domenica 20 marzo 2016

MANCA POCO A PASQUA



L'Anno Santo della Misericordia costituisce un'occasione privilegiata per approfondire il dono straordinario che Gesù Cristo morendo sulla croce, e risorgendo dal sepolcro, ha fatto all'intera umanità: il dono della salvezza. 
            Appare pertanto quanto mai utile tornare spesso alle sorgenti della nostra salvezza, e cioè al mistero pasquale e meditare incessantemente sulla Via Crucis, cammino sofferto della passione del Signore che sfocia nell'alba sfolgorante della domenica di Pasqua, aurora del Giorno della Resurrezione.

            "Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo". Così ripetiamo all'inizio delle quattordici stazioni della Via Crucis. E qui la sorgente inesauribile della divina misericordia, fontana luminosa di tenerezza e di prossimità, di accoglienza e di perdono. E' qui che meglio possiamo comprendere di quanto amore Iddio abbia voluto arricchire la povertà umana.

            Eravamo lontani ed erranti nel deserto della solitudine e del peccato, incapaci di trovare la via di scampo dalla schiavitù del male, e Dio ci è venuto incontro. Si è fatto amico viandante del nostro pellegrinaggio e come buon samaritano si è accollato il peso delle nostre colpe e il dolore delle nostre ferite. Ci ha rigenerati con il suo sangue di redenzione; ci ha salvati avvolgendoci con il manto della divina misericordia. "Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo" (Ef 2, 4-5). Cos' l'apostolo Paolo ricordava questo ministero di divina tenerezza infinita ai cristiani della comunità di Efeso.

            Ogni volta che mediterai la passione e morte di Gesù, non potrai non avvertire il calore consolante del suo amore misericordioso. Le enunciazioni che ti accompagnano stazione dopo stazione , ti sono di grande aiuto per aprire l'animo alla volontà di Dio, che anche quando ci chiede di camminare nel buio delle prove, lo fa per prepararci una gioia assai più grande d'ogni umano piacere.

            La ricerca e meditazione di commenti alle quattordici stazioni, aiuterà tanti a ritrovare nella passione di Cristo la gioia della fede e il coraggio della speranza per affrontare giorno per giorno le sfide della vita. L'esistenza umana rassomiglia non poco al cammino della croce di Cristo, che fortunatamente non termina sul Calvario, ma nel sepolcro vuoto, testimone silenzioso dell'evento che ha cambiato il corso della storia e continua a cambiare la vita di molti che si lasciano affascinare da quest'Amore che vince la morte.

            Diceva san Pietro Giuliano Eymard: "Il mistero d'amore è consumato. Gesù ha compiuto la sua promessa. Nulla più gli rimane a dare se non la sua vita mortale sulla croce: la darà, e risusciterà, per divenire nostra perpetua Ostia di propiziazione, di comunione di adorazione".

FONTE: Mons. Giovanni D'Ercole, vescovo di Ascoli Piceno; Associazione Madonna di Fatima.

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