Mia figlia
Sara, la sera del 4 agosto 2006, prima di addormentarsi, ha raccontato a mia
moglie Anna una storia. Questa è la storia, ve la dono, fatene ciò che ritenete
opportuno:
SARA: “Quando
ero piccola piccola ero in un posto lontano lontano, meraviglioso, su una
nuvoletta …” ANNA: E con chi eri? SARA: “Con Mamma Morena” ANNA: E chi è Mamma Morena? SARA: “L’altra mia Mamma” ANNA: Ma com’è questa Mamma Morena? SARA: “E’ buonissima” ANNA: Più buona di mamma Anna? SARA: “Si" ANNA: Davvero, sei sicura? SARA: “Si” ANNA: E di che colore ha i capelli? SARA: “Blu” ANNA:
E gli occhi? SARA:
“Castani come i miei” ANNA: Ma
lasceresti mamma Anna per andare da Mamma Morena?
Sara le ha risposto di “si” e quella sera si sono
addormentate insieme, per l'ultima volta.
Mia moglie Anna, vista la stranezza del racconto di mia figlia (non
conosciamo nessuno che si chiami Morena e Sara mai, prima di allora aveva
raccontato storie e soprattutto non aveva mai parlato di un'altra mamma più
buona di mia moglie),subito me ne ha parlato. Il giorno dopo, il 5 agosto 2006,
alle ore 14.00 circa, dopo 3 anni 7 mesi e 5 giorni mia figlia Sara è tornata
alla casa del suo vero Padre, improvvisamente, folgorata da una scarica
elettrica, avanti a me e a mia moglie, mentre stava giocando con il fratellino
Daniele di 5 anni...
Alle 17.00 di quel giorno Sara era nella sua piccola bara bianca e dietro
di lei c’era l’immagine della Madonna raffigurata con un lungo velo azzurro al
quale però non facemmo subito caso sconvolti dal dolore profondo.
Il giorno dopo i funerali di mia figlia, ripensando ai suoi ultimi giorni e
soprattutto a quel suo strano racconto della sera prima, mi metto su Internet e
immediatamente scopro l'esistenza del Santuario della Madonna Morena che si trova
in Bolivia, a Copacabana, uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti
dell’America Latina. La Vergine del Lago, nota anche come Madonna del Velo, si
contraddistingue per il lungo velo azzurro che le copre il capo e viene
celebrata proprio il 5 agosto il giorno in cui mia figlia è salita in cielo.
Chiunque abbia un minimo di praticità con internet potrà direttamente
verificare che Morena, oltre ad essere un aggettivo spagnolo che significa
"abbronzata, scura" altro non è che la traduzione spagnola del nome
Mairin, diminutivo di Mary, cioè Maria. Lo stabilimento balneare dove è
avvenuto il fatto si chiama STELLA MARIS; Stella Maris è da lungo tempo
l'appellativo preferito con cui la gente del mare si rivolge a Colei nella cui
protezione ha sempre confidato: la Vergine Maria.
Che questa storia possa portare nei
cuori di chi soffre, di chi ha paura e di chi ha perso la fede la SPERANZA.
