Sentinelle. Ecco chi sono davvero i libertari
coraggiosi che sfidano in silenzio insulti e sputi in 100 piazze d’Italia
Ma dove, come e quando nascono le
Sentinelle in piedi? Riavvolgiamo il nastro. 31 luglio 2013, caldo torrido,
seduti ai tavolini di uno scalcagnato bar di Brescia, tra birre, succhi e
zanzare, giovani mamme e giovani papà nel numero di 8 si danno appuntamento per
«fare qualcosa, più che interrogare le previsioni» (Emanuele), e impegnarsi
«per i figli e per la difesa del reale, in una dolce lotta, più gioiosa di ogni
pace» (Lucia).
L’idea è questa: prendere l’esperienza dei Veilleurs Debout, i resistenti francesi, e organizzare in fretta la prima veglia italiana.
«Ci chiameremo Sentinelle in piedi» (Matteo), con in mente una famosa omelia di
Giovanni Paolo II a Washington nel 1979: «Ci alzeremo in piedi ogni volta che
la vita umana è minacciata. Ci alzeremo quando un bambino è visto solo come un
mezzo per soddisfare un’emozione…».
Questo il racconto dei presenti,
tornati a casa con una missione e un fiotto in gola. Il resto è storia. Sono le
veglie moltiplicatesi a macchia di leopardo sotto la cura di un coordinamento
nazionale tutto impegno e passione la cui nascita si è resa presto indispensabile.
Sono i contatti, le pagine Facebook aperte dai responsabili di ogni città; è la
voglia e il gusto della sana persuasione (per cui chi è “contro”, o finisce per
cambiare idea o se ne va); sono le conferenze, tante, per spiegare quella
bufala che è la Gender Theory.
A un’analisi appena attenta, anche
il rapporto tra le rigorosamente aconfessionali Sentinelle e la Chiesa italiana
è in via di rinnovamento. Gesti forti ci sono già stati. A tirare la volata, i
soliti “capitani coraggiosi”: è del 15 luglio l’ardimentosa nota di monsignor
Luigi Negri, che spronando a organizzare veglie anche nella sua Ferrara, così
scriveva: «Sarò con voi, sentinella come voi, davanti l’ospedale di Cona».
La comunione di intenti con chi è
“esperta in umanità” è evidente. Non sono state proprio le Conferenze
episcopali slovacche, portoghesi e polacche (come anche i vescovi della Toscana
e del Triveneto) a pubblicare energici documenti contro l’ideologia di genere?
E non è stata proprio la Conferenza episcopale degli Stati Uniti d’America a intervenire
in una causa giudiziaria per difendere la libertà di coscienza? Quella libertà
di coscienza e d’espressione la cui tutela è la ragion d’essere delle
Sentinelle in piedi, il loro proprium.
FONTE:
Sentinelle in Piedi
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