Nell’omelia a santa Marta di lunedì 27 gennaio
papa Francesco è tornato a parlare di preti, come altre volte ultimamente. In
questa occasione però non li ha citati per esortali o riprenderli, bensì per
lodarli e ricordare a noi fedeli il loro prezioso e silenzioso lavoro.
Il
rimprovero è rivolto invece ai media che dimenticano troppo facilmente questi
sacerdoti «coraggiosi, santi, buoni e fedeli» , ma che non mancano occasione di
diffondere accuse o montare calunnie quando al centro della notizia c’è un uomo
in talare. «Eh sì» ha detto Bergoglio, fingendo il dialogo con un fedele «anche
io l’ho letto, ma, dimmi, sui giornali vengono le notizie di quello che fanno
tanti sacerdoti, tanti preti in tante parrocchie di città e di campagna, tanta
carità che fanno, tanto lavoro che fanno per portare avanti il loro popolo? Ah,
no! Questa non è notizia».
Il
concetto è stato spiegato a margine dell’omelia sulla prima lettura
tratta dal secondo libro di Samuele (2sam 5, 1-7) in cui si narra dell’unzione
a re di Davide quando all’unanimità le tribù di Israele lo scelsero per
regnare. L’unzione del re Davide è l’evento che spinge papa Francesco a
ribadire che la Chiesa non è un partito politico o una organizzazione
umanitaria: «Qual è la differenza tra essere un organizzatore politico
del paese e essere re unto?» ha chiesto il papa. «Dice la Bibbia che dopo
l’unzione lo Spirito del Signore scese su Davide» e così «l’unzione fa che lo
Spirito del Signore scenda sulla persona e sia con lui».
L’unzione
del re Davide si perpetua oggi nella Chiesa nei vescovi e nei preti: «non sono
eletti soltanto per portare avanti un’organizzazione che si chiama Chiesa
particolare. Sono unti. Hanno l’unzione e lo spirito del Signore è con loro » e
per questo che «i preti portano avanti le parrocchie e tanti altri lavori»
perché «in questa unzione una Chiesa particolare ha la sua forza e, per
partecipazione, anche i preti sono unti: il vescovo impone le mani e fa
l’unzione su di loro».
Per
questo noi fedeli «dobbiamo pensarli così: unti». Il papa ha voluto
rimarcare il ringraziamento e ha ricordato il servizio di tanti preti ignorati
che portano Cristo nel mondo e sono per il popolo dei fedeli esempi di
fede e carità. Ha continuato papa Francesco: «quanta gente ha ricevuto la forza
della fede, la forza dell’amore, la speranza da questi parroci anonimi, che noi
non conosciamo. E sono tanti!». Sono «parroci di campagna o parroci di città
che, con la loro unzione, hanno dato forza al popolo, hanno trasmesso la
dottrina, hanno dato i sacramenti, cioè la santità».
Il
primo ringraziamento deve venire da noi perché «grazie a loro oggi noi
siamo qui, sono stati loro che ci hanno battezzato».
FONTE: Scritto da Michele Canali
Nessun commento:
Posta un commento