La Santa
Sindone. Parte 7
Il Vangelo parla di una Sindone
comprata da Giuseppe d'Arimatea per avvolgere Gesù deposto dalla croce; dice
pure che Pietro e Giovanni, la mattina del terzo giorno, videro nel sepolcro vuoto
i lini giacenti.
Non precisa che la Sindone sia stata raccolta, ma solo il
segreto assoluto poteva sottrarla alla distruzione perché i Giudei la
consideravano impura ed i pagani odiavano ciò che riguardava Cristo. Leggende
e scritti apocrifi dicono che fu
conservata e portata ad Edessa, città situata fuori dell'Impero ed esente
dall'influsso ebraico, tanto che nel secondo secolo vi fiorì una comunità
cristiana non perseguitata.
Storicamente sappiamo che dal 544 al
944 in Edessa fu venerato il <<Mandilion>>, immagine
<<achiropita>> (non dipinta da mano umana) del Volto di Cristo,
miracolosamente impresso su di un panno piegato in più doppi.
Un documento siriaco dice che il
Mandilion, quando veniva disteso, mostrava anche il corpo di Gesù.
Dopo che Romano Lecapeno, Imperatore
d'Oriente, obbligò gli Edessiani assediati a cedergli il Mandilion per portarlo
a Costantinopoli, si tornò a parlare di Sindone finché essa scomparve nel 1204,
durante il saccheggio della Città ad opera dei Crociati Franchi e Veneziani.
Verso il 1350 un valoroso cavaliere
francese, Geoffroy de Charny, depositò la Sindone nelle mani dei Canonici di
Lurey, piccolo feudo non lungi da Parigi. Alla sua morte, nel 1356, essa fu
riposta in luogo più sicuro per l'infuriare della guerra dei cento anni. Quando il figlio riprese le ostensioni,
contro il volere del Vescovo Pietro d'Arcis, fu chiamato in causa il Papa
Clemente VII, che nel 1390, in una Bolla, indicò la Sindone come
<<pictura seu tabula>>, ma poco dopo fece cancellare tale errata
definizione.
Nel 1453 Margherita di Charny,
ultima erede, cedette la Sindone ai Savoia che la custodirono a Chambery, dove
nel 1532 fu danneggiata da un incendio e nel 1534 fu riparata dalle Clarisse.
Nel 1578 il Duca Emanuele Filiberto la trasferì a Torino per abbreviare il
pellegrinaggio a piedi da Milano di San Carlo Borromeo.
FONTE:
Autore: Prof. Giorgio Tessiore; Titolo: La Santa Sindone e il suo mistero;
Edizioni Arti Grafiche San Rocco.
Nessun commento:
Posta un commento