Il secolo
XVIII è quello del trionfo della secolarizzazione della cultura occidentale, in
cui la religione diventa un fatto privato invece che sociale. La Cristianità deve pagare per la sua perdita
di unità, dovuta alla Riforma Protestante.
Il mondo cattolico sviluppò allora
un nuovo movimento di riforma, rappresentato dai gesuiti e dagli altri nuovi
ordini religiosi. Mentre il mondo protestante, fu indebolito fin dall'inizio da
continue controversie teologiche che produssero un'ulteriore serie di scismi e
di divisioni permanenti fra le diverse Chiese protestanti.
Durante questo secolo (secolo XVI),
di sterile e inconcludente conflitto religioso, si preparò il terreno per la
secolarizzazione della cultura europea. D'altro canto, è un errore ancora
maggiore vedere solo il lato oscuro, come fecero i pensatori dell'illuminismo,
e ignorare i risultati spirituali e culturali del periodo che seguì la Riforma.
Quando si giungerà al secolo XIX, si
troverà una quantità di uomini che hanno perso ogni relazione consapevole con
la religione.
L'intero periodo, tuttavia, mostra
una costante disintegrazione dell'ideale medioevale di unità, segnata da due
principali aspetti: in senso negativo, dalla perdita dell'unità internazionale
e dell'autorità trascendente super-politica del Papato, e in senso positivo
dalla crescita degli Stati moderni e dell'unità politica nazionale.
Era nelle coscienze del popolo
medioevale, che il popolo cristiano formasse un singolo corpo con una doppia
organizzazione, l'Impero e il Papato. Alla fine del secolo XIII, tuttavia, il
senso della comune unità della Cristianità cominciava a indebolirsi. Ma ora il
pericolo di secolarizzazione veniva dall'interno, dal lusso della corte di
Avignone e dall'enorme sviluppo del sistema internazionale della finanza
papale. Nel frattempo l'Europa entrava in un periodo di declino economico e di
disastro sociale. Si potrebbe dire, come oggi.
Ma dagl'inizi del secolo XIV iniziò
un movimento di decadenza che durò duecento anni. Le origini di questo
cambiamento sono difficili da spiegare, poiché secondo gli storici
dell'economia la popolazione aveva già cominciato a declinare alla fine del
secolo XIII, ma verso la metà del secolo XIV il declino è evidente e
catastrofico. La peste, la maggiore di tutte le epidemie documentate, spazzò
l'intera Europa e distrusse in due anni, dal 1347 al 1350, un terzo della popolazione. Contemporaneamente la guerra dei
Cent'Anni (1338-1453) mandò in pezzi
l'opera di Filippo IV e dei suoi predecessori. Il più ricco paese d'Europa
cadde preda dell'invasione straniera e del saccheggio delle compagnie di
ventura di soldati mercenari. Le chiese e i monasteri furono distrutti e
l'aperta campagna ridotta a un deserto.
EMMANUELE
FONTE:
Titolo: La divisione della Cristianità Occidentale; Autore: Christopher Dawson;
Editore: D'Ettoris editori.
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parte quarta
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