Vangeli e atti degli apostoli. Parte 2
La comunità ha voluto dunque essere
fedele alla storia tramandata. Ma lo è stata veramente? Per risalire all'ultima
tappa, dobbiamo "lavorare" con criteri scientifici, che sono
riconducibili a quei tre fondamentali: somiglianza, originalità, coerenza.
Somiglianza.
Il Gesù dei Vangeli "quadra" agevolmente con l'ambiente storico della
Palestina del I secolo, quale si può ricostruire anche da altre fonti. I
personaggi che dominano la scena politica (Erode, Caifa, Pilato), i gruppi
religiosi e politici (sadducei, farisei, erodiani, zeloti), la tensione
messianica, la centralità del tempio, gli usi, i costumi, il linguaggio
corrispondono al quadro delineato dalla più rigorosa storiografia e confermato
da interessanti scoperte archeologiche.
Originalità.
<<Nessuno ha mai visto cose del genere!>>: era la reazione
spontanea di tanta gente di fronte al comportamento di Gesù. Chi si sarebbe mai
sognato di dichiarare superata la legge del sabato (Mc 2,27) o di abrogare le
regole di purificazione (Mc 7,1-23)?
D'altro canto non si può dire che questa stessa libertà sia stata vissuta dalla
comunità cristiana primitiva, che solo a fatica riuscirà a liberarsi dalla
circoncisione o dai tabù alimentari (Gal 2; At 15; 1Cor 8). inoltre i vangeli
trasmettono dati che potevano offrire il destro agli attacchi degli avversari o
costituire una seria difficoltà per l'adesione alla nuova fede: predicano un
Gesù Figlio di Dio, ma non ne nascondono i tratti umilianti, come la sua paura
di fronte alla morte o l'ignoranza del giorno del giudizio; riflettono una
comunità fondata sugli apostoli, ma non tacciono mai che uno di loro ha tradito
il Maestro, che Pietro lo ha rinnegato, che gli altri hanno spesso dimostrato
di essere persone grette o paurose. Una storia così originale rispetto al mondo
giudaico, ma anche così difficile da accettare per la stessa cristianità, non
può essere stata inventata.
Coerenza.
Una volta individuato il fulcro della storia di Gesù (la sua dedizione fino
alla morte per il regno di Dio), vanno accettato tutti i dati che sono in linea
con quel nucleo fondamentale. Prendiamo due esempi, Il primo è quello delle
parabole. Nella tradizione rabbinica anteriore a Gesù non è possibile trovare
delle vere parabole contro le almeno 41 dei Sinottici, e nemmeno se ne trovano
nel resto del Nuova Testamento, in Paolo ad esempio, che pure ama molto il
linguaggio figurato. Per Gesù, invece, le parabole costituiscono il veicolo
preferito per annunciare il "suo" messaggio. Un altro esempio: i
miracoli. In essi si riflette la coscienza della straordinaria dignità che Gesù
aveva di sè: i profeti operavano miracoli in nome di Jhwh, gli apostoli in nome
di Gesù; lui solo li opera in nome proprio: <<Io ti dico: Alzati!
Guarisci!>> (Mc 1,41; 2,11; 5,41, ecc...).
Questi criteri storiografici non
condannano Gesù a svanire nelle nebbie di un mondo leggendario. Al contrario,
lo avvicinano a noi e ci consentono di rivivere lo stupore, gli interrogativi,
le scelte che già duemila anni fa la sua presenza provocò presso coloro che si
incontrarono con Lui.
FONTE:
Titolo: Nuova guida alla Bibbia; Autore: Gianfranco Ravasi; Editore: San Paolo
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