Care amiche,
cari amici,
Il Presidente dei vescovi italiani
interviene con forza e puntualità sulla crisi che sta investendo l'Occidente,
denunciando l'individualismo laicista che ha sostituito le ideologie che
avevano dilacerato le nazioni occidentali nel Novecento.
Ma, soprattutto, l'arcivescovo di
Genova indica nella dittatura del gender il pericolo maggiore che
minaccia oggi la famiglia e in particolare il rapporto dei genitori con i
figli. Infatti, senza cadere nei soliti discorsi un poco generici che lasciano
le cose come stanno, il cardinale denuncia la diffusione nelle scuole italiane
di tre libretti chiaramente ispirati all'ideologia gender, che hanno lo
scopo di "educare alla diversità a scuola", come recita il titolo dei
testi, rivolti rispettivamente alla scuola elementare e alle secondarie, di
primo e di secondo grado.
Questi libretti portano la firma
della Presidenza del consiglio dei ministri (Dipartimento delle pari
opportunità), dell'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e
dell'Istituto A. T. Beck, al quale il governo italiano ha appaltato la
stesura dei testi e che risulta essere un organismo allineato all'ideologia dei
gruppi lgbt, lesbiche, gay, bisessuali e transessuali.
Tutto ciò chiama in causa anche il
governo, che dovrà chiarire di più e meglio di quanto fatto finora come intende
comportarsi di fronte a questa iniziativa di fatto ostile alla famiglia e
pericolosa per l'integrità dei giovani che il governo stesso ha promosso e
avallato. Le giustificazioni fornite finora non rassicurano e, soprattutto, la
diffusione dei libretti e dei corsi di educazione all'affettività ( di fatto
alla diffusione di una cultura gay e gender) sembra continuare. Per fare
due piccoli esempi: solo nelle ultime ore sono stato avvertito di un problema
di questo tipo sorto per una iniziativa a sostegno del gender del comune
di Arese (Mi) e sempre oggi incontrerò dei genitori di quattro scuole di
Treviso, i cui figli sono alle prese con lo stesso problema.
La relazione del card. Bagnasco mi sembra
interpellare soprattutto i genitori. Sono loro che devono prendere l'iniziativa
per difendere i loro figli. Devono informarsi, chiedere conto alla scuola dove
hanno iscritto i loro figli di quanto avviene, chiedendo che questi corsi
all'affettività siano sospesi oppure pretendendo sempre il contraddittorio,
cioè la presenza di educatori di loro fiducia.
Per fare questo però è necessario
che si organizzino, cioè che costituiscano con altri genitori dei comitati per
dire sì alla famiglia, per organizzare questa forma di resistenza magari dando
vita a una veglia delle Sentinelle in Piedi, di fronte al Comune, anche
per dimostrare alla classe dirigente politica e amministrativa, oppure davanti
alla scuola, per dimostrare la stessa cosa ai dirigenti scolastici, che
non possono fare quello che vogliono sulla pelle dei ragazzi perché c'è
qualcuno che controlla il loro operato.
Vogliamo affidare a Maria le parole
del card. Bagnasco, perché scuotano i genitori e li spronino a organizzarsi per
difendere l'integrità dei loro figli. Se non si preoccuperanno di educare i
loro figli, qualcun altro lo farà al loro posto.
FONTE: scritto da Marco Invernizzi
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