martedì 11 febbraio 2014

SENTINELLE IN PIEDI



Costruire una rete di relazioni virtuose

Care amiche, cari amici,

            il crescente consenso ottenuto dalle veglie promosse dalle Sentinelle in Piedi dimostra la presenza in Italia di un consistente numero di persone che non si arrendono di fronte allo sfascio del nostro Paese e, soprattutto, che hanno individuato le profonde radici antropologiche della crisi attuale.

            È emblematico infatti che mentre la crisi economica colpisce le famiglie e fa aumentare la disoccupazione, nel Parlamento italiano sia in discussione, già approvato dalla Camera, un disegno di legge che vuole mandare in prigione chi afferma che il matrimonio che fonda la famiglia può esistere soltanto fra un uomo e una donna e che i bambini hanno diritto di avere un papà e una mamma.

            Il fatto che sempre più persone partecipino alle veglie e soprattutto chiedano di promuoverle in un numero crescente di città, anche piccole, dimostra non soltanto che queste persone sono preoccupate per il contenuto liberticida di questo disegno di legge, ma che hanno capito come il cuore della crisi che colpisce il mondo occidentale sia antropologica, cioè riguardi la persona, i suoi ideali, il suo modo di vivere. 

            Crisi antropologica non è una parolona usata per esprimere qualcosa di incomprensibile, ma è la risposta al fatto che ciascuno di noi incontra ogni giorno persone sempre più stanche e disperate, persone che stanno perdendo anche quel benessere economico che avevano fino a qualche anno fa. 

            Queste persone hanno bisogno di ragioni per vivere, di ideali cui donarsi con entusiasmo. Le Sentinelle in Piedi offrono loro una prospettiva di rinascita, partendo dalla difesa della libertà da uno Stato sempre più invadente e ideologicamente orientato a penalizzare la famiglia, uno Stato che adotta nelle proprie scuole l'ideologia del gender, che è alla base del processo di distruzione della nostra civiltà attraverso la negazione del fatto che ogni persona abbia una natura sessuata.

            Ma oltre alla protesta contro il rischio che corre la nostra libertà, le Sentinelle in Piedi indicano una strada da percorrere, un orizzonte verso cui andare anzitutto come singole persone e come famiglie. Insomma, offrono una speranza.

            Questa speranza è la costruzione di una rete di amicizie che permetta al corpo sociale di resistere contro il progetto di distruzione di quanto abbiamo di più caro.

            La costruzione di una rete è importante soprattutto in un mondo dove sta scomparendo la capacità di incidere da parte delle realtà organizzate che si dovrebbero fare carico di difendere i princìpi che fondano la nostra civiltà. Infatti, se confrontiamo la situazione attuale con il Family day, che si svolse nel 2007, non nel Medioevo, ci rendiamo conto di come le cose siano profondamente cambiate. Allora un milione e più di persone affollarono piazza San Giovanni a Roma chiamate dal Forum delle associazioni familiari e dalla mobilitazione della Chiesa italiana guidata dal card. Ruini. La proposta di equiparare le coppie di fatto anche omosessuali al matrimonio venne ritirata. Nello stesso senso, durante la scorsa legislatura, il disegno di legge sull'omofobia venne dichiarato per due volte incostituzionale.

            Oggi non esiste più una mobilitazione paragonabile a quella di allora e non esiste una maggioranza parlamentare in grado di ripetere la dichiarazione di incostituzionalità del ddl sull'omofobia.

            Tuttavia rimangono molte persone disposte a impegnarsi con modalità diverse come, appunto, sono quelle delle Sentinelle in Piedi.

            Questa forma di protesta è particolarmente adatta a intercettare persone singole, o famiglie, che non appartengono a gruppi organizzati, ma non hanno perduto il senso comune. Tale metodo di manifestare può attrarre anche persone lontane dalla fede cattolica, ma in qualche modo legate ai princìpi che vengono messi in discussione, come l'amore umano, il matrimonio, l'educazione dei figli, la differenza fra i maschi e le femmine e la loro complementarietà. Tutte queste persone, che possono professare diverse fedi religiose, o anche nessuna, avranno in comune il desiderio di difendere la libertà, la verità sul matrimonio e sulla famiglia, e potranno, partendo da questi valori comuni, costruire una rete di amicizie, di collaborazione e di solidarietà.

            Questo permetterà di ricostruire, lentamente, un tessuto sociale, cioè una serie di relazioni e di legami che potrebbero rendere la vita sociale meno difficile e certamente più bella di quella che ci stanno preparando i teorici del gender, autentici distruttori delle relazioni più autentiche che gli uomini sono riusciti a costruire nel corso del tempo.

EMMANUELE

FONTE :  Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica

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