Lo scorso 5 marzo, mercoledì delle
ceneri, è iniziata la Quaresima nel rito romano. L’udienza generale e l’omelia
della Messa per l’imposizione delle ceneri hanno offerto due importanti
momenti per ascoltare le parole con cui papa Francesco ha introdotto la
Chiesa in questo tempo “forte”.
«Conversione» è la parola usata dal pontefice per guidarci in questo tempo di preparazione alla Pasqua. Il monito alla conversione è stato rafforzato con le parola del profeta Gioele estratte dalla liturgia: «laceratevi il cuore non le vesti». In questo periodo di rinuncia il cuore dell’uomo deve orientarsi a Dio e riscoprire il senso profondo di gratitudine nei confronti del Padre. Perché è solo attraverso il vero rapporto con il Creatore che la creatura riesce ad aprirsi all’altro e vincere il male del mondo. «La Quaresima ci aiuta e così usciamo dalle abitudini stanche e dalla pigra assuefazione al male che ci insidia» ha spiegato durante l’udienza generale.
«Conversione» è la parola usata dal pontefice per guidarci in questo tempo di preparazione alla Pasqua. Il monito alla conversione è stato rafforzato con le parola del profeta Gioele estratte dalla liturgia: «laceratevi il cuore non le vesti». In questo periodo di rinuncia il cuore dell’uomo deve orientarsi a Dio e riscoprire il senso profondo di gratitudine nei confronti del Padre. Perché è solo attraverso il vero rapporto con il Creatore che la creatura riesce ad aprirsi all’altro e vincere il male del mondo. «La Quaresima ci aiuta e così usciamo dalle abitudini stanche e dalla pigra assuefazione al male che ci insidia» ha spiegato durante l’udienza generale.
La
conversione deve partire da una riscoperta del Battesimo. «Vivere fino in fondo
il Battesimo» è, infatti, il secondo richiamo lanciato dal papa perché ciò
significa vivere fino in fondo la chiamata alla santità. Solo così superiamo il
«rischio di accettare passivamente certi comportamenti e di non stupirci di
fronte alle tristi realtà che ci circondano» e impariamo a non arrenderci
di «vivere in una società che pretende di fare a meno di Dio, nella quale i
genitori non insegnano più ai figli a pregare né a farsi il segno della croce».
Quali
sono gli strumenti per vivere la Quaresima? Il Vangelo indica la preghiera, il
digiuno e l’elemosina. «La Quaresima» insegna papa Francesco «è tempo di
preghiera, di una preghiera più intensa, più prolungata, più assidua, più
capace di farsi carico delle necessità dei fratelli».
Il digiuno mostra
il suo valore quando «comporta la scelta di una vita sobria, nel suo stile; una
vita che non spreca, una vita che non “scarta”». E in un mondo dove tutto si
compra e tutto si vende dobbiamo riscoprire il dono della gratuità, dell’elemosina,
perché «nell’elemosina si dà a qualcuno da cui non ci si aspetta di ricevere
qualcosa in cambio».
Con
questi strumenti possiamo difenderci e convertire una società che
pretende di fare senza Dio, che è il male peggiore del nostro tempo: «La Quaresima
ci chiama a “riscuoterci”, a ricordarci che noi siamo creature, semplicemente
che noi non siamo Dio. Quando io guardo nel piccolo ambiente quotidiano alcune
lotte di potere per occupare spazi, io penso: questa gente gioca a Dio
Creatore. Ancora non si sono accorti che non sono Dio».
L’invito
accorato che papa Francesco ci lascia nel giorno delle ceneri è «cambiare
rotta», convertirsi per «recuperare la capacità di reagire di fronte alla
realtà del male che sempre ci sfida» e ciò avviene «mediante l’avvicinamento
a Dio e l’adesione fiduciosa al Vangelo».
FONTE: Autore: Michele Canali;
Tratto dal sito: Comunitambrosiana
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