lunedì 10 febbraio 2014

STORIA E IDENTITA'



...Benedetto XVI faceva anche un'altra affermazione, più attuale e importante, dicendo che oggi non si tratta soltanto di rispondere alla contraffazione di tanti episodi della storia attraverso i quali si vuole mostrare l'ipocrisia e la falsità della Chiesa cattolica,
ma bisogna affrontare il fatto che la storia stessa viene rifiutata, cioè viene respinta dalla cultura dominante l'idea che esista una memoria condivisa che deve accompagnare lo sviluppo di ogni popolo, perchè un popolo, come un uomo, senza memoria, cioè senza radici, è incapace di costruire qualcosa di permanente ed è facilmente manipolabile. Non soltanto, ma il Papa metteva in luce la pericolosità del modo odierno di studiare la storia, facendola cominciare dall'epoca moderna, in particolare dalla Rivoluzione del 1789, dimenticando il passato, la storia antica, quelle medioevale e moderna, senza le quali, fra l'altro, è impossibile stabilire le cause dei grandi rivolgimenti dell'epoca contemporanea. Le conseguenze di questo atteggiamento costringono a una riflessione chi voglia operare per la nuova evangelizzazione, perchè accanto al pericolo paventato anni fa dal card. Giacomo Biffi circa il rischio che un giovane perdesse la fede per le tante accuse alla Chiesa ascoltate durante le lezioni scolastiche, vi è certamente anche il rischio, sempre più reale, che il giovane oggi perda ogni contatto con il suo passato e quindi non sia più in grado di riconoscere la propria identità. E non avendo radici, non possa neppure accogliere in profondità la Parola di Dio, se mai gli capitasse di ascoltarla.

EMMANUELE

FONTE: rivista "IL TIMONE"

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