Ogni uomo ha
una sua chiamata che poggia su di Lui. Ciò implica che noi possiamo fare ciò
per cui ci ha chiamati. La chiamata è personale e ciò serve per fare comunione.
La chiamata di Dio non è uniforme. I nostri schemi di pensiero ci sfalsano la percezione
delle cose. La chiamata di Dio non è uniforme perché rispetta ciò che io sono.
Se io non posso scegliere liberamente non sono più nell'amore. Il nostro dramma
è discernere. Discernere è difficile.
Se fossi obbligato ad amarti non ti
amerei. Ma siccome tutto è basato sull'amore, la libertà significa avere la
libertà di scegliere. La chiamata di Dio è udibile ma non è mai rumorosa.
Bisogna fare la scelta di tendere l'orecchio prima di ascoltarlo. C'è la
tentazione che Dio si manifesti con trombe. Ma Dio si manifesta nel silenzio.
Lavoriamo attraverso l'adorazione, l'accompagnamento spirituale, la qualità di
ascolto ma dobbiamo accettare un margine di amore possibile.
La chiamata è preferibile alle altre
e ci fa una proposta di possibilità che sono tutte buone. Io ti conosco meglio
di quanto tu conosca te, ed è come se egli dice che è li che tu staresti meglio,
perché Lui tiene conto delle capacità, delle ferite e dei carismi. Dio non è
impositivo ma propositivo. Quando non
vanno bene le cose è perché non si è risposto si alla chiamata di Dio. Se
rispondiamo no, Dio mi da i carismi per restare fedele all'impegno scelto
purché si rimanga sempre fedeli a Dio.
Quando si dice si di colpo a Dio,
non si fa i conti col fatto che si è fatta una scelta leggera, perché la prima
risposta spontanea da peccatore è il no, ma dopo, con lentezza si risponderà
si. I doni di Dio sono irrevocabili. Dio dona e non riprende mai. Dio si adatta
e mi propone di rispondere si la dove sono. L'importante non è guardare al
passato e a tutte le non risposte date alle chiamate, ma l'importante è dare la
risposta alla nuova chiamata di Dio.
Come si riconosce la chiamata?
Dagli
avvenimenti che mi capitano e dal mio desiderio più profondo. Gli
avvenimenti sono quelli che si verificano con una certa continuità e
convergenza. Ma questi non bastano per decidere la risposta. Bisogna tenere
conto anche del mio desiderio. La decisione non viene mai dall'esterno ma
dall'interno facendo il discernimento della chiamata .
La conseguenza del si alla chiamata
(la risposta), libera una potenza spirituale. Il nostro fine è quello di
diventare offerta, il si fa si di ricevere la grazia di aprire il proprio
essere ed offrire. Ma per far agire la grazia, bisogna che io la segua. Dio mi
da la grazia ma io devo seguire ogni
giorno. Dio mi da la capacità di incarnare grazia quotidianamente.
Nel prendere la corrispondenza alla
chiamata si può guarire.
LA NON
RISPOSTA
Se non si risponde alla chiamata si può
pensare che qualcuno lo faccia per me. Ma noi siamo unici e perciò non è così.
Ci sono allora tanti chiamati ma pochi eletti perché pochi rispondono. Se dico
si sono eletto se dico no mi allontano. Cosa
succede quando dico si e con l'andar del tempo il si detto svanisce? C'è un
tempo in cui il Signore chiama e la chiamata può risiedere molto lontano anche
da bambino.
FONTE :
Titolo : Corso di guarigione; Autore: Laura Casali
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