La vera
storia di Gesù. I tempi di Gesù. Parte 13
E la fede in questo Dio è l'anima
del popolo ebraico: qualcosa che Pompeo e tutti i suoi romani non capiranno
mai. In fondo, il loro vero Dio è lo Stato. Hanno un patriottismo, hanno una
morale, se si vuole; ma non hanno una religione nel senso soprannaturale della
parola:
non hanno <<il Tempio di Dio>>, hanno solo i Pantheon, cioè
i templi di tutti gli dei, e sono sempre pronti a introdurvi statue di
"divinità" nuove, quelle dei Paesi conquistati. E assolutamente non
comprendono perché mai gli ebrei considerino con ribrezzo tutto questo,
restandosene chiusi, corazzati nella loro severa fede.
I romani sono perplessi, perché non
vi sono ebrei soltanto in Palestina, modesto scampolo dell'Impero. Ce ne sono
ormai dappertutto, emigrati volontari o discendenti di coloro che furono
deportati in massa o ancora di fuggiaschi davanti alle invasioni. Cominciarono,
come si è visto, i Babilonesi a trasferirli con la forza. Sotto i Persiani di
Ciro, molti ebrei tornarono in patria a ricostruirvi Gerusalemme e il Tempio,
ma altri rimasero in Persia. Nel quarto secolo prima di Gesù, Tolomeo trasferì
in Egitto molte migliaia di ebrei, che dopo alcune generazioni divennero circa
un milione.
Poi ci sono ebrei in Cirenaica, in
Tunisia, in Spagna, in Germania ... Ce ne sono in Italia e anche a Roma, è la
diaspora, la "dispersione". In Totale, a quanto sembra, sei-otto
milioni di ebrei, che in ogni Paese osservano gli usi locali, ma restano sempre
se stessi, fermi nella fede. I loro obblighi religiosi, dovunque essi vivano,
non hanno nulla di misterioso: venerazione per Gerusalemme anche da lontano e,
se possibile, pellegrinaggi alla Città Santa. Pagamento di un tributo al
Tempio, ovunque ci si trovi. Divieto di mangiare carne suina. Obbligo di
dedicare a Dio il sabato. E ancora e sempre, l'essenziale: il culto senza
immagini.
Sul piano della fede, nessun
dominatore riesce ad assimilarli: rimangono uniti fra loro e
<<diversi>> dagli altri. E basta questo a renderli sospetti,
facendone il bersaglio di accuse false e pazze, come quella di sacrificare i
bambini in misteriosi riti.
Anche in patria, in terra d'Israele,
è così: nessuna assimilazione. Roma comanda con le sue legioni, ma non
"romanizza" il popolo, che subisce, ma non accetta. E tra il popolo
c'è una piccola minoranza, quella degli zeloti che pensa alla rivolta armata.
Per trovare in Israele dei collaborazionisti, bisogna cercarli tra i ricchi,
quelli che hanno beni da difendere. La piccola gente adora invece i guastafeste
e fa il tifo per gli zeloti, i quali sognano di imitare un giorno i loro
leggendari modelli, gli eroici fratelli Maccabei.
FONTE:
Titolo: La vera storia di Gesù; Editore: San Paolo; a cura di Gianfranco Ravasi
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