lunedì 20 aprile 2015

CORSO DI GUARIGIONE



               Ogni uomo ha una sua chiamata che poggia su di Lui. Ciò implica che noi possiamo fare ciò per cui ci ha chiamati. La chiamata è personale e ciò serve per fare comunione. La chiamata di Dio non è uniforme. I nostri schemi di pensiero ci sfalsano la percezione delle cose. La chiamata di Dio non è uniforme perché rispetta ciò che io sono. Se io non posso scegliere liberamente non sono più nell'amore. Il nostro dramma è discernere. Discernere è difficile. 

            Se fossi obbligato ad amarti non ti amerei. Ma siccome tutto è basato sull'amore, la libertà significa avere la libertà di scegliere. La chiamata di Dio è udibile ma non è mai rumorosa. Bisogna fare la scelta di tendere l'orecchio prima di ascoltarlo. C'è la tentazione che Dio si manifesti con trombe. Ma Dio si manifesta nel silenzio. Lavoriamo attraverso l'adorazione, l'accompagnamento spirituale, la qualità di ascolto ma dobbiamo accettare un margine di amore possibile.

             La chiamata è preferibile alle altre e ci fa una proposta di possibilità che sono tutte buone. Io ti conosco meglio di quanto tu conosca te, ed è come se egli dice che è li che tu staresti meglio, perché Lui tiene conto delle capacità, delle ferite e dei carismi. Dio non è impositivo ma propositivo.  Quando non vanno bene le cose è perché non si è risposto si alla chiamata di Dio. Se rispondiamo no, Dio mi da i carismi per restare fedele all'impegno scelto purché si rimanga sempre fedeli a Dio.

            Quando si dice si di colpo a Dio, non si fa i conti col fatto che si è fatta una scelta leggera, perché la prima risposta spontanea da peccatore è il no, ma dopo, con lentezza si risponderà si. I doni di Dio sono irrevocabili. Dio dona e non riprende mai. Dio si adatta e mi propone di rispondere si la dove sono. L'importante non è guardare al passato e a tutte le non risposte date alle chiamate, ma l'importante è dare la risposta alla nuova chiamata di Dio. 

Come si riconosce la chiamata?

            Dagli avvenimenti che mi capitano e dal mio desiderio più profondo. Gli avvenimenti sono quelli che si verificano con una certa continuità e convergenza. Ma questi non bastano per decidere la risposta. Bisogna tenere conto anche del mio desiderio. La decisione non viene mai dall'esterno ma dall'interno facendo il discernimento della chiamata .

            La conseguenza del si alla chiamata (la risposta), libera una potenza spirituale. Il nostro fine è quello di diventare offerta, il si fa si di ricevere la grazia di aprire il proprio essere ed offrire. Ma per far agire la grazia, bisogna che io la segua. Dio mi da la grazia ma  io devo seguire ogni giorno. Dio mi da la capacità di incarnare grazia quotidianamente. 

            Nel prendere la corrispondenza alla chiamata si può guarire.

LA NON RISPOSTA

            Se non si risponde alla chiamata si può pensare che qualcuno lo faccia per me. Ma noi siamo unici e perciò non è così. Ci sono allora tanti chiamati ma pochi eletti perché pochi rispondono. Se dico si sono eletto se dico no mi allontano.      Cosa succede quando dico si e con l'andar del tempo il si detto svanisce? C'è un tempo in cui il Signore chiama e la chiamata può risiedere molto lontano anche da bambino.

FONTE : Titolo : Corso di guarigione; Autore: Laura Casali

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