Care amiche,
cari amici,
ci stiamo avvicinando alla Domenica
della Misericordia, che verrà celebrata in tutto il mondo cattolico domenica
prossima, la Domenica in albis, la prima dopo la Pasqua. La festa
liturgica è stata istituita da San Giovanni Paolo II nel 2000, quando entra
ufficialmente nel Messale romano.
Nella stessa giornata, il 30 aprile 2000, il
Pontefice ha anche canonizzato Faustina Kowalska (1905-1938), la suora polacca
incaricata da Dio di diffondere nel mondo questa devozione, che ha come scopo
di aumentare la fiducia in Dio, soprattutto nei peccatori, e di porre un limite
al male facendo sorgere nel mondo un movimento popolare che renda gloria al
Signore, adorandolo soprattutto come Gesù misericordioso. Infatti, sotto
l'icona che Faustina ebbe l'incarico di fare disegnare, c'è la scritta
"Gesù confido in Te".
La missione di
suor Faustina
Faustina muore alla vigilia
dell'inizio della Seconda guerra mondiale ed è perfettamente consapevole che la
sua missione comincia allora e si realizzerà soprattutto dopo la sua morte, in
particolare grazie agli sforzi del suo direttore spirituale, il sacerdote Don
Michele Sopocko (1888-1975), riconosciuto come beato nel 2008. Come ricorderà
Giovanni Paolo II, è anzitutto nella tragedia della guerra che si comincia a
comprendere il significato storico della Divina misericordia, nel suo legame
con il XX secolo. Questa devozione sarà la risposta di Dio alla diffusione del
male, che colpisce anzitutto la Polonia nel 1939, quando viene meno come Stato
in seguito all'invasione simultanea degli eserciti nazista e comunista, in
seguito al Patto Molotov-Ribbentrop. Dopo la momentanea alleanza, l'esercito
tedesco invade l'Unione Sovietica e le conseguenze drammatiche della guerra
rendono ancora più puntuale la necessità di un culto speciale alla Divina
misericordia. Quest'ultima, infatti, sembra essere l'antidoto scelto dalla
Provvidenza per fare fronte alla disperazione che colpisce i popoli durante e
dopo la guerra, in particolare quelli sottoposti alla dominazione comunista.
Verso il
riconoscimento
Ma l'onda lunga dell'apostolato della
"piccola segretaria" della Divina misericordia, come verrà chiamata
suor Faustina durante una delle tante apparizioni di Gesù, arriva fino ai
nostri giorni. Infatti, il riconoscimento da parte della Chiesa è lungo e
complicato. Se infatti la devozione prende subito piede durante la guerra in
Polonia e in Lituania (dove operava il beato Sopocko) durante e nonostante
l'occupazione nazista e poi la dominazione comunista, a Roma il S. Uffizio
mette un freno alla diffusione con una Notificazione del 6 marzo 1959 che vieta
la diffusione del culto alla Divina misericordia secondo le indicazioni
contenute nelle apparizioni di Santa Faustina.
Ma la devozione non si blocca, anche
se continua nel rispetto e nell'obbedienza alle decisioni della Santa Sede.
Continua privatamente e continua l'iter del riconoscimento della santità di
suor Faustina, soprattutto per iniziativa dell'episcopato polacco ma anche
sotto la spinta del prefetto del S. Uffizio, il card. Alfredo Ottaviani
(1890-1979). Così, tra il 1965 e il 1967, a Cracovia, si svolge il processo
diocesano, che ha esito positivo tanto che nel 1968 la documentazione viene
consegnata a Roma. Passeranno ancora dieci anni e finalmente, nel 1978, la
Congregazione per la dottrina della Fede annulla le disposizioni del 1959 sulla
base dei nuovi documenti allora sconosciuti.
Il 1978 è anche l'anno in cui
diventa Papa uno dei maggiori sostenitori della diffusione del culto alla
Divina misericordia e che poi sarà il principale artefice della sua definitiva
consacrazione. Giovanni Paolo II scrive nel 1980 la sua seconda enciclica
dedicandola alla misericordia (Dives in misericordia), nel 1993
beatifica e nel 2000 canonizza la santa istituendo la festa liturgica: nel
2002, infine, recita l'Atto di affidamento del mondo alla Divina
misericordia nel Santuario dove Santa Faustina è sepolta, a
Cracovia-Lagiewniki.
La Misericordia
contro il peccato sociale
Il prolungarsi del riconoscimento ha
permesso che il culto si diffondesse nel tempo della postmodernità, quando il
mondo ha a che fare con qualcosa di diverso dal male delle ideologie, bensì
dalla dittatura del relativismo e, in generale, da una accelerazione del
processo di corruzione dell'umano attraverso quella rivoluzione in interiore
homine che prende avvio nel 1968. Come ha scritto San Giovanni Paolo II
nell'esortazione apostolica Reconciliatio et paenitentiae (1984), questa
situazione ha favorito la diffusione di massa del peccato, che è così diventato
un "peccato sociale", ferendo profondamente il corpo sociale e
milioni di persone.
In questo senso si può osservare una
ulteriore provvidenzialità del culto alla Divina misericordia, che mira alla
conversione dei peccatori, dei tanti uomini della nostra epoca che si sono
allontanati da Dio, sono sprofondati nel male e rischiano di disperare di
potersi salvare e di potere essere perdonati. A loro la Chiesa oggi può offrire
la strada della riconciliazione proponendo la devozione insegnata nel Diario
di Santa Faustina come una delle modalità principali della nuova
evangelizzazione, come un rimedio alla tentazione della disperazione, il più
grave dei peccati perché non riconosce in Dio la Sua infinita Misericordia.
Misericordia che è al centro del
Magistero di Papa Francesco, collegandolo così a quello dei suoi predecessori.
FONTE: Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica
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