È possibile?
Care amiche,
cari amici.
Ormai la guerra sul tema
omosessualità e ideologia del gender è scoppiata ed è sotto gli occhi di tutti.
L'incriminazione dell'arcivescovo emerito di Pamplona, mons. Fernando Sebastián
Aguilar (84 anni) è solo l'ultimo episodio.
Ve ne sono molti ormai, come
l'inaudito attacco dell'Onu alla Chiesa cattolica sulla pedofilia con annessa
interferenza mirante a fare cambiare alla Chiesa il suo insegnamento sul tema
“famiglia”. Ma ormai in tutto il mondo occidentale sono state approvate, o lo
stanno per diventare, leggi sull'omofobia, unioni civili e matrimoni
omosessuali, mentre viene insegnata nelle scuole l'ideologia gender e
scompaiono i termini padre e madre, troppo superati dal "senso della storia".
Nel mondo cattolico si stenta a
rendersi conto che siamo di fronte a una rivoluzione antropologica epocale.
Alcuni non si oppongono a queste leggi perché le ritengono almeno parzialmente
positive. Sono i "cattolici adulti" che non vogliono rimanere esclusi
dai progetti della modernità e sono sempre disponibili a minimizzare ogni
pretesa proveniente dai sacerdoti del progresso: "vogliono togliere i nomi
di padre e madre dai moduli di iscrizione dei bambini a scuola" come ha
fatto il nostro ineffabile Comune ambrosiano? "È una legittima
preoccupazione di delicatezza nei confronti delle famiglie omogenitoriali"
rispondono questi "cattolici adulti".
Altri però non sono così succubi
delle ideologie dominanti e sono restii a impegnarsi in queste battaglie antropologiche
perché le ritengono perse in partenza e credono che per risalire la china ci si
debba soprattutto impegnare sul piano educativo, insegnando e facendo crescere
le persone, e poi ci si debba "buttare fuori", cioè andare verso i
nostri concittadini a parlare loro di Cristo, l'unico Salvatore del mondo. È
l'apostolato, la missione che è la prima preoccupazione di papa Francesco.
Meglio ancora è la nuova evangelizzazione.
Ora a me sembra non vi sia
contraddizione fra l'annuncio della fede, tanto più necessario in un contesto
sempre più scristianizzato, e la difesa di quanto sopravvive degli istituti
giuridici nati dalla cultura e dalla civiltà cristiane. Soprattutto quando
questo significa difendere la libertà di espressione, come nel caso del disegno
di legge Scalfarotto sull'omofobia, approvato alla Camera e in discussione in
Senato. È possibile educare i cattolici a essere missionari, a portare
l'annuncio del Vangelo negli ambienti dove vivono e lavorano, e
contemporaneamente invitarli ad aprire gli occhi, a riconoscere che è in corso
un processo di scristianizzazione, violento e subdolo, all'insegna di un
relativismo che tutto corrode e che penetra anche nelle nostre famiglie, fra i
nostri amici, in noi stessi, se non prestiamo attenzione e non chiediamo al
Signore la luce per farci comprendere che cosa sta accadendo?
Facciamo un altro esempio concreto,
che riguarda Milano. È una città che ha una doppia faccia. Da una parte è molto
scristianizzata nel senso che qui avvengono i peggiori esperimenti perché
operano le avanguardie culturali, artistiche e politiche che cercano di
anticipare gli "scossoni" che vogliono dare al Paese. D'altra parte è
una società dove esiste ancora un forte e radicato movimento cattolico, stretto
attorno all'arcivescovo. Ora, che cosa diremo ai nostri giovani, ai catechisti,
ai cattolici in generale? Che si devono trasformare in missionari nei confronti
di quelli che incontrano tutti i giorni, che sono atei o agnostici, islamici e
buddisti, ma anche che devono rendersi conto del significato di avere tolto il
nome di padre e di madre dai moduli di iscrizione dei bambini a scuola e che
devono quindi cercare una protesta intelligente, organizzata, volta a mettere
in crisi di consensi questa amministrazione politica che vuole ideologicamente
sfidare e offendere la presenza cattolica della città?
Insomma, è possibile proporre
entrambe le prospettive, essere contemporaneamente missionari e difensori delle
radici cristiane della nostra civiltà, annunciare Cristo e difendere gli spazi
di libertà necessari per l'apostolato?
Io credo che
sia possibile, e anche doveroso.
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