giovedì 24 marzo 2016

SEGNI DI MORTE E INDIZI DI RISURREZIONE



La Sindone in pillole. Parte 20

            Il sangue che cola in due direzioni al polso sinistro, lungo l'avambraccio destro e sulla fronte, indica che sulla croce si alternavano due posizioni. 

           ACCASCIAMENTO: le gambe erano flesse, la testa china, l'epigastrio incavato e l'ipogastrio convesso. Le braccia tese bloccavano i polmoni in "inspirazione forzata" senza permettere il ricambio dell'aria. Allora il Crocifisso cercava di ridurre la tensione delle braccia mediante il doloroso SOLLEVAMENTO sul chiodo dei piedi: poteva così espirare e parlare, anche con alte grida, ma presto ricadeva sfinito nella posizione precedente e ricominciava l'asfissia.

            Il sangue, povero di ossigeno ed ispessito per la sete e la perdita di liquidi, favoriva crampi diffusi e continui (tetania) che rendevano difficili e dolorosi i movimenti.
            Probabilmente il pericardio si riempiva di essudato ed il battito cardiaco diventava sempre più rapido per poi interrompersi di colpo. L'ultima contrazione vuotava ventricoli ed arterie mentre l'atrio destro (detto anche orecchietta) rimaneva gonfio di sangue.

            Proprio fino ad esso arrivò la lancia penetrata fra la quinta e la sesta costola destra: i bordi di quella ferita non mostrano la "retrazione vitale" e rimasero aperti perché essa fu inflitta dopo la morte. Sangue "post mortale" è infatti quello circostante, defluito misto a siero, l'acqua vista dall'apostolo prediletto.

            A Gesù, già morto, fu risparmiato il <<crurifragio>> e le gambe , sulla Sindone, non mostravano rotture. Altro sangue defluì dalla ferita del costato, rimasta aperta, per le oscillazioni durante il trasporto verso il sepolcro, scorrendo da destra a sinistra nella zona lombare.

            L'immobilità della morte è testimoniata dalla rigidità delle dita della mano destra e dalla regolarità dei decalchi sanguigni, che sarebbero rimasti sdoppiati o confusi per ogni più piccolo movimento avvenuto entro le 30 ore necessarie per la loro formazione. Ma anche il semplice distacco ne avrebbe lacerato i margini, come si vede quando solleviamo una benda dalla ferita cui aderisce.

            L'eccezionale integrità dei decalchi e l'assenza assoluta di sostanze in decomposizione, che avrebbero segnato indelebilmente la Tela, dimostrano che il corpo fu sottratto al suo Lenzuolo funebre in modo misterioso, senza sforzo e senza movimento, entro le 40 ore dalla morte: insieme alla meravigliosa espressione del viso nel negativo fotografico sono validi indizi della Risurrezione.

            Ma non pretendiamo di considerarli come prove scientifiche di un fatto soprannaturale. Infatti la Risurrezione è <<MISTERO di FEDE>>.

Se si potesse dimostrare non sarebbe più un Mistero.

FONTE: Autore: Prof. Giorgio Tessiore; Titolo: La Santa Sindone e il suo mistero; Edizioni Arti Grafiche San Rocco.

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