L'Anno Santo
della Misericordia costituisce un'occasione privilegiata per approfondire il
dono straordinario che Gesù Cristo morendo sulla croce, e risorgendo dal
sepolcro, ha fatto all'intera umanità: il dono della salvezza.
Appare pertanto quanto mai utile
tornare spesso alle sorgenti della nostra salvezza, e cioè al mistero pasquale
e meditare incessantemente sulla Via Crucis, cammino sofferto della passione
del Signore che sfocia nell'alba sfolgorante della domenica di Pasqua, aurora
del Giorno della Resurrezione.
"Ti adoriamo, o Cristo, e Ti
benediciamo. Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo". Così
ripetiamo all'inizio delle quattordici stazioni della Via Crucis. E qui la
sorgente inesauribile della divina misericordia, fontana luminosa di tenerezza
e di prossimità, di accoglienza e di perdono. E' qui che meglio possiamo
comprendere di quanto amore Iddio abbia voluto arricchire la povertà umana.
Eravamo lontani ed erranti nel
deserto della solitudine e del peccato, incapaci di trovare la via di scampo
dalla schiavitù del male, e Dio ci è venuto incontro. Si è fatto amico
viandante del nostro pellegrinaggio e come buon samaritano si è accollato il
peso delle nostre colpe e il dolore delle nostre ferite. Ci ha rigenerati con
il suo sangue di redenzione; ci ha salvati avvolgendoci con il manto della
divina misericordia. "Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore
con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto
rivivere con Cristo" (Ef 2, 4-5). Cos' l'apostolo Paolo ricordava questo
ministero di divina tenerezza infinita ai cristiani della comunità di Efeso.
Ogni volta che mediterai la passione
e morte di Gesù, non potrai non avvertire il calore consolante del suo amore
misericordioso. Le enunciazioni che ti accompagnano stazione dopo stazione , ti
sono di grande aiuto per aprire l'animo alla volontà di Dio, che anche quando
ci chiede di camminare nel buio delle prove, lo fa per prepararci una gioia
assai più grande d'ogni umano piacere.
La ricerca e meditazione di commenti
alle quattordici stazioni, aiuterà tanti a ritrovare nella passione di Cristo
la gioia della fede e il coraggio della speranza per affrontare giorno per
giorno le sfide della vita. L'esistenza umana rassomiglia non poco al cammino
della croce di Cristo, che fortunatamente non termina sul Calvario, ma nel
sepolcro vuoto, testimone silenzioso dell'evento che ha cambiato il corso della
storia e continua a cambiare la vita di molti che si lasciano affascinare da
quest'Amore che vince la morte.
Diceva san Pietro Giuliano Eymard:
"Il mistero d'amore è consumato. Gesù ha compiuto la sua promessa. Nulla
più gli rimane a dare se non la sua vita mortale sulla croce: la darà, e
risusciterà, per divenire nostra perpetua Ostia di propiziazione, di comunione
di adorazione".
FONTE: Mons.
Giovanni D'Ercole, vescovo di Ascoli Piceno; Associazione Madonna di Fatima.
Nessun commento:
Posta un commento