime”.
«Perché soffrono
i bambini?» domanda il Santo Padre. Il
tema della sofferenza è, secondo me, uno dei temi principali a causa dei quali
molti credenti passano dall’essere credenti e in qualche maniera “praticanti”,
all’essere poco credenti e per nulla “praticanti”. Sì, perché la sofferenza è
già di per sé di difficile comprensione, se poi chi la subisce è un innocente,
un bambino, tutto passa dalla difficile comprensione all’impossibile
comprensione. Mistero! Così possiamo rispondere. Ricordo le parole di San Pio
da Pietrelcina quando diceva: “Io sono un
mistero persino per me stesso”, perché nemmeno lui riusciva a capire che
cosa fosse in grado di fare un uomo così misero…. se abbandonato nelle braccia
di Dio. Qualsiasi cosa in presenza di Dio diviene un mistero. Alla domanda: “Ma perché Signore?” vorremmo
rispondere con un’altra domanda: “Ma
davvero ci sei Signore?”
Leggiamo con attenzione del parole del Santo Padre e
non preoccupiamoci se ogni tanto ritorniamo bambini e domandiamo per ricevere
qualche carezza particolare di Dio.
Tobia
«E’ la domanda
che tante volte io mi faccio, e tanti di voi, tanta gente si fa: “Perché
soffrono i bambini?”. E non ci sono spiegazioni. Anche questo è un mistero.
Soltanto guardo Dio e domando: “Ma perché?”. E guardando la Croce: “Perché Tuo
figlio è lì? Perché?”. E’ il mistero della Croce.
Tante volte io penso alla
Madonna, quando le hanno dato il corpo morto di suo Figlio, tutto ferito,
sputato, insanguinato, sporco. E cosa ha fatto la Madonna? “Portatelo via?”.
No, lo ha abbracciato, lo ha accarezzato. Anche la Madonna non capiva. Perché
lei, in quel momento, ha ricordato quello che l’Angelo le aveva detto: “Egli
sarà Re, sarà grande, sarà profeta…”; e dentro di sé, sicuramente, con quel
corpo così ferito tra le braccia, con tanta sofferenza prima di morire, dentro
di sé sicuramente avrebbe avuto voglia di dire all’Angelo: “Bugiardo! Io sono
stata ingannata”. Anche lei non aveva risposte.
Quando i bambini crescono,
arrivano a una certa età in cui non capiscono bene com’è il mondo, verso i due
anni, più o meno. E cominciano a fare domande: “Papà, perché? Mamma, perché?
Perché?”. E quando il papà o la mamma comincia a spiegare, non sentono. Hanno
un altro “perché?”. “E perché quello?”. E loro non vogliono sentire la
spiegazione. Soltanto, con questo “perché?”, attirano su di loro lo sguardo del
papà e della mamma. Noi possiamo chiedere al Signore: “Ma Signore, perché?
Perché i bambini soffrono? Perché questo bambino?”. Il Signore non ci dirà
parole, ma sentiremo il Suo sguardo su di noi e questo ci darà forza. Non abbiate paura di chiedere,
anche di sfidare il Signore. “Perché?”. Forse non arriverà alcuna spiegazione,
ma il Suo sguardo di Padre ti darà la forza per andare avanti
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