mercoledì 30 aprile 2014

LEGGI CONTRO LA FAMIGLIA PARTE 2



c) L'aborto legale

            Ulteriore colpo mortale alla famiglia è venuto con la legalizzazione dell'aborto procurato, avvenuta in moltissimi Paesi ( in Italia con la legge 194 del 20 maggio 1979). Leggi che hanno aperto la strada ad una lunga scia di morti nel corpo(3 milioni e mezzo di bambini abortiti) e nell'anima (le donne che hanno praticato l'aborto, che non di rado vivono nella disperazione il rimorso per quanto fatto).

            L'uccisione del nascituro nel grembo di una donna - fatta salva la possibilità di un cammino di conversione che Dio non nega a nessun peccatore - è una delle principali minacce alla sussistenza stessa della famiglia, luogo di accoglienza e rispetto della vita per definizione. 

d) La legalizzazione della fecondazione artificiale (FIVET)

          Questa legalizzazione costituisce un completamento dell'opera di smantellamento dell'istituto familiare, per più motivi: 

1) Le coppie di fatto possono accedere alla Fivet: chi certificherà l'effetiva esistenza di un vincolo fra i due?  Perché allora non ammettere all'adozione anche le coppie di fatto? la risposta è evidente: nella Fivet non sono gli adulti a collocarsi in "funzione" del bambino, ma è il figlio che "serve" agli adulti per soddisfare un desiderio - spesso di tipo consumistico- sentimentale - al figlio. Il figlio è qui trattato come una cosa, come dimostrano le modalità stesse della tecnica di laboratorio, che prevedono la manipolazione dell'embrione, proprio come si trattasse di un pacco senza valore, e che sviliscono l'amore fra uomo e donna  sostituendo le mani del tecnico al naturale abbraccio coniugale.

2) In tal senso si manifesta la connaturale illiceità di ogni fecondazione artificiale, omologa o eterologa che sia: nel capovolgere il rapporto fra genitori e figli in nome di una vera e propria "maternità narcisistica": i figli sono generati in funzione dei genitori.

3) La conseguenza più immediata di questo fatto è che la sacralità della vita dei figli non sussiste più, perché il loro valore è funzionale e relativo al vuoto esistenziale dei genitori. Attese idolatriche che verranno quasi certamente deluse dai figli, perché normalmente i figli hanno desideri e "idolatrie" assai diverse da quelle dei loro genitori.

4) Per questo motivo fra aborto procurato e fecondazione artificiale esiste un rapporto strettissimo, un'origine comune. Innanzitutto, perché ogni Fivet provoca decine di vittime innocenti; ma anche perché si attiva il passaggio della cultura nella quale la donna "genera i figli per loro" a quella in cui la donna "genera i figli per sé". Per cui si accettano figli solo se e nella misura che la cultura dominante fa ritenere sopportabile: qualche anno fa due figli; adesso uno solo per famiglia... Ma, nello stesso tempo, averne almeno uno è un'esperienza da fare assolutamente, anche quando la natura la renderebbe impossibile.

e) Il riconoscimento delle coppie di fatto

            L'ultima aggressione alla famiglia in ordine di tempo è rappresentata dalla richiesta, fattasi sempre più incessante negli ultimi tempi, di dare un riconoscimento legale alle coppie che convivono "more uxorio". Secondo i dati Istat del 1997, in Italia le coppie di fatto sono 316.000, poco più del 2% del totale. Tra loro, 162.000 hanno figli. Nel 1996, i figli nati fuori dal matrimonio sono quasi 44.000 (più dell'8% dei bambini nati). E' evidente che ci troviamo di fronte ad un assurdo logico e giuridico prima ancora che morale: se infatti una realtà è "di fatto", significa che non è presa in considerazione dal diritto di una comunità; qualora, invece, venisse in qualche modo riconosciuta, significherebbe che essa cesserebbe di essere "di fatto". 

            Nel caso delle coppie di fatto, i due adulti - uomo e donna - hanno scelto di non contrarre il vincolo neppure civilmente e hanno deciso di non volersi assumere quei doveri (pur così limitati, oggi) che derivano dalla legge. Ora, non si capisce perché queste persone dovrebbero ottenere un riconoscimento se hanno scelto di agire "come se lo Stato non esistesse", trasformando la famiglia - che è realtà "sociale" per sua natura - in una faccenda privata. Né valgono, in proposito, gli appelli che taluno ha levato perché siano "garantiti i figli e le donne": per quanto riguarda la donna, essa è un soggetto libero e consapevole, come il suo "partner", e quindi non si vede da che cosa debba essere protetta; in quanto al figlio di una coppia di fatto, esso non viene affatto discriminato, e paga esclusivamente le conseguenze della leggerezza dei propri genitori; i quali, se lo desiderano, possono semplicemente regolarizzare la loro posizione contraendo matrimonio. Del resto, se le coppie di fatto acquisissero un qualche valore legale, a che servirebbe il matrimonio civile?

EMMANUELE

FONTE:  Da i quaderni del Timone; AUTORE: Mario Palmaro; TITOLO: Matrimonio e famiglia; EDITORE: Edizioni Art.


prima parte

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari