c) L'aborto legale
Ulteriore colpo mortale alla
famiglia è venuto con la legalizzazione dell'aborto procurato, avvenuta in
moltissimi Paesi ( in Italia con la legge 194 del 20 maggio 1979). Leggi che
hanno aperto la strada ad una lunga scia di morti nel corpo(3 milioni e mezzo
di bambini abortiti) e nell'anima (le donne che hanno praticato l'aborto, che
non di rado vivono nella disperazione il rimorso per quanto fatto).
L'uccisione del nascituro nel grembo
di una donna - fatta salva la possibilità di un cammino di conversione che Dio
non nega a nessun peccatore - è una delle principali minacce alla sussistenza
stessa della famiglia, luogo di accoglienza e rispetto della vita per
definizione.
d) La legalizzazione della fecondazione
artificiale (FIVET)
Questa legalizzazione costituisce un
completamento dell'opera di smantellamento dell'istituto familiare, per più
motivi:
1) Le coppie
di fatto possono accedere alla Fivet: chi certificherà l'effetiva esistenza di
un vincolo fra i due? Perché allora non
ammettere all'adozione anche le coppie di fatto? la risposta è evidente: nella
Fivet non sono gli adulti a collocarsi in "funzione" del bambino, ma
è il figlio che "serve" agli adulti per soddisfare un desiderio -
spesso di tipo consumistico- sentimentale - al figlio. Il figlio è qui trattato
come una cosa, come dimostrano le modalità stesse della tecnica di laboratorio,
che prevedono la manipolazione dell'embrione, proprio come si trattasse di un
pacco senza valore, e che sviliscono l'amore fra uomo e donna sostituendo le mani del tecnico al naturale
abbraccio coniugale.
2) In tal
senso si manifesta la connaturale illiceità di ogni fecondazione artificiale,
omologa o eterologa che sia: nel capovolgere il rapporto fra genitori e figli
in nome di una vera e propria "maternità narcisistica": i figli sono
generati in funzione dei genitori.
3) La
conseguenza più immediata di questo fatto è che la sacralità della vita dei
figli non sussiste più, perché il loro valore è funzionale e relativo al vuoto
esistenziale dei genitori. Attese idolatriche che verranno quasi certamente
deluse dai figli, perché normalmente i figli hanno desideri e
"idolatrie" assai diverse da quelle dei loro genitori.
4) Per
questo motivo fra aborto procurato e fecondazione artificiale esiste un rapporto
strettissimo, un'origine comune. Innanzitutto, perché ogni Fivet provoca decine
di vittime innocenti; ma anche perché si attiva il passaggio della cultura
nella quale la donna "genera i figli per loro" a quella in cui la
donna "genera i figli per sé". Per cui si accettano figli solo se e
nella misura che la cultura dominante fa ritenere sopportabile: qualche anno fa
due figli; adesso uno solo per famiglia... Ma, nello stesso tempo, averne
almeno uno è un'esperienza da fare assolutamente, anche quando la natura la
renderebbe impossibile.
e) Il riconoscimento delle coppie di fatto
L'ultima aggressione alla famiglia
in ordine di tempo è rappresentata dalla richiesta, fattasi sempre più
incessante negli ultimi tempi, di dare un riconoscimento legale alle coppie che
convivono "more uxorio". Secondo i dati Istat del 1997, in Italia le
coppie di fatto sono 316.000, poco più del 2% del totale. Tra loro, 162.000
hanno figli. Nel 1996, i figli nati fuori dal matrimonio sono quasi 44.000 (più
dell'8% dei bambini nati). E' evidente che ci troviamo di fronte ad un assurdo
logico e giuridico prima ancora che morale: se infatti una realtà è "di
fatto", significa che non è presa in considerazione dal diritto di una
comunità; qualora, invece, venisse in qualche modo riconosciuta,
significherebbe che essa cesserebbe di essere "di fatto".
Nel caso delle coppie di fatto, i
due adulti - uomo e donna - hanno scelto di non contrarre il vincolo neppure
civilmente e hanno deciso di non volersi assumere quei doveri (pur così
limitati, oggi) che derivano dalla legge. Ora, non si capisce perché queste
persone dovrebbero ottenere un riconoscimento se hanno scelto di agire
"come se lo Stato non esistesse", trasformando la famiglia - che è
realtà "sociale" per sua natura - in una faccenda privata. Né
valgono, in proposito, gli appelli che taluno ha levato perché siano
"garantiti i figli e le donne": per quanto riguarda la donna, essa è
un soggetto libero e consapevole, come il suo "partner", e quindi non
si vede da che cosa debba essere protetta; in quanto al figlio di una coppia di
fatto, esso non viene affatto discriminato, e paga esclusivamente le
conseguenze della leggerezza dei propri genitori; i quali, se lo desiderano,
possono semplicemente regolarizzare la loro posizione contraendo matrimonio.
Del resto, se le coppie di fatto acquisissero un qualche valore legale, a che
servirebbe il matrimonio civile?
EMMANUELE
FONTE: Da i quaderni del Timone; AUTORE: Mario
Palmaro; TITOLO: Matrimonio e famiglia; EDITORE: Edizioni Art.
prima parte
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