venerdì 19 febbraio 2016

UN POPOLO OPPRESSO MA IMDOMITO



La vera storia di Gesù. I tempi di Gesù. Parte 9

            Ora entriamo anche noi nella Gerusalemme di quel giorno. Al momento dell'arrivo di Gesù nella capitale, il Paese è da circa un secolo sotto il dominio dei romani. Lo ha conquistato Pompeo (nel 63 a.C.) portando i confini dei dominii romani fino al fiume Eufrate. Una ventina di anni dopo, l'idumeo Erode, detto il Grande, è stato proclamato re di Giudea da Marco Antonio, in onore del quale è stata poi chiamata Antonia la fortezza a cui si appoggia il Tempio dal lato nord. 

            (Ma per impadronirsi di Gerusalemme, Erode ha avuto bisogno dell'aiuto romano, perché nell'anno 37 a.C. essa era occupata dai Parti, e occorsero nove mesi di assedio per conquistarla).

            Al tempio di questo ingresso di Gesù la vita di Gerusalemme romana continua vivace, dietro i baluardi di pietra. Ogni quartiere accoglie un mestiere, secondo il costume orientale: c'è il quartiere dei fabbri e calderai col suo fragore di martelli sulle incudini; e quello dei mercanti di lana, che diffonde un greve odore di unto. E la puzza delle concerie, gli aromi dell'incenso e delle spezie, gli effluvi delle cucine all'aperto, con l'eterno sentore di carne arrostita. Le strette vie sono sempre intasate di gente e vi ronza un brusio interminabile, sovrastato dai richiami dei venditori d'acqua, dai belati delle greggi sospinte verso il Tempio e dagli squilli delle trombe d'argento nelle tre pause rituali della giornata e all'ora dei sacrifici. L'ammirazione si fa poi convulsa nei giorni delle grandi feste religiose ebraiche: la Pasqua, la festa delle settimane, la festa delle Capanne.

            La città ha circa centomila abitanti e si distende fino alla sommità di un'altura. Una specie di lungo e stretto corridoio naturale, la valle del Tyropeon, separa la parte alta, a ovest, dalla città bassa, a est: e queste due zone sono collegate da una grande strada trasversale, che va dal palazzo di Erode al Tempio. Erode il Grande ha lasciato imponenti testimonianze della sua capacità di costruttore instancabile: c'è il suo palazzo presso la <<porta occidentale che conduce a Lydda>> (oggi, "porta di Giaffa") con la sua struttura di fortilizio orientale chiuso in se stesso e dominato da tre grandi torri; ci sono il teatro, l'acquedotto, l'ippodromo, il monumento all'ingresso della tomba di Davide e c'è anche la tomba che Erode ha disegnato per sé. E sopratutto c'è il Tempio, di cui Erode ha intrapreso la ricostruzione e che nei giorni dell'ingresso di Gesù, a tanti anni ormai dalla morte dello stesso Erode, domina maestoso la città, anche se i lavori non sono ancora finiti.

FONTE: Titolo: La vera storia di Gesù; Editore: San Paolo; a cura di Gianfranco Ravasi

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