martedì 23 febbraio 2016

SOMIGLIANZA, ORIGINALITA', COERENZA



Vangeli e atti degli apostoli. Parte 2

            La comunità ha voluto dunque essere fedele alla storia tramandata. Ma lo è stata veramente? Per risalire all'ultima tappa, dobbiamo "lavorare" con criteri scientifici, che sono riconducibili a quei tre fondamentali: somiglianza, originalità, coerenza. 

            Somiglianza. Il Gesù dei Vangeli "quadra" agevolmente con l'ambiente storico della Palestina del I secolo, quale si può ricostruire anche da altre fonti. I personaggi che dominano la scena politica (Erode, Caifa, Pilato), i gruppi religiosi e politici (sadducei, farisei, erodiani, zeloti), la tensione messianica, la centralità del tempio, gli usi, i costumi, il linguaggio corrispondono al quadro delineato dalla più rigorosa storiografia e confermato da interessanti scoperte archeologiche.

            Originalità. <<Nessuno ha mai visto cose del genere!>>: era la reazione spontanea di tanta gente di fronte al comportamento di Gesù. Chi si sarebbe mai sognato di dichiarare superata la legge del sabato (Mc 2,27) o di abrogare le regole di  purificazione (Mc 7,1-23)? D'altro canto non si può dire che questa stessa libertà sia stata vissuta dalla comunità cristiana primitiva, che solo a fatica riuscirà a liberarsi dalla circoncisione o dai tabù alimentari (Gal 2; At 15; 1Cor 8). inoltre i vangeli trasmettono dati che potevano offrire il destro agli attacchi degli avversari o costituire una seria difficoltà per l'adesione alla nuova fede: predicano un Gesù Figlio di Dio, ma non ne nascondono i tratti umilianti, come la sua paura di fronte alla morte o l'ignoranza del giorno del giudizio; riflettono una comunità fondata sugli apostoli, ma non tacciono mai che uno di loro ha tradito il Maestro, che Pietro lo ha rinnegato, che gli altri hanno spesso dimostrato di essere persone grette o paurose. Una storia così originale rispetto al mondo giudaico, ma anche così difficile da accettare per la stessa cristianità, non può essere stata inventata.

            Coerenza. Una volta individuato il fulcro della storia di Gesù (la sua dedizione fino alla morte per il regno di Dio), vanno accettato tutti i dati che sono in linea con quel nucleo fondamentale. Prendiamo due esempi, Il primo è quello delle parabole. Nella tradizione rabbinica anteriore a Gesù non è possibile trovare delle vere parabole contro le almeno 41 dei Sinottici, e nemmeno se ne trovano nel resto del Nuova Testamento, in Paolo ad esempio, che pure ama molto il linguaggio figurato. Per Gesù, invece, le parabole costituiscono il veicolo preferito per annunciare il "suo" messaggio. Un altro esempio: i miracoli. In essi si riflette la coscienza della straordinaria dignità che Gesù aveva di sè: i profeti operavano miracoli in nome di Jhwh, gli apostoli in nome di Gesù; lui solo li opera in nome proprio: <<Io ti dico: Alzati! Guarisci!>> (Mc 1,41; 2,11; 5,41, ecc...).

            Questi criteri storiografici non condannano Gesù a svanire nelle nebbie di un mondo leggendario. Al contrario, lo avvicinano a noi e ci consentono di rivivere lo stupore, gli interrogativi, le scelte che già duemila anni fa la sua presenza provocò presso coloro che si incontrarono con Lui.

FONTE: Titolo: Nuova guida alla Bibbia; Autore: Gianfranco Ravasi; Editore: San Paolo

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