lunedì 22 dicembre 2014

CORSO DI GUARIGIONE



Sofferenza diventa, allora, sete di essere. Cosa vuol dire? Che ogni conseguenza del male è vissuta nel profondo dell'uomo,come una frustrazione, come una amputazione, cioè come un impedimento ad essere. Perché è vissuta così? Perché c'è confusione fra l'essere e l'avere, perciò se l'essere è come l'avere, posso perderlo e la perdita genera sofferenza e questa produce sete di recuperare il perduto, in questo caso sete di essere.

Come avviene questa confusione fra l'essere e l'avere?

Il dolore provocato dal male fà dubitare dell'amore, specialmente dell'amore di Dio. Il dubbio introduce la paura, così la relazione d'amore, o relazione d'essere (Essere = Immagine d'Amore), viene alterata e sbriciolata e l'amore che è in noi, invece di proiettarsi verso l'alto, si ripiega su se stesso in un movimento egocentrico di concupiscenza vale a dire Avere.

L'essere, allora, è preso per un avere.
Ecco, allora, che ogni frustrazione, ogni malattia sarà vissuta come una perdita dell'essere e il rischio di tale perdita produce angoscia, depressione, rivolta. Ecco un semplice esempio che spiega tale confusione: "Una amputazione diminuirà definitivamente le mie capacità fisiche, ma non altererà per niente la mia capacità di amare (ricorda che la capacità di amare è propria dell'Immagine divina in noi e che niente e nessuno può distruggerla); tuttavia io vivrò questa amputazione come se l'Amore mi diventasse impossibile con una gamba in meno, come, se prima dell'incidente io potessi amare di più.

Questa confusione è frutto del peccato originale e delle nostre successive scelte di indipendenza.

Così l'uomo soffrirà ogni volta che si troverà confrontato con queste tre paure:
- paura di perdere l'avere che possiede
- paura di vedere le proprie illusioni su di sé
- paura di essere responsabile: di vedere le proprie scelte personali di rottura di amore.

IMPORTANTE: Non esiste nessuna guarigione senza passare attraverso la sofferenza di queste tre paure (perdere, vedere, essere responsabile).

3 - La sofferenza è un richiamo permanente dell'Immagine di Dio.
"Ricordati ..... non dimenticare ..... sei fatto per una felicità molto grande ..... guarda questa insoddisfazione .....".

La sofferenza diventa l'antidoto dell'oblio. L'uomo ha la coscienza di soffrire e "istintivamente" cerca di dare un senso alla sua sofferenza. A volte il senso è cristiano, a volte è distruttore.

CONCLUSIONI - RICAPITOLAZIONE

- male = colpisce l'uomo dall'esterno
- ferita = l'uomo prova dolore fisico o psico-affettivo
- sofferenza = lacerazione interiore.

Reazioni alla sofferenza: (due modi)
1) Naturalmente si difende aggredendo e si consola concupendo.
2) Soprannaturalmente: dando senso cristiano alla sofferenza.

EMMANUELE
FONTE : Titolo : Corso di guarigione; Autore: Laura Casali

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