lunedì 15 giugno 2015

NON ESISTE PERDONO SENZA MORIRE A SE STESSI



              
Corso di guarigione. Parte 39

             Il bambino crea un me orgoglioso, possessivo, dominatore, violento, indipendente. Ma questo me è indispensabile. Ma il me psichico deve essere riorientato verso l'io spirituale. Ma noi fino a 18/20 anni viviamo un indurimento che non ci permette più una relazione aperta.

           La separazione apre nel bambino un travaglio di lutto che approda nel perdono e nella donazione. Finché avremo vita avremo sempre bisogno di essere perdonati e di perdonare. Non esiste perdono senza morire a se stessi. Bisogna aiutare perciò la persona ad uscire dalle sue colpevolezze per entrare nel perdono e nella riconciliazione che presuppone una presa di coscienza delle ferite e delle proprie colpevolezze. 

            La terapia consiste in:

PRIMA TAPPA - Decolpevolizzare

            Spesso l'uomo si incolpa di ciò che è una falsa colpa. Allora l'uomo deve prendere coscienza di ciò.

SECONDA TAPPA - Responsabilizzazione

            Responsabilizzato verso le vere colpe. 

            Si entra perciò in un cammino di perdono e si entra nell'offerta di se e nel perdono dato agli altri. Questo cammino di perdono supera i desideri di benessere. Questo cammino non è una terapia emozionale che mira a liberare i sentimenti ma il fine è di restituire l'uomo alla sua  vocazione: l'offerta, il dono.

            L'immagine è l'inizio è la radice ma la chiamata, la mia vocazione è l'offerta il dono. Ricezione e donazione. Condurre una persona alla decisione di perdonare è condurlo a considerarsi un dono del Signore. 

            E' farlo entrare in una dinamica perché il perdono non è qualcosa di statico ma è un movimento di riconciliazione, cioè un movimento di incontro con se stesso con Dio e col suo prossimo. 

            Perché ci sia riconciliazione sono necessari due movimenti di perdono complementari. Questo movimento è aprire la persona attraverso un incontro con l'altro al senso esistenziale. Cioè che senso ha, il perdono deve avere un senso. Il perdono è la cerniera tra la terapia psicologica e la vita spirituale la guarigione e la conversione.  Se il Signore è assente alla terapia, se non ci si apre alla nozione di perdono la nozione dell'offerta non può esistere perché fa parte di una vocazione spirituale. E' una luce che porta un contributo significativo a questo bisogno.

            Freud in punto di morte scoprì il perdono. Ma il perdono non è il perdono di Dio perché quello di Dio è puramente di ordine spirituale esso non dipende dall'agire umano perciò non si potrà mai ottenere attraverso una tecnica. L'uomo può entrare in un cammino di guarigione attraverso delle tappe preliminari psicologiche. Esse possono corrispondere alle primizie di un agire divino sull'uomo. Esse possono portare fino alle soglie dell'asse dell'alleanza ma entrare nel perdono non è possibile perché il perdono è un atto di Dio perciò dovremo chiederlo.

FONTE : Titolo : Corso di guarigione; Autore: Laura Casali

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari