Parte 2
Due zii di Francesca, lui ingegnere,
lei bibliotecaria all’università di Pisa, sposati da 33 anni erano 40 anni che
non andavano in Chiesa. Poi, saputo della malattia di Francesca, hanno iniziato
a pregare. Hanno vissuto tutto il tragitto di Francesca dalla sofferenza alla
morte. Ed hanno ritrovato la fede. Alla domanda chi è Francesca per voi, hanno
risposto: “Un esempio, un faro. Un desiderio di essere così, un segno di croce
tutte le mattine”.
Un uomo aveva una parente in
ospedale negli stessi giorni di Francesca, malata terminale come lei. Una sera
rimane stupito perché vede nella camera di Francesca una tavolata di persone
che mangiano la pizza, scherzano e ridono.
All’inizio
si irrita, perché non può essere, poi viene contagiato dalla gioia di quelle
persone. Ha raccontato: “Qualcosa come un inno alla vita mi entrava nel cuore,
nell’anima e nella mente”.
Al termine della pizza i presenti
pregano insieme, e solo al momento dei saluti quell’uomo capisce chi è
l’ammalata: è l’unica che rimane in ospedale.
Nel libro, Io non ho paura
quest’uomo racconta che l’immagine di quella donna di 38 anni madre di tre
bambini, che si appresta a lasciare consapevolmente il mondo, sorridente e
divertita di fronte ad una pizza con intorno i propri cari è come se gli
avessero piantato “un chiodo nel cuore. Un chiodo come un seme che ha fatto
germogliare una pianticella che è e sarà il mio inno alla vita”.
Un’amica che ha incontrato Vincenzo
al bar gli ha detto: “Francesca mi ha colpito per il commosso coraggio con cui
ha abbracciato la croce, per essere in Paradiso. Questa roba da Santi e di
Santi abbiamo bisogno, in questa ordinaria vita comune. Francesca ha sofferto
ma ha anche scommesso su Dio. E in ciò è la sua grandezza semplice, da madre e
da sposa. Non siamo soli. Non saremo mai soli. Per questo Francesca non aveva
paura”.
Lorenza, amica della famiglia di
Vincenzo, gli ha girato un tema fatto dalla figlia Letizia di 13 anni.
Le era stato
chiesto di fare un tema su “una persona che ti ha fatto crescere”.
Lorenza ha scritto: “la persona che
non dimenticherò mai è la mamma di tre bambini con cui andavamo in vacanza da
piccoli. (…) è mancata a soli 38 anni. L’avevo incontrata al mare ed in
montagna. Era contenta e allegra, era forte”.
Steve Jobs
citava un poeta che diceva “vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo” e Lorenza
ha commentato, forse Francesca non aveva mai sentito queste parole, “ma viveva
ogni secondo in modo speciale, un modo che mi ha cambiato le vacanze e ora
penso, la vita”.
“Per me – conclude Lorenza – è stata
una grande testimonianza, (…) mi ha fatto capire di vivere la vita, viverla
veramente secondo per secondo, e ora quando penso a lei mi chiedo se sto dando
tutto quello che posso dare”.
Alcuni hanno detto a Vincenzo:
“Scusa se ti facciamo parlare di Francesca, lo sappiamo che è dura perché ogni
volta la ferita si riapre”.
E Vincenzo ha risposto: “Molti
pensano che per superare bisogna dimenticare, ma per me è l’esatto contrario:
più ripercorro quella esperienza più mi da pace”.
Fonte: Zenit.org
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