mercoledì 15 aprile 2015

UNA DOMENICA DA "SENTINELLA"



Care amiche, cari amici

            Domenica scorsa 12 aprile le Sentinelle in Piedi sono tornate a vegliare a Milano. Anche questa volta sono state accolte da un gruppo più numeroso delle volte precedenti di contestatori, tutti gayfriendly, ma anche laici e antifascisti, come era scritto su uno dei cartelli che portavano.

            Erano raccolti dietro a uno striscione giallo, che sintetizzava con le parole LIMONE DURO il senso della presenza in piazza di questi uomini e donne che insultavano le Sentinelle in Piedi affermando che le avrebbero spazzate via dalle strade della città. “Limone duro” perché al silenzio composto e ordinato delle Sentinelle in Piedi opponevano "limonate" di gruppo, prevalentemente fra donne, almeno così io ho potuto osservare, e urla un poco patetiche, tipiche dei cortei degli Anni Settanta, cariche di violenza.

            Chi è passato dall'Arco della pace in quel pomeriggio di sole ha potuto notare due mondi contrapposti, molto diversi fra loro. Da una parte grida, odio, rancore, disordine, dietro a una consunta bandiera arcobaleno e appunto ad uno striscione che invitava al Limone duro. Dall'altra il silenzio composto di centinaia di persone che leggevano un libro, guardando tutte nella direzione del Castello sforzesco e che quasi sembrava non sentissero le urla rivolte contro di loro. Per chi ha dimestichezza con gli Esercizi  spirituali di sant'Ignazio, era facile ripetere la composizione di luogo che il maestro di preghiera basco invita a fare negli Esercizi fra "l'accampamento di Babilonia" e quello di Cristo, che è un'immagine per evocare il disordine contrapposto all'ordine. Per chi non ha dimestichezza ma capisce le battute, valga quello che ha detto uno dei tanti poliziotti e carabinieri presenti sulla piazza e che voglio espressamente ringraziare per la professionalità con cui hanno gestito la piazza. Questo poliziotto infatti ha detto, in modo lapidario ma direi anche definitivo: "loro gridavano come dei pazzi, ma nessuna delle Sentinelle che vegliavano li cagava". Scusate l'espressione, ma è andata proprio così.

            Come sapete, le Sentinelle in Piedi vegliano per affermare che il matrimonio esiste solo fra un uomo e una donna e che un bambino ha diritto di avere un padre e una madre. Pertanto, vegliano contro il disegno di legge Cirinnà, che andrà in discussione in Parlamento nelle prossime settimane e vuole introdurre l'equiparazione fra il matrimonio omosessuale e quello fra un uomo e una donna. Nello stesso senso, hanno vegliato per 18 mesi contro il ddl Scalfarotto, che è stato approvato dalla Camera dei deputati e giace fermo da mesi in Senato, e che vorrebbe mandare in galera chi "osasse" affermare queste verità politicamente scorrette.

            Vegliare non è inutile, anche se le forze ideologiche e politiche che sostengono lo sgretolamento della famiglia attraverso l'ideologia gender sembrano troppo potenti. La veglia segnala l'esistenza di donne e uomini che non si arrendono all'arroganza di media, partiti, lobby che senza troppo esporsi stanno portando l'assalto alla realtà della famiglia e della natura, affermando che non esiste un progetto di Dio sull'uomo e sulla società. E queste veglie possono contribuire a risvegliare la coscienza di molti, che magari non hanno ancora capito il rischio che stanno correndo i loro figli o i loro nipoti.

            Per cui continuiamo a sostenere queste veglie silenziose, che sono anche uno spettacolo di civiltà, grazie al silenzio e all'uso del libro, contro il rumore e contro l'ignoranza. E facciamolo anche per coloro che vengono a contestare le Sentinelle in Piedi, nella speranza che osservino bene la contrapposizione e, vedendo, capiscano.

A tutti appuntamento per la prossima veglia sabato 23 maggio a Milano e in altre cento città.

FONTE: Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica

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