Entusiasmo e preoccupazione. Questi sono i sentimenti che hanno
animato la sala del municipio di Cassina de Pecchi che venerdì 14 ha ospitato
il convegno sull’ideologia gender.
Organizzato dal centro culturale Camporicco
sono intervenuti Marco Invernizzi e Benedetta Frigerio, giornalista
di Tempi, che segue l’evolversi delle vicende omosessualiste nella politica e
nella società. Il pubblico accorso numeroso avverte ormai sulla propria pelle e
nel vissuto quotidiano che l’ideologia gender si fa sempre più evidente e
invasiva. Come reagire? Come difendersi? Sono state le questioni che hanno
animato il dibattito.
La dottoressa
Frigerio ha aperto la serata riportando diversi episodi sempre meno sporadici e
sempre più sintomatici del clima che si sta creando. L’unica nota positiva è il
momentaneo stallo in cui versa il disegno di legge Scalfarotto fermo in Senato.
Allarmante è invece l’ultimo evento in ordine di gravità che riguarda i libretti
anti-omofobia consegnati nelle scuole e finanziati
dai contribuenti con 10 milioni di euro. «L’obiettivo» spiega la
giornalista «è diffondere nelle scuole l’idea che omosessuali si nasce, così
come si nasce etero».
L’identità sessuale, secondo questi
libretti, dipende da quattro componenti: l’identità biologica, cioè quella
naturale, l’identità di genere che dipende dalle pulsioni che uno prova, quella
di ruolo che viene imposta dalla società e per colpa della quale una donna deve
sottostare a certi obblighi come lavare, pulire o fare da mamma. Infine c’è la
quarta componente ovvero l’orientamento sessuale che riguarda l’attrazione che
si prova verso le altre persone, che possono essere del sesso opposto o dello
stesso sesso. Perciò per i promotori di questi libretti i bimbi, fin dalla tenera
età, devono essere liberati dalla costrizione sociale dell’eterosessualità e
vivere più liberamente iniziando dalla masturbazione, che deve essere vissuta
come un gioco.
Questa ideologia, ha spiegato Marco
Invernizzi, ha radici molto lontane. Era il 1955 quando il professor Money
decide di applicare le sue bizzarre teorie su due gemellini: uno di essi nasce
maschio ma a causa di un incidente perde i genitali. Viene portato in
laboratorio e femminilizzato, poi educato come una femmina: Money era convinto
di aver fatto dimenticare al bimbo di essere maschio e dimostrato al mondo che
la natura non può imporre l’identità sessuale all’individuo. Nasce così
l’ideologia di genere intorno alla quale si è costruita subito una
fantascientifica letteratura che investe i campi della psicologia, della
cultura fino alla politica. Peccato che la fine della storia viene sempre
taciuta: il bimbo, in età adulta, decide di tornare maschio e di sposarsi.
Quando diventa padre di due bambini cade vittima di una forte depressione e si
toglie la vita a 38 anni. Da allora però l’ideologia ha cavalcato nelle leggi e
nella testa delle persone e oggi parlare di matrimonio gay, anche se è una
contraddizione di termine, non fa più strano. E a rimorchio si porta tutti gli
altri idoli della modernità: l’adozione per le coppie omosessuali, l’eutanasia
e presto la legalizzazione della pedofilia.
È una ribellione verso il Creatore,
ha sottolineato il dirigente di Alleanza Cattolica, perché chi decide di vivere
secondo gli impulsi, e non secondo la propria natura, si ribella alla propria
condizione e si oppone al progetto di Dio. Come tutte le ideologie parte
da un reale problema, in questo caso il disagio con cui molte persone vivono le
pulsioni omosessuali, ma finisce per modificare la realtà e costruire finzioni
culturali. Quando nel 1848 veniva dato alle stampe il Manifesto del Partito
Comunista esso rispondeva ad un reale problema. Era sotto gli occhi di tutti lo
sfruttamento che viveva la gran massa di operai stipati come animali nella
catena di montaggio per 20 ore al giorno. La ricetta proposta da Marx ed Engels
trovò così terreno fertile ma la soluzione proposta poggiava su grossi inganni
e su una radicale alterazione della realtà. L’ideologia di genere ripercorre lo
stesso errore. A farlo notare al mondo fu Giovanni Paolo II, presto santo, che
nel 1994 avvertiva tutti i massimi capi di stato sulla menzogna insita
nell’agenda gender.
Che fare, si sono chiesti i relatori
in conclusione. Una risposta concreta viene da tutti coloro che nel loro
ambiente denunciano certi abusi e propongono soluzione attraverso le autorità
competenti o dalle Sentinelle in piedi, che oltre a mobilitare migliaia di
persone in molte piazze italiane, rappresentano il segno vivo che ci sono
uomini e donne che non si arrendono.
Michele Canali
Michele Canali
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