mercoledì 8 luglio 2015

COSA SONO LE SENTINELLE IN PIEDI ?



Sentinelle. Ecco chi sono davvero i libertari coraggiosi che sfidano in silenzio insulti e sputi in 100 piazze d’Italia 

            Ma dove, come e quando nascono le Sentinelle in piedi? Riavvolgiamo il nastro. 31 luglio 2013, caldo torrido, seduti ai tavolini di uno scalcagnato bar di Brescia, tra birre, succhi e zanzare, giovani mamme e giovani papà nel numero di 8 si danno appuntamento per «fare qualcosa, più che interrogare le previsioni» (Emanuele), e impegnarsi «per i figli e per la difesa del reale, in una dolce lotta, più gioiosa di ogni pace» (Lucia). 

            L’idea è questa: prendere l’esperienza dei Veilleurs Debout, i resistenti francesi, e organizzare in fretta la prima veglia italiana. «Ci chiameremo Sentinelle in piedi» (Matteo), con in mente una famosa omelia di Giovanni Paolo II a Washington nel 1979: «Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana è minacciata. Ci alzeremo quando un bambino è visto solo come un mezzo per soddisfare un’emozione…».

            Questo il racconto dei presenti, tornati a casa con una missione e un fiotto in gola. Il resto è storia. Sono le veglie moltiplicatesi a macchia di leopardo sotto la cura di un coordinamento nazionale tutto impegno e passione la cui nascita si è resa presto indispensabile. Sono i contatti, le pagine Facebook aperte dai responsabili di ogni città; è la voglia e il gusto della sana persuasione (per cui chi è “contro”, o finisce per cambiare idea o se ne va); sono le conferenze, tante, per spiegare quella bufala che è la Gender Theory.

            A un’analisi appena attenta, anche il rapporto tra le rigorosamente aconfessionali Sentinelle e la Chiesa italiana è in via di rinnovamento. Gesti forti ci sono già stati. A tirare la volata, i soliti “capitani coraggiosi”: è del 15 luglio l’ardimentosa nota di monsignor Luigi Negri, che spronando a organizzare veglie anche nella sua Ferrara, così scriveva: «Sarò con voi, sentinella come voi, davanti l’ospedale di Cona». 

            La comunione di intenti con chi è “esperta in umanità” è evidente. Non sono state proprio le Conferenze episcopali slovacche, portoghesi e polacche (come anche i vescovi della Toscana e del Triveneto) a pubblicare energici documenti contro l’ideologia di genere? E non è stata proprio la Conferenza episcopale degli Stati Uniti d’America a intervenire in una causa giudiziaria per difendere la libertà di coscienza? Quella libertà di coscienza e d’espressione la cui tutela è la ragion d’essere delle Sentinelle in piedi, il loro proprium.

FONTE: Sentinelle in Piedi

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