Sofferenza
diventa, allora, sete di essere. Cosa vuol dire? Che ogni conseguenza
del male è vissuta nel profondo dell'uomo,come una frustrazione, come una
amputazione, cioè come un impedimento ad essere. Perché è vissuta così?
Perché c'è confusione fra l'essere e l'avere, perciò se l'essere è come
l'avere, posso perderlo e la perdita genera sofferenza e questa produce sete di
recuperare il perduto, in questo caso sete di essere.
Come avviene
questa confusione fra l'essere e l'avere?
Il dolore
provocato dal male fà dubitare dell'amore, specialmente dell'amore di
Dio. Il dubbio introduce la paura, così la relazione d'amore, o
relazione d'essere (Essere = Immagine d'Amore), viene alterata e sbriciolata e
l'amore che è in noi, invece di proiettarsi verso l'alto, si ripiega su se
stesso in un movimento egocentrico di concupiscenza vale a dire Avere.
L'essere,
allora, è preso per un avere.
Ecco,
allora, che ogni frustrazione, ogni malattia sarà vissuta come una perdita
dell'essere e il rischio di tale perdita produce angoscia, depressione,
rivolta. Ecco un semplice esempio che spiega tale confusione: "Una
amputazione diminuirà definitivamente le mie capacità fisiche, ma non altererà
per niente la mia capacità di amare (ricorda che la capacità di amare è propria
dell'Immagine divina in noi e che niente e nessuno può distruggerla); tuttavia
io vivrò questa amputazione come se l'Amore mi diventasse impossibile con una
gamba in meno, come, se prima dell'incidente io potessi amare di più.
Questa
confusione è frutto del peccato originale e delle nostre successive scelte di
indipendenza.
Così l'uomo
soffrirà ogni volta che si troverà confrontato con queste tre paure:
- paura
di perdere l'avere che possiede
- paura
di vedere le proprie illusioni su di sé
- paura
di essere responsabile: di vedere le proprie scelte personali di rottura di
amore.
IMPORTANTE: Non esiste
nessuna guarigione senza passare attraverso la sofferenza di queste tre paure
(perdere, vedere, essere responsabile).
3 - La
sofferenza è un richiamo permanente dell'Immagine di Dio.
"Ricordati
..... non dimenticare ..... sei fatto per una felicità molto grande .....
guarda questa insoddisfazione .....".
La
sofferenza diventa l'antidoto dell'oblio. L'uomo ha la coscienza di soffrire e
"istintivamente" cerca di dare un senso alla sua sofferenza. A volte
il senso è cristiano, a volte è distruttore.
CONCLUSIONI -
RICAPITOLAZIONE
- male
= colpisce l'uomo dall'esterno
- ferita
= l'uomo prova dolore fisico o psico-affettivo
- sofferenza
= lacerazione interiore.
Reazioni
alla sofferenza:
(due modi)
1) Naturalmente
si difende aggredendo e si consola concupendo.
2) Soprannaturalmente:
dando senso cristiano alla sofferenza.
EMMANUELE
FONTE :
Titolo : Corso di guarigione; Autore: Laura Casali
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