Parte 2
William F.
Albright, il più eminente archeologo americano, cominciò a fare degli scavi nel
1922 e perfezionò il sistema di datazione della ceramica confrontando gli
oggetti di un sito con quelli di tutti gli altri, in base alla insuperata
conoscenza che ne aveva. Tra gli archeologi più autorevoli che lavorarono in
Palestina negli ultimi cinquant'anni ricordiamo Kathleen Kenyon (1906-1978).
Nei suoi scavi di Gerico (1952-1958) applicò il metodo stratigrafico dello
sterro e dell'annotazione, con risultati brillanti.
Si tratta di una
metodologia di scavo che prevede di andare sempre più in profondità, rimuovendo
ciò che man mano si trova dopo aver catalogato i reperti e annotato con cura la
loro posizione. Così si raggiungono i livelli più antichi di un insediamento
abitato, che sono situati più in profondità.
Gli scavi della Kenyon a Gerico e
quelli successivi a Gerusalemme (1961-1967) addestrarono o influenzarono molti
archeologi che hanno lavorato posteriormente in Palestina. Una metodologia più
recente, adottata dagli archeologi israeliani, prevede non l'indagine
approfondita su un singolo sito ma una ricerca più rapida e superficiale su una
regione più ampia. In questo modo è possibile farsi un'idea di come e quanto
era abitata una regione in un determinato periodo, quali erano le attività
economiche principali e le relazioni tra i diversi insediamenti e villaggi.
Certi autori hanno ritenuto di poter
usare l'archeologia per "dimostrare" la Bibbia; ciò, però, implica
chiedere all'archeologia più di quanto è nelle sue possibilità. L'archeologia
non è in grado di dimostrare la Bibbia e neppure di contraddire le sue
affermazioni che hanno un taglio più religioso che meramente storico.
L'archeologia può invece essere utile in ciò che riguarda la storia biblica e le
usanze d'Israele. Se la Bibbia, o qualche altro libro antico, dice che la gente
seguiva certi tipi di comportamento in un dato tempo, le scoperte archeologiche
possono rivelare se succedeva proprio così. Del resto, il fatto che i risultati
delle scoperte archeologiche concordino con le narrazioni degli antichi
scrittori su un episodio antico, non prova ancora che quell'episodio si sia
verificato.
Collocare questi documenti nel loro
antico ambiente è uno dei servizi principali dell'archeologia, perché consente
così ai lettori moderni di apprezzarli meglio a livello storico e culturale.
Poiché tutte queste scoperte accrescono le nostre conoscenze del mondo in cui
fu scritta la Bibbia, permettono anche al suo messaggio religioso specifico di
risaltare con più forza.
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