Tutti i
giorni la mia relazione con gli altri è unitrinitaria. Si scoprono perciò
l'identità e l'alterità. La scoperta di essere unitrinitario avviene nel tempo,
è un cammino .
Il problema è l'immediatezza di
avere tutto e subito ma Dio ci chiede tempo. Ciò ci dice che l'uomo non è un
prodotto finito ma è in divenire. Allora avremo un inizio, una crescita
(cammino) ed una maturità.
Il bambino all'inizio non sa chi è. Poi scoprirà di
essere unico e capace di amare attraverso le presenze e le assenze della madre.
Il bambino scoprirà che è unico, scoprirà la sua personalità ma per scoprirlo
avrà bisogno di una frustrazione che è l'allontanamento dalla madre, dal padre,
dall'ambiente e scoprirà di essere unico e preferito. Il bambino all'età di due
o tre anni entra in opposizione alla madre ai parenti e scoprirà l'alterità ,
egli elabora l'io ed il suo essere personale.
L'intelligenza è severa e custode
dell'amore. L'intelligenza e la ragione è l'organo che giudica sceglie e
decide, sceglie ciò che è bene e ciò che è male. L'intelligenza è legata alla
saggezza che serve per guidare l'amore, la saggezza deve essere alimentata
dall'amore. L'intelligenza serve all'amore per far crescere l'amore non per
giudicarla o dividerla. Noi decidiamo con la ragione che è alimentata
dall'amore. L'uomo è libero nell'amare. Dio è amore ed è la libertà dell'uomo.
Non ci può essere amore senza libertà. Dio ci propone di accogliere questo
amore in una dipendenza di amore con Lui.
Ma l'uomo rifiuta di entrare in
questa pedagogia, egli si arresta su un bene inferiore che è la creatura.
Questa scelta ci aliena, ci apre alla possibilità negativa di dire no all'amore
e questo è il peccato. Il primo peccato è di dire faccio per conto mio, atto di
indipendenza, non voglio più dipendere dall'amore. Se non dipendo più da Dio io
rifiuto la pazienza della crescita e passo all'immediatezza, passo dall'essere
all'avere. Entrando nell'immediatezza entro in un'intelligenza orgogliosa che
giudica l'amore. L'uomo entra in una nuova situazione. La frustrazione. La
frustrazione destruttura e lacera l'uomo e scopre di avere un'altra legge,
quella dell'avere che lacera sempre più. l'avere è consolarsi da solo per le paure
non voglio più essere consolato nella relazione con te perché quella mi ferisce
troppo e la consolazione non la cercherò più nella relazione dell'essere tra me
e te ma mi consolerò da solo e penserò che l'essere e l'avere siano la stessa
cosa.
La nostra immagine verrà perciò
sepolta. Le forze dell'uomo sono fallibili nell'espressione proprio la dove c'è
destrutturazione perciò c'è una lacerazione tra l'immagine e la somiglianza.
L'immagine è diventata inaccessibile. Bisogna che qualcuno lo porti fuori da
questo impaccio. L'uomo sarà lacerato tra la sua intenzione ed i suoi atti cioè
faccio il male che non vorrei fare e non faccio il bene che vorrei fare.
L'uomo sarebbe in un vicolo cieco se
la somiglianza non fosse ristabilita in Cristo. Questo conflitto è sorgente di
vita e nasce una risposta alla ferita. Attraverso la difesa si costruisce e si
distrugge ma se non si difende egli aggredirà se stesso o chi lo ama.
FONTE :
Titolo : Corso di guarigione; Autore: Laura Casali
Nessun commento:
Posta un commento