Speranza che è entrata nei nostri cuori di Mamma e Papà con una forza
prorompente quando abbiamo realizzato il significato di questo dialogo "profetico"
e in cui la presenza della Madonna si percepisce in maniera tangibile. Quando
Sara è salita in cielo il 5 agosto 2006 e abbiamo realizzato l'importanza della
storia da lei donataci la prima cosa che ci siamo chiesti è stato:" che
facciamo? Ne parliamo con qualcuno o ce la teniamo tutta per noi?"Piano
piano ci siamo resi conto dell'importanza e della forza che la storia stessa ci
dava e allora ci siamo detti che anche altri genitori, con il figlio in cielo,
ne avrebbero potuto beneficiare...e da qui l'idea...Poi abbiamo pregato e
aspettato...e le "Dioincidenze" sono arrivate. Dapprima abbiamo
conosciuto, grazie agli Angeli del Monastero di Betlemme di Camporeggiano, il
gruppo di Ferrara chiamato "Genitori in Cammino". Riconosciuti dal
Vescovo di Ferrara questi genitori sono guidati da un padre spirituale, Don
Mario, veramente eccezionale. Poi le "Dioincidenze" sono continuate e
abbiamo conosciuto altri genitori qua, vicino a noi, tra l'Umbria e la
Toscana...uno dopo l'altro ci siamo incontrati nei modi più incredibili
(secondo me Dio è veramente un grande!!!!),ognuno con la propria storia, con il
proprio fardello di sofferenze...e ognuno con la propria Fede. Abbiamo visto
che nella comunione delle nostre sofferenze, ma soprattutto nella comunione
della nostra Fede riusciamo a vivere meglio. E per questo ci incontriamo, e
ovviamente ci incontriamo nel nome di Cristo. Una volta al mese, tutti insieme,
partecipiamo ad una funzione religiosa officiata da Don Francesco Buono della
Parrocchia di Castel del Piano di Perugia. Grazie a lui e soprattutto grazie a
Dio noi andiamo avanti...nella sofferenza, ma andiamo avanti. Dopo una delle
ultime messe siamo andati tutti insieme in un ristorante a mangiare un
pizza...il paradosso è stato che il nostro tavolo, un tavolo pieno di genitori
che in un modo o nell'altro hanno almeno un figlio in cielo era sicuramente il
più sereno di tutto il ristorante...siamo genitori che soffrono, ma non siamo
genitori disperati. Siamo andati avanti infatti proprio grazie alla Fede che
Dio, tramite il racconto di Sara ci ha donato. La Fede in Lui ci da la certezza
che con la morte non finisce tutto ma che iniziamo la nostra vita eterna. La
preghiera deve essere costante nella nostra vita. Non si prega però solo con le
labbra; il nostro comportamento deve essere esso stesso preghiera. Un cristiano
prega con i gesti, con le parole, con la propria vita non scoraggiandosi
dinnanzi alle difficoltà che la vita ci mette davanti né lasciandosi sopraffare
dal dolore nei momenti più bui. Preghiera è avere fiducia illimitata in Dio, è
saper leggere in ciò che ci accade il progetto che Dio ha nei nostri confronti.
La Vergine è presente ogni giorno nella vita dei genitori che hanno figli in
cielo. Lei stessa è rimasta sulla terra dopo che suo figlio ascese al cielo. La
sua vita non sarà stata semplice, avrà sofferto anche lei questo distacco tanto
è vero che sotto la croce è rappresentata come la Madonna Addolorata. Lei ci
capisce, conosce il nostro dolore, e nei momenti più difficili ci è particolarmente
vicina. Maria, ai piedi della croce, ha sorretto con le proprie braccia il
corpo inerte di suo figlio. Ha visto, ha accarezzato con amore di madre, forse
ha lavato con qualche lacrima le ferite causate dalla flagellazione. Negli anni
della solitudine, ha pensato frequentemente alle frustate inferte al corpo di
Gesù ed ha ricordato molte volte quel momento unto, profondamente segnato di
pietà materna e di dolore redentore, nel quale il suo corpo e la sua anima si
fondono con quelli del figlio in una scena commovente, unica e immortale.
Maria è l'icona viva di tante madri che hanno sentito scatenata contro i
propri figli l'ingiustizia del tormento, dell'ignominia, dell'odio, della
disperazione. Gesù, con il mistero della
sua flagellazione, ci dice: "soffrire non è una cosa cattiva". Non è
una fatalità che si impone con violenza. E' un disegno di Dio e della sua
provvidenza imperscrutabile. Non è un castigo per le colpe commesse. E' una
pedagogia divina per far maturare la personalità umana. Non è un male che, pur
non accettandolo, si sopporta con rassegnazione. Per il cristiano è un tesoro
nel quale si nascondono le ricchezze meravigliose dell'amore e della salvezza
dell'uomo. Per chi crede, i colpi di Dio, anche se dolorosi e carichi di
mistero, sono sempre colpi d'amore.
FONTE:
www.facebook.com/notes/medjugorje-ci-vuole-salvi
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