Care amiche,
cari amici
Domenica scorsa 12 aprile le Sentinelle
in Piedi sono tornate a vegliare a Milano. Anche questa volta sono state
accolte da un gruppo più numeroso delle volte precedenti di contestatori, tutti
gayfriendly, ma anche laici e antifascisti, come era scritto su uno dei
cartelli che portavano.
Erano raccolti dietro a uno striscione giallo, che
sintetizzava con le parole LIMONE DURO il senso della presenza in piazza di
questi uomini e donne che insultavano le Sentinelle in Piedi affermando
che le avrebbero spazzate via dalle strade della città. “Limone duro” perché al
silenzio composto e ordinato delle Sentinelle in Piedi opponevano
"limonate" di gruppo, prevalentemente fra donne, almeno così io ho
potuto osservare, e urla un poco patetiche, tipiche dei cortei degli Anni
Settanta, cariche di violenza.
Chi è passato dall'Arco della pace in
quel pomeriggio di sole ha potuto notare due mondi contrapposti, molto diversi
fra loro. Da una parte grida, odio, rancore, disordine, dietro a una consunta
bandiera arcobaleno e appunto ad uno striscione che invitava al Limone duro.
Dall'altra il silenzio composto di centinaia di persone che leggevano un libro,
guardando tutte nella direzione del Castello sforzesco e che quasi sembrava non
sentissero le urla rivolte contro di loro. Per chi ha dimestichezza con gli
Esercizi spirituali di sant'Ignazio, era facile ripetere la composizione
di luogo che il maestro di preghiera basco invita a fare negli Esercizi fra "l'accampamento
di Babilonia" e quello di Cristo, che è un'immagine per evocare il
disordine contrapposto all'ordine. Per chi non ha dimestichezza ma capisce le
battute, valga quello che ha detto uno dei tanti poliziotti e carabinieri
presenti sulla piazza e che voglio espressamente ringraziare per la
professionalità con cui hanno gestito la piazza. Questo poliziotto infatti ha
detto, in modo lapidario ma direi anche definitivo: "loro gridavano come
dei pazzi, ma nessuna delle Sentinelle che vegliavano li cagava". Scusate
l'espressione, ma è andata proprio così.
Come sapete, le Sentinelle in
Piedi vegliano per affermare che il matrimonio esiste solo fra un uomo e
una donna e che un bambino ha diritto di avere un padre e una madre. Pertanto,
vegliano contro il disegno di legge Cirinnà, che andrà in discussione in
Parlamento nelle prossime settimane e vuole introdurre l'equiparazione fra il
matrimonio omosessuale e quello fra un uomo e una donna. Nello stesso senso,
hanno vegliato per 18 mesi contro il ddl Scalfarotto, che è stato approvato
dalla Camera dei deputati e giace fermo da mesi in Senato, e che vorrebbe
mandare in galera chi "osasse" affermare queste verità politicamente
scorrette.
Vegliare non è inutile, anche se le
forze ideologiche e politiche che sostengono lo sgretolamento della famiglia
attraverso l'ideologia gender sembrano troppo potenti. La veglia segnala
l'esistenza di donne e uomini che non si arrendono all'arroganza di media,
partiti, lobby che senza troppo esporsi stanno portando l'assalto alla realtà
della famiglia e della natura, affermando che non esiste un progetto di Dio
sull'uomo e sulla società. E queste veglie possono contribuire a risvegliare la
coscienza di molti, che magari non hanno ancora capito il rischio che stanno
correndo i loro figli o i loro nipoti.
Per cui continuiamo a sostenere
queste veglie silenziose, che sono anche uno spettacolo di civiltà, grazie al
silenzio e all'uso del libro, contro il rumore e contro l'ignoranza. E
facciamolo anche per coloro che vengono a contestare le Sentinelle in Piedi,
nella speranza che osservino bene la contrapposizione e, vedendo, capiscano.
A tutti
appuntamento per la prossima veglia sabato 23 maggio a Milano e in altre
cento città.
FONTE: Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica
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