La Sindone
in pillole. Parte 20
Il sangue che cola in due direzioni
al polso sinistro, lungo l'avambraccio destro e sulla fronte, indica che sulla
croce si alternavano due posizioni.
ACCASCIAMENTO:
le gambe erano flesse, la testa china, l'epigastrio incavato e l'ipogastrio
convesso. Le braccia tese bloccavano i polmoni in "inspirazione
forzata" senza permettere il ricambio dell'aria. Allora il Crocifisso
cercava di ridurre la tensione delle braccia mediante il doloroso SOLLEVAMENTO sul
chiodo dei piedi: poteva così espirare e parlare, anche con alte grida, ma
presto ricadeva sfinito nella posizione precedente e ricominciava l'asfissia.
Il sangue, povero di ossigeno ed
ispessito per la sete e la perdita di liquidi, favoriva crampi diffusi e
continui (tetania) che rendevano difficili e dolorosi i movimenti.
Probabilmente il pericardio si
riempiva di essudato ed il battito cardiaco diventava sempre più rapido per poi
interrompersi di colpo. L'ultima contrazione vuotava ventricoli ed arterie
mentre l'atrio destro (detto anche orecchietta) rimaneva gonfio di sangue.
Proprio fino ad esso arrivò la
lancia penetrata fra la quinta e la sesta costola destra: i bordi di quella
ferita non mostrano la "retrazione vitale" e rimasero aperti perché
essa fu inflitta dopo la morte. Sangue "post mortale" è infatti
quello circostante, defluito misto a siero, l'acqua vista dall'apostolo
prediletto.
A Gesù, già morto, fu risparmiato il
<<crurifragio>> e le gambe , sulla Sindone, non mostravano rotture.
Altro sangue defluì dalla ferita del costato, rimasta aperta, per le
oscillazioni durante il trasporto verso il sepolcro, scorrendo da destra a
sinistra nella zona lombare.
L'immobilità della morte è testimoniata
dalla rigidità delle dita della mano destra e dalla regolarità dei decalchi sanguigni,
che sarebbero rimasti sdoppiati o confusi per ogni più piccolo movimento
avvenuto entro le 30 ore necessarie per la loro formazione. Ma anche il
semplice distacco ne avrebbe lacerato i margini, come si vede quando solleviamo
una benda dalla ferita cui aderisce.
L'eccezionale integrità dei decalchi
e l'assenza assoluta di sostanze in decomposizione, che avrebbero segnato
indelebilmente la Tela, dimostrano che il corpo fu sottratto al suo Lenzuolo
funebre in modo misterioso, senza sforzo e senza movimento, entro le 40 ore
dalla morte: insieme alla meravigliosa espressione del viso nel negativo
fotografico sono validi indizi della Risurrezione.
Ma non pretendiamo di considerarli
come prove scientifiche di un fatto soprannaturale. Infatti la Risurrezione è
<<MISTERO di FEDE>>.
Se si
potesse dimostrare non sarebbe più un Mistero.
FONTE:
Autore: Prof. Giorgio Tessiore; Titolo: La Santa Sindone e il suo mistero; Edizioni
Arti Grafiche San Rocco.
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