lunedì 13 aprile 2015

CORSO DI GUARIGIONE



REAZIONE 

            E' quella di essere in rivolta. In questo momento divento capace di male. Se da piccolo io subisco una ferita e ricevo un atto aggressivo divento aggressivo e non ho più bisogno di ricevere aggressività perché io sono risorsa di aggressività.

         Dopo il peccato vogliamo avere e c'è confusione tra essere e avere. La capacità di amare sta solo nell'amare. Se siamo feriti pensiamo di non essere più capaci di amare ma non è vero e così si scambia l'essere per avere. La capacità di amare è una capacità spirituale e non fisica.

Amore = essere

            L'amore ha bisogno di una pienezza. Se sono ferito nell'amore sono addolorato e nasce il dubbio di essere amato, che mi porta alla perdita di fiducia, che mi porta all'indipendenza, che mi porta alla rottura della relazione che mi porta alla prova. Che era il primo sentimento che noi sperimentiamo e questo è il vissuto cosciente che ci porta a soffrire. E la paura mi porta a  chiudermi dentro di me e mi compenso, scappo dalla paura, la paura mi porta all'avere e l'avere mi porta alla concupiscenza. Così l'essere e l'avere diventano la stessa cosa. 

            Ho confusione non so più chi sono, penso di essere per ciò che ho. E se io perdo qualcosa che ho io, entro nella paura perché penso che mi venga portato via l'essere. Ho paura della morte. Ma viene portato via solo l'avere. La rivolta è una reazione naturale. Tutta questa realtà mi porta alla sofferenza.  Se noi neghiamo questo, noi neghiamo ciò che siamo. Noi siamo prima una meraviglia e poi una miseria ma per scoprire le meraviglie bisogna prima scoprire la nostra miseria, bisogna prendere conoscenza della nostra miseria dei nostri peccati per poi conoscere la nostra meraviglia.

            Il peccato ha radice nell'orgoglio e non nell'umiltà. Il cammino di perdono non si fa quando non siamo convinti. Caratteristiche della chiamata di Dio e della risposta dell'uomo. La chiamata di Dio è generale, ogni persona di qualsiasi età e attività può essere chiamato. Il regno di Dio è già in mezzo a noi ma non lo è ancora interamente. Ognuno di noi è unico nel collaborare alla creazione del regno di Dio, se uno di noi manca si crea un buco. 

            E' falso credere che alcuni vengano chiamati da Dio ed altri no. L'importante in questa risposta è l'attitudine del cuore. Ciò che conta non è la forma ma la profondità. Ci sono tre livelli nella chiamata.

Il battesimo.
Il matrimonio.
La chiamata incarnata.

            La chiamata incarnata contiene le prime due. La chiamata incarnata è prioritaria, è Dio che chiama e non l'uomo che chiama Dio. Non è l'uomo che sceglie Dio ma è Dio che sceglie l'uomo. E Dio lascia la libertà di risposta. Dio non ci sceglie per ciò che facciamo ma per ciò che siamo. Se pensiamo che è Dio che cerca l'uomo noi possiamo pensare di fare le opere per Dio (è una scelta di fare le opere per Dio). Bisogna insistere sull'ascolto di Dio. E' qui che comincia la chiamata nell'ascolto. Questa chiamata è unica e personale.

FONTE : Titolo : Corso di guarigione; Autore: Laura Casali

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