martedì 29 marzo 2016

INTRODUZIONE ALLA GENESI



             Il primo libro della Bibbia è chiamato dagli ebrei con la sua prima parola ebraica, Bereshit, <<in principio>>. Ed effettivamente esso è il <<principio>> della rivelazione divina nelle Scritture; è il <<principio>> della Torah o Pentateuco o legge, i primi cinque libri sacri; 

             è il <<principio>> di quella catena ininterrotta di eventi e di parole che è la storia della salvezza; è il <<principio>> del dialogo tra Dio e l'uomo che avrà il suo vertice in un altro <<principio>>  parallelo a questo: <<In principio era il Verbo>> del vangelo di Giovanni. 

            La Genesi è simile a un dittico le cui tavole sono diverse per qualità ed estensione. La  prima occupa i primi undici capitoli e ha per protagonista l'uomo in quanto tale: in ebraico ha-adam, <<l'Adamo>> (con l'articolo), cioè l'umanità di tutti i tempi, creata da Dio come vertice della  sua opera e caduta nella miseria a causa del peccato liberamente commesso.

            A questa tavola segnata dalla tragedia e dal giudizio subentra la seconda, più ampia ma dall'orizzonte più ristretto. Essa occupa i capp. 12-50 della Genesi e ha per soggetto Abramo e i suoi discendenti; l'attenzione si fissa, quindi, sul popolo della benedizione, dell'elezione e della promessa, Israele. Si incontrano qui vaste narrazioni che hanno per attori principali Abramo, Isacco, Giacobbe e, alla fine, in una storia suggestiva a se stante, Giuseppe, il figlio prediletto di Giacobbe, mentre attorno a essi si stringe una folla di personaggi minori. 

            Se nei capp. 1-11 incombevano il peccato umano e la maledizione divina, nei capp. 12-50 appare la benedizione. Se già nei primi capitoli Dio cercava di stabilire un'alleanza, cioè una relazione di intimità con l'uomo (capp. 1-2,9), ora l'alleanza è solennemente sancita e ha il suo segno vivo nella promessa della terra e della discendenza. 

            Sono queste le coordinate entro cui Dio ha scelto di rivelarsi: lo spazio (terra) e la storia (discendenza) degli uomini. Il racconto della Genesi non è del tutto fluido e compatto come nell'opera di un solo autore. In esso, infatti; confluiscono <<tradizioni>> diverse antiche e più recenti. Si tratta di fiumi narrativi e teologici, trasmessi oralmente e a memoria, poi cristallizzati in uno  scritto e infine elaborati in un libro unico. Gli studiosi hanno attribuito a queste tradizioni nomi convenzionali: jahvista, elohista, sacerdotale.

FONTE: Titolo: Nuova guida alla Bibbia; Autore: Gianfranco Ravasi; Editore: San Paolo

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