La battaglia di Lepanto.
Il 7 ottobre la Chiesa celebra una
grande vittoria militare per la libertà della cristianità dal dominio ottomano.
Oggi, un altro califfato minaccia la libertà religiosa, in Iraq e in Siria, ma
anche nel resto del mondo. Pregare Maria ricordando Lepanto e la straordinaria
forza del Rosario
La battaglia navale di Lepanto, che
si svolse all’interno della guerra di Cipro, ha segnato uno momento decisivo
per la storia europea. La vittoria riportata dalla Lega Santa contro l’impero
turco fu accolta dai contemporanei come un momento cruciale per scampare dal
pericolo ottomano e fu enorme la gioia che attraversò il continente quando
arrivò la notizia della vittoria. In tutta Europa, e specialmente a Roma, si
registrarono scene di esultanza e giubilo, spesso anche esagerate, e tanto fu
il clamore allora che il mito della battaglia di Lepanto è arrivato fino ai
nostri giorni. Oggi è celebrato da molti come l’evento simbolo di una
cristianità che aveva difeso se stessa, la propria civiltà, la propria storia e
la propria fede. Indubbiamente la storia ci racconta che a Lepanto si registrò
la prima grande vittoria cristiana contro i musulmani. Eppure la reale portata
politica e militare della battaglia non è ancora chiara, anzi, per molti storici
fu quasi nulla.
Il
giorno più bello del secolo
La guerra di Cipro fu, alla fine,
persa e gli ottomani, già l’anno successivo, poterono disporre di una flotta
non inferiore a quella schierata contro la Lega Santa. Ma ciò che rimane è
l’effetto e la percezione che i contemporanei ebbero di quel 7 ottobre 1571.
Quel giorno, scrisse il grande scrittore spagnolo Cervantes, rappresenta il più
bello di tutto il secolo. Cosa nasconde quindi la battaglia di Lepanto? O
meglio, evitando inutili esoterismi, quale novità ha evidenziato la vittoria di
Lepanto per la nostra storia?
Il pontefice San Pio V aveva capito
prima di ogni altro che per difendere l’Europa serviva una coalizione. Doveva,
cioè, vincere gli egoismi delle nazioni cristiane che erano troppo impegnate a
litigare per rivendicare ognuna i propri interessi politici ed economici e
unirle contro il comune nemico. Il Pontefice, persona quanto mai lontana da
ogni idea bellica, si trovò perciò costretto a tessere una fitta rete di
incontri e condurre un attento e scrupoloso lavoro diplomatico per superare le
divisioni. Riuscì nel suo capolavoro politico e allestì un’alleanza di nazioni
cattoliche, la Lega Santa, costruita attorno alla potenza militare ed economica
spagnola e a quella navale di Venezia e affidata al comandante Don Giovanni
d’Austria.
Pregare
per la vittoria
Ma san Pio V non si fermò
all’impegno diplomatico. Uomo di grande fede e di preghiera affidò tutta la
spedizione alla Madonna. Le sue attenzioni e le preghiere vennero rivolte
alla Santa Casa di Loreto, che già allora era il luogo mariano più importante.
Il papa ordinò di pregare nella Basilica di Loreto, organizzò rosari per le vie
di Roma e raccomandò speciali preghiere diurne e notturne in tutti i monasteri.
Marcantonio Colonna comandante scelto a guidare la flotta pontificia, prima di
partire, fece un pellegrinaggio a Loreto con la moglie per affidare la guerra
nelle mani della Vergine.
Sappiamo come andò la battaglia. Il
comandate capo ottomano morì combattendo e le navi musulmane il pomeriggio del
7 ottobre del 1751 (in realtà il 17 ottobre, per il diverso conteggio che si
faceva al tempo) decisero di ritirarsi. La notizia si diffuse presto e ovunque
venne accolta con grandi feste. A Roma i cittadini si riversarono nelle strade
celebrando la vittoria con spari e fuochi inneggiando al papa. Nonostante la
guerra di Cipro non fosse finita l’Europa riportò una vittoria davvero
eccezionale. Ma non dal punto di vista politico o strategico.
Il popolo cristiano sperimentò in
modo chiaro e lampante la forza della devozione alla Madre di Dio e l’efficacia
del rosario, la «catena» che lega chi lo recita alla Vergine. La cristianità
usciva dalla battaglia di Lepanto con una forte ed incrollabile certezza: Maria
aveva difeso la flotta cristiana. E scopriva che Maria, la Madre che Cristo
stesso aveva affidato alla Sua Chiesa, con la sua potente intercessione poteva
intervenire nella storia e cambiare il corso degli eventi. Si può immaginare
quale gioia produsse una simile esperienza.
In Spagna e in Italia sorsero chiese
e cappelle dedicate a Maria della Vittoria. Le raffigurazioni della Madonna del
Rosario si moltiplicarono, in Vaticano la battaglia venne consegnata ai posteri
attraverso gli affreschi nella Sala Regia. Pio V istituì, la prima domenica di
ottobre, la festa di Nostra Signora della Vittoria e inserì nelle litanie
lauretane il titolo di «aiuto dei cristiani».
Fu poi, qualche anno più tardi con
Gregorio XIII, che il 7 ottobre diventò la festa della Beata Maria Vergine del
Rosario, come anche noi oggi festeggiamo. La tradizione narra che Don
Giovanni d’Austria intraprese un pellegrinaggio da Napoli a Loreto per
ringraziare la Madonna e che poi fu seguito, di volta in volta, da tutti i
militari tornati dalla spedizione e dai prigionieri cristiani liberati. Tutti
portarono alla Vergine il loro ringraziamento lasciando nella Santa Casa chi le
catene, chi le armi, con cui poi vennero costruiti le cancellate degli altari
laterali nella Basilica. Per la storia europea Lepanto fu soprattutto questo,
un momento decisivo in cui i cristiani capirono di avere una Madre a cui
affidarsi.
EMMANUELE
FONTE: Michele Canali di Alleanza
Cattolica
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