...Benedetto
XVI faceva anche un'altra affermazione, più attuale e importante, dicendo che
oggi non si tratta soltanto di rispondere alla contraffazione di tanti episodi
della storia attraverso i quali si vuole mostrare l'ipocrisia e la falsità
della Chiesa cattolica,
ma bisogna affrontare il fatto che la storia stessa
viene rifiutata, cioè viene respinta dalla cultura dominante l'idea che esista
una memoria condivisa che deve accompagnare lo sviluppo di ogni popolo, perchè
un popolo, come un uomo, senza memoria, cioè senza radici, è incapace di
costruire qualcosa di permanente ed è facilmente manipolabile. Non soltanto, ma
il Papa metteva in luce la pericolosità del modo odierno di studiare la storia,
facendola cominciare dall'epoca moderna, in particolare dalla Rivoluzione del
1789, dimenticando il passato, la storia antica, quelle medioevale e moderna,
senza le quali, fra l'altro, è impossibile stabilire le cause dei grandi
rivolgimenti dell'epoca contemporanea. Le conseguenze di questo atteggiamento
costringono a una riflessione chi voglia operare per la nuova evangelizzazione,
perchè accanto al pericolo paventato anni fa dal card. Giacomo Biffi circa il
rischio che un giovane perdesse la fede per le tante accuse alla Chiesa
ascoltate durante le lezioni scolastiche, vi è certamente anche il rischio,
sempre più reale, che il giovane oggi perda ogni contatto con il suo passato e
quindi non sia più in grado di riconoscere la propria identità. E non avendo
radici, non possa neppure accogliere in profondità la Parola di Dio, se mai gli
capitasse di ascoltarla.
EMMANUELE
FONTE:
rivista "IL TIMONE"
Nessun commento:
Posta un commento