martedì 18 febbraio 2014

MACERATA DICE SI ALLA FAMIGLIA



            Questa è una buona notizia, che merita di essere conosciuta in tutto il Paese, perché dimostra che non dappertutto il senso comune è scomparso e affinché quanto accaduto in Comune a Macerata, e prima a Vercelli, possa ripetersi altrove. Dimostra anche che persone coraggiose militano ovunque, a prescindere dal partito di appartenenza.

            Aumenta il numero di comuni in cui viene presentata la mozione scritta sulla traccia del Manifesto di Alleanza Cattolica in difesa della famiglia e della libertà d’espressione. Nonostante le molte difficoltà e le forti opposizioni che trova, una buona notizia arriva da Macerata, nelle Marche, dove il Consiglio comunale, su proposta di Giuliano Meschini (Idv), ha approvato l’odg, grazie al voto determinante di alcuni esponenti del PD. Ma lascia stupiti e fa riflettere il clima che si è venuto a creare nei giorni successivi. È scoppiato un vero e proprio pandemonio che ha scomodato perfino i palazzi della regione e si sono succedute, in questi ultimi giorni, veementi dichiarazioni di vari esponenti politici preoccupati di far bella figura di fronte alle associazioni omosessualiste, che hanno tuonato la loro condanna.

            La rivista on-line Cronache Maceratesi ha definito la decisione del comune come una «provocazione ideologica» dal tono omofobo. L’Anpi (Associazioni Partigiani Nazionali d’Italia) e l’Arcigay, subito intercettati dai giornali della zona, hanno parlato di cultura «anti democratica» e di «chiaro intento omofobo che va condannato senza esitazioni». L’assessore regionale Paola Giorgi ha chiesto a Macerata di annullare la votazione e ha preso l’incarico di istituire dei Centri d’ascolto regionali per fronteggiare il pericolo omofobo. 

            Questo clima può vagamente dare l’idea di quello che accade a chi si discosta dal pensiero unico e di quello che può accadere una volta approvata a livello nazionale la legge sull’omofobia. A difesa del coraggioso operato di Meschini poche voci isolate. Deborah Pantana (Forza Italia), vice presidente del consiglio comunale di Macerata, ha sostenuto che l’ordine del giorno è «pienamente in linea col rispetto del diritto alla vita e del primario ruolo della famiglia nella società».
Per utilità riportiamo di seguito il testo della mozione.

ODG: Unioni di fatto e omofobia
            Di fronte a proposte di legge che vogliono introdurre anche in Italia un riconoscimento giuridico delle unioni di fatto, anche omosessuali, e le norme cosiddette anti-omofobia, sapendo che sono in gioco principi e valori generali, che chiunque può riconoscere sulla base della ragione,
premesso 
 - che «La famiglia non può essere umiliata e indebolita da rappresentazioni similari che in modo felpato costituiscono un vulnus progressivo alla sua specifica identità, e che non sono necessarie per tutelare diritti individuali in larga misura già garantiti dall’ordinamento» (Cardinale Angelo Bagnasco, Discorso all'Assemblea Generale dei Vescovi italiani, 21 maggio 2013);
- che i diritti individuali dei singoli conviventi, in Italia, sono in larga misura già garantiti dall’ordinamento e che le unioni civili introdotte dalle varie proposte di legge recentemente presentate in Parlamento sono precisamente quelle «rappresentazioni similari» alla famiglia che non possono essere in alcun modo accettate;
considerato
- che l’esperienza di tanti Stati, a partire dalla Francia e dalla Gran Bretagna, mostra che le leggi sulle unioni civili non sono un’alternativa ma l’apripista alle leggi sul matrimonio e le adozioni omosessuali. 
constatato inoltre
- che, nonostante l'eventuale introduzione del delitto o dell’aggravante della omofobia venga presentata come uno strumento di lotta contro la violenza e le aggressioni, il nostro ordinamento punisce già, senza distinzioni, ogni aggressione all’integrità della persona e alla sua sfera morale, e in più contiene le aggravanti dei «motivi abietti» e del profittare delle condizioni di debolezza della vittima, la previsione di nuovi reati o aggravanti di questo tipo è rischiosa per la libertà dei cittadini, poiché da un concetto così esteso deriva uno spazio enorme di intervento penale, che rischia di mettere in pericolo sia la libertà di espressione del pensiero sia la libertà religiosa; 
- che, qualora si avverasse l'introduzione del  delitto o dell’aggravante della omofobia, il rischio di procedimenti penali sorgerebbe a fronte di qualsiasi giudizio critico, sul piano scientifico, etico ed educativo, di determinati orientamenti sessuali; o di qualsiasi dottrina religiosa, o espressione educativa, che sostenga la contrarietà al diritto naturale degli orientamenti sessuali diversi da quello eterosessuale;
- che il carattere nocivo di queste eventuali leggi si deduce dall'esperienza, dal buon senso e dai principi della legge naturale, da cui la legge positiva non può allontanarsi se vuole essere vera legge, i quali – in quanto riconoscibili dalla ragione – s'impongono a tutti a prescindere dalla fede e dall'appartenenza religiosa, e da tutti chiedono di essere rispettati;
si invita
il Sindaco (nome della città) a trasmettere il presente atto ai rappresentanti parlamentari del territorio affinché essi possano difendere, nell'espletamento del loro mandato, la famiglia naturale e la libertà di espressione da proposte legislative pericolose e insensate.
Scritto da Michele Canali

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari