Care
amiche, cari amici,
Dieci
anni fa moriva San Giovanni Paolo II. Il 2 aprile 2005 veniva così a mancare un
pontefice santo e un gigante della storia, anche profana.
È troppo presto per tentare un
bilancio del suo lungo e straordinario pontificato, durato ben 27 anni, dal
1978 al 2005. Durante questi anni si sono verificate alcune svolte storiche che
noi nonni non dimenticheremo, ma che chi ha oggi meno di 40 anni fa fatica a
comprendere.
La prima e forse più importante è
stata la caduta del Muro di Berlino che lo ha visto come protagonista nella
prima parte del pontificato. Dal 1989 al termine della sua vita, Giovanni Paolo
II ha quindi dedicato la gran parte delle sue forze alla nuova
evangelizzazione, che evocò per la prima volta durante il suo primo viaggio in
Polonia, nel giugno 1978, il celebre pellegrinaggio pastorale nella sua patria
che pose le basi della nascita del sindacato libero Solidarnosc e della
successiva fine del regime comunista. Sarà però quando verrà meno il socialismo
reale nei Paesi dell'Europa dell'Est e in URSS (1991), che il Papa venuto
dall'Est potrà dedicarsi decisamente alla prima evangelizzazione in Asia e
anche in Africa e alla seconda o nuova evangelizzazione degli antichi paesi
cristiani d'Europa.
Oggi, dieci anni dopo la sua morte,
il suo straordinario Magistero costituisce senz'altro il lascito più importante
e purtroppo ancora poco utilizzato. Un insegnamento che in 27 anni ha toccato
tutti i grandi temi, da quelli strettamente ecclesiali culminati nell'ultima enciclica
dedicata all'Eucaristia, ai grandi problemi del rapporto della Chiesa con la
modernità (vita, famiglia, libertà di educazione), al rilancio della dottrina
sociale della Chiesa, ai grandi temi storici e geopolitici (seconda guerra
mondiale ed Europa). Ma questi sono solo alcuni aspetti di un Magistero
immenso.
Uno dei frutti più importanti del
suo pontificato è stato certamente l'avere contribuito in modo determinante,
anche grazie alla sua personalità, a fare superare ai cattolici quel complesso
d'inferiorità nei confronti della modernità che aveva caratterizzato gli anni
successivi al 1968, quando esplose nel mondo occidentale la cosiddetta
contestazione, una vera e propria rivoluzione culturale che cambiò i connotati
di una generazione, mettendo in crisi i rapporti familiari, in particolare la
figura del padre, e introducendo una profonda rivoluzione nelle relazioni
maschio-femmina. Con Giovanni Paolo II, i cattolici riscoprirono la gioia e la
fierezza di appartenere alla Chiesa, abbandonando quello spirito di
contestazione intra-ecclesiale che aveva segnato gli ultimi dieci anni del
pontificato del beato Paolo VI. Proprio i giovani gli tributeranno un omaggio
straordinario e commosso, partecipando a milioni al suo funerale e ancor prima
rendendo omaggio alla salma.
Il
successore, Benedetto XVI, ha continuato il suo Magistero con contributi degni
del più grande teologo del secolo XX, quale è stato il professor e poi il card.
Joseph Ratzinger. Oggi, dopo due anni del pontificato di Papa Francesco e dopo
aver superato il violento attacco portato alla Chiesa dalle lobby mondiali con
il pretesto della pedofilia, la Chiesa sta cercando di ripartire con una nuova
prospettiva evangelizzatrice, con il Magistero che ci invita a privilegiare le
"periferie esistenziali", quei poveri di tutto, senza Cristo e spesso
senza anche il pane, bisognosi di un'attenzione particolare che può essere data
loro da chi è capace di amare, di dimenticarsi e di servire.
San
Giovanni Paolo II va studiato e va pregato, perché ci assista in questa nuova
evangelizzazione che ci viene richiesta dal regnante Pontefice perché siamo
capaci di essere fedeli alla dottrina ricevuta, perché siamo umili nel proporla
senza arroganza e senza inutili polemiche, perché siamo generosi del nostro tempo
e dei nostri beni. Infine, perché siamo fedeli al Pontefice, non a un solo Papa
ma a tutti i successori di Pietro, e contemporaneamente pronti a smascherare e
a combattere coloro che vogliono un'Europa senza Cristo, e dunque senza la
Chiesa.
FONTE:
Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica
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