Estratti
da articoli della rassegna stampa dell'associazione NONNI 2.0
Eterologa
«segreta», il giallo del donatore 7.042 di
Assuntina Morresi
La notizia non è nuova ma è di
quelle che fanno scalpore, rilanciata il giorno di Pasqua sul Mail on Sunday,
perché è inglese la madre di uno fra i circa cento bambini nati da eterologa,
da un donatore affetto da una malattia rara.
Effettivamente, non si sa il
numero reale dei figli biologici del 'donatore 7.042' della Nordic CryoBank,
storica banca danese di sperma: i dati nell’articolo sono il risultato di
indagini incrociate, sia delle autorità sanitarie che di associazioni come
«Donor kinderen».
E' questo il primo, grave errore
imputabile alla banca. Per quanto i donatori di gameti siano controllati, non è
mai possibile, ovviamente, garantire figli sani, così come è impossibile
garantirne a chiunque, indipendentemente dalle modalità del concepimento. Se
gli esami previsti sono stati effettuati, chi ha selezionato il donatore non è
responsabile della nascita di un bambino con una patologia ereditaria ma non
inserita fra quelle ricercate.
Resta il
fatto che la notizia del donatore 7.042 stenta a decollare.
La società che vende e spedisce
sperma di 'donatori' selezionati in 70 Paesi, e che è corresponsabile
dell’invio di campioni di seme del donatore 7.042 con il gene della neurofibromatosi,
appare infatti nell’elenco delle quattro aziende straniere con le quali
l’Ospedale Careggi di Firenze si è accordato in febbraio per importare gameti
maschili (è il caso di Nordic e di un’altra azienda danese, Cryos
International) e femminili (le spagnole Imer e Ovobank). Dal 2009, quando si
sono palesate le prime conseguenze dell’incidente col donatore 7.042, a oggi
Nordic ha dato un giro di vite ai suoi controlli, ma l’episodio di 6 anni fa
dimostra che nessuno può garantire l’assoluta sicurezza dei campioni. (F.O.)
«Attenti ai
mercanti di miracoli in vitro»
Dall’intervista
di Graziella Melina, vi proponiamo, di
seguito, le domande ad Andrea Lenzi, ordinario di Endocrinologia
dell'Università La Sapienza di Roma:
La procreazione
medicalmente assistita non è la cura della fertilità, eppure c’è ancora
confusione su questo tema. Cosa ne pensa?
Dai dati dell’indagine
emerge che il 51,3% dei medici ritiene che ci sia una medicalizzazione precoce
dell’infertilità.
Quindi se non si
anticipa l’età in cui si decide di avere figli sarà difficile che la percentuale
delle coppie infertili diminuisca?
Eppure il tema dominante
oggi non è la prevenzione ma la tecnologia. Evidentemente è un settore molto
redditizio...
Legge
40 alla Consulta, il governo non la difende di Marcello Palmieri.
L’Avvocatura
dello Stato non interverrà martedì 14 davanti alla Corte Costituzionale per
difendere la norma dai nuovi ricorsi sull’accesso alla provetta di coppie
fertili però malate.
Dall'articolo di Loretta Bricchi Lee
No
all’aborto dopo la 12esima settimana Il Kansas contro la Corte Suprema Usa. Il Kansas ha promulgato una
nuova legge antiaborto prendendo di mira le tecniche utilizzate per
l’interruzione di gravidanza tardiva, quella cioè portata a termine dopo la
12esima settimana di gestazione. La misura firmata martedì dal governatore
repubblicano Sam Brownback non fissa infatti limiti di tempo oltre il quale
l’aborto è vietato ma proibisce «l’aborto per smembramento» definito quale
procedura che «consapevolmente smembra un nascituro vivo e lo estrae dall’utero
un pezzo alla volta». Un linguaggio che mette al bando anche l’interruzione
dopo la 18esima settimana di gestazione in cui il medico di solito uccide il
feto con un’iniezione che gli blocca il battito cardiaco prima di procedere con
l’estrazione. Una misura accolta con favore dai sostenitori del diritto alla
vita, ma che fa prevedere un’accesa battaglia legale anche perché per la Corte
Suprema Usa l’aborto è legale fino alla 24esima settimana.
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