lunedì 17 febbraio 2014

MISSIONARI E DIFENSORI DELLA FAMIGLIA



È possibile?

Care amiche, cari amici.

            Ormai la guerra sul tema omosessualità e ideologia del gender è scoppiata ed è sotto gli occhi di tutti. L'incriminazione dell'arcivescovo emerito di Pamplona, mons. Fernando Sebastián Aguilar (84 anni) è solo l'ultimo episodio.

          Ve ne sono molti ormai, come l'inaudito attacco dell'Onu alla Chiesa cattolica sulla pedofilia con annessa interferenza mirante a fare cambiare alla Chiesa il suo insegnamento sul tema “famiglia”. Ma ormai in tutto il mondo occidentale sono state approvate, o lo stanno per diventare, leggi sull'omofobia, unioni civili e matrimoni omosessuali, mentre viene insegnata nelle scuole l'ideologia gender e scompaiono i termini padre e madre, troppo superati dal "senso della storia".

            Nel mondo cattolico si stenta a rendersi conto che siamo di fronte a una rivoluzione antropologica epocale. Alcuni non si oppongono a queste leggi perché le ritengono almeno parzialmente positive. Sono i "cattolici adulti" che non vogliono rimanere esclusi dai progetti della modernità e sono sempre disponibili a minimizzare ogni pretesa proveniente dai sacerdoti del progresso: "vogliono togliere i nomi di padre e madre dai moduli di iscrizione dei bambini a scuola" come ha fatto il nostro ineffabile Comune ambrosiano? "È una legittima preoccupazione di delicatezza nei confronti delle famiglie omogenitoriali" rispondono questi "cattolici adulti".

            Altri però non sono così succubi delle ideologie dominanti e sono restii a impegnarsi in queste battaglie antropologiche perché le ritengono perse in partenza e credono che per risalire la china ci si debba soprattutto impegnare sul piano educativo, insegnando e facendo crescere le persone, e poi ci si debba "buttare fuori", cioè andare verso i nostri concittadini a parlare loro di Cristo, l'unico Salvatore del mondo. È l'apostolato, la missione che è la prima preoccupazione di papa Francesco. Meglio ancora è la nuova evangelizzazione.

            Ora a me sembra non vi sia contraddizione fra l'annuncio della fede, tanto più necessario in un contesto sempre più scristianizzato, e la difesa di quanto sopravvive degli istituti giuridici nati dalla cultura e dalla civiltà cristiane. Soprattutto quando questo significa difendere la libertà di espressione, come nel caso del disegno di legge Scalfarotto sull'omofobia, approvato alla Camera e in discussione in Senato. È possibile educare i cattolici a essere missionari, a portare l'annuncio del  Vangelo negli ambienti dove vivono e lavorano, e contemporaneamente invitarli ad aprire gli occhi, a riconoscere che è in corso un processo di scristianizzazione, violento e subdolo, all'insegna di un relativismo che tutto corrode e che penetra anche nelle nostre famiglie, fra i nostri amici, in noi stessi, se non prestiamo attenzione e non chiediamo al Signore la luce per farci comprendere che cosa sta accadendo?

            Facciamo un altro esempio concreto, che riguarda Milano. È una città che ha una doppia faccia. Da una parte è molto scristianizzata nel senso che qui avvengono i peggiori esperimenti perché operano le avanguardie culturali, artistiche e politiche che cercano di anticipare gli "scossoni" che vogliono dare al Paese. D'altra parte è una società dove esiste ancora un forte e radicato movimento cattolico, stretto attorno all'arcivescovo. Ora, che cosa diremo ai nostri giovani, ai catechisti, ai cattolici in generale? Che si devono trasformare in missionari nei confronti di quelli che incontrano tutti i giorni, che sono atei o agnostici, islamici e buddisti, ma anche che devono rendersi conto del significato di avere tolto il nome di padre e di madre dai moduli di iscrizione dei bambini a scuola e che devono quindi cercare una protesta intelligente, organizzata, volta a mettere in crisi di consensi questa amministrazione politica che vuole ideologicamente sfidare e offendere la presenza cattolica della città?

   Insomma, è possibile proporre entrambe le prospettive, essere contemporaneamente missionari e difensori delle radici cristiane della nostra civiltà, annunciare Cristo e difendere gli spazi di libertà necessari per l'apostolato?
Io credo che sia possibile, e anche doveroso. 

FONTE: Scritto da Marco Invernizzi

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