04.09.2013
Storia di
Francesca Pedrazzini, una mamma che a 38 anni ha lasciato il marito e tre
bambini. Il modo in cui ha affrontato la sofferenza e la morte ha convertito
tanti e dimostrato che con Gesù anche la morte può essere strada alla vita.
di Antonio Gaspari
Roma, 27 Agosto 2013
Parte 1
Parte 1
Può un
funerale essere come un matrimonio? Può una bambina chiedere che il funerale
della mamma sia una festa? Può una mamma che sta per morire, parlare con i suoi
bambini e insegnare loro ad avere fede perché Gesù è buono e lei li vedrà e
curerà dal cielo? Può una donna che sta per lasciare il marito ed i suoi
bambini fare festa con gli amici in ospedale?
Questo e
altro ha fatto Francesca Pedrazzini, moglie e madre di 38 anni, salita in cielo
dopo trenta mesi di combattimento con un tumore che l’ha uccisa.
La sua
vicenda ed il suo modo di affrontare il dolore e la morte così
straordinariamente eroico sono stati raccontati nel libro di Davide Perillo, Io
non ho paura, pubblicato dalle edizioni San Paolo.
Ha narrato
il marito Vincenzo Casella, il 21 agosto, nel corso di un incontro al Meeting
di Rimini, dopo una serie di visite e esami, il 17 agosto 2012 la dottoressa lo
prende da parte e gli dice “potrebbe essere questione di giorni. Al massimo
qualche settimana”.
E lì
Vincenzo viene preso dall’angoscia: “Dirglielo? E come? E i bambini? E se poi
crolla? Forse è meglio tacere per tenerla su di morale…”.
Vincenzo
chiede alla dottoressa, che gli confessa: “Guardi io sono una mamma. Se
toccasse a me, vorrei sapere. Per decidere cosa fare con i miei bimbi”.
Ma Francesca
ha già capito. Chiama Vincenzo vicino al suo letto, lo guarda con una tenerezza
grande.
“Vincè – gli
dice – io sono tranquilla. Non ho paura perché c’è Gesù”.
“Ma non sei
triste?”, le chiede Vincenzo, e lei: “No, non sono triste. Sono certa di Gesù.
Anzi sono curiosa di quello che il Signore mi sta preparando. Mi spiace solo
che la tua prova è più grande della mia. Sarebbe stato meglio il contrario…”.
“E’ vero.
Soprattutto per i bimbi”.
Francesca
mostra una serenità ed una forza straordinaria. Chiede di vedere i figli:
Cecilia di 11 anni, Carlo di 8 e Sofia di 4.
Li vede uno
per volta per 15 minuti e gli dice: “Guardate, io vado in Paradiso. E’ un posto
bellissimo, non vi dovete preoccupare. Avrete nostalgia, lo so. Ma io vi vedrò
e vi curerò sempre. E mi raccomando, quando vado in Paradiso dovete fare una
grande festa”.
Vincenzo era
lì e la guardava con gli occhi spalancati, senza parole.
“Ha fatto
una cosa – ha spiegato – che vale cinquant’anni di educazione di una mamma”.
Così accade
che il taxista che accompagna una amica al funerale di Francesca non ci voleva
credere. Era sceso a domandare pensando che la cliente avesse sbagliato chiesa:
“Ma davvero c’è un funerale qui? No, sa, tutta questa gente elegante, le facce…
Io pensavo a un matrimonio”.
Quando
Mariachiara, la mamma di Francesca, aveva parlato con la dottoressa che la
curava, questa le ha detto: “Una fede come quella di sua figlia non l’ho mai
vista. Mi sarebbe piaciuto conoscerla un po’ di più. Le chiedo un piacere: se
può, le dica che quando sarà in Paradiso si ricordi dell’ultimo medico che l’ha
curata”.
E Gianguido
che aveva partecipato ai funerali, ha raccontato: “Sono rimasto impressionato
dal funerale della Chicca (diminutivo in cui veniva chiamata Francesca, ndr).
Io non credo in Dio. Ma non si può negare che lì c’era qualcosa. Qualcosa di
straordinario che io non so spiegare”.
Fonte: Zenit.org
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