mercoledì 2 aprile 2014

IDEOLOGIA DEL GENDER



Care amiche, cari amici,

            Il Presidente dei vescovi italiani interviene con forza e puntualità sulla crisi che sta investendo l'Occidente, denunciando l'individualismo laicista che ha sostituito le ideologie che avevano dilacerato le nazioni occidentali nel Novecento.


            Ma, soprattutto, l'arcivescovo di Genova indica nella dittatura del gender il pericolo maggiore che minaccia oggi la famiglia e in particolare il rapporto dei genitori con i figli. Infatti, senza cadere nei soliti discorsi un poco generici che lasciano le cose come stanno, il cardinale denuncia la diffusione nelle scuole italiane di tre libretti chiaramente ispirati all'ideologia gender, che hanno lo scopo di "educare alla diversità a scuola", come recita il titolo dei testi, rivolti rispettivamente alla scuola elementare e alle secondarie, di primo e di secondo grado.

            Questi libretti portano la firma della Presidenza del consiglio dei ministri (Dipartimento delle pari opportunità), dell'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e dell'Istituto A. T. Beck, al quale il governo italiano ha appaltato la stesura dei testi e che risulta essere un organismo allineato all'ideologia dei gruppi lgbt, lesbiche, gay, bisessuali e transessuali.

            Tutto ciò chiama in causa anche il governo, che dovrà chiarire di più e meglio di quanto fatto finora come intende comportarsi di fronte a questa iniziativa di fatto ostile alla famiglia e pericolosa per l'integrità dei giovani che il governo stesso ha promosso e avallato. Le giustificazioni fornite finora non rassicurano e, soprattutto, la diffusione dei libretti e dei corsi di educazione all'affettività ( di fatto alla diffusione di una cultura gay e gender) sembra continuare. Per fare due piccoli esempi: solo nelle ultime ore sono stato avvertito di un problema di questo tipo sorto per una iniziativa a sostegno del gender del comune di Arese (Mi) e sempre oggi incontrerò dei genitori di quattro scuole di Treviso, i cui figli sono alle prese con lo stesso problema.

            La relazione del card. Bagnasco mi sembra interpellare soprattutto i genitori. Sono loro che devono prendere l'iniziativa per difendere i loro figli. Devono informarsi, chiedere conto alla scuola dove hanno iscritto i loro figli di quanto avviene, chiedendo che questi corsi all'affettività siano sospesi oppure pretendendo sempre il contraddittorio, cioè la presenza di educatori di loro fiducia.

            Per fare questo però è necessario che si organizzino, cioè che costituiscano con altri genitori dei comitati per dire sì alla famiglia, per organizzare questa forma di resistenza magari dando vita a una veglia delle Sentinelle in Piedi, di fronte al Comune, anche per dimostrare alla classe dirigente politica e amministrativa, oppure davanti alla scuola, per dimostrare la stessa cosa  ai dirigenti scolastici, che non possono fare quello che vogliono sulla pelle dei ragazzi perché c'è qualcuno che controlla il loro operato.

            Vogliamo affidare a Maria le parole del card. Bagnasco, perché scuotano i genitori e li spronino a organizzarsi per difendere l'integrità dei loro figli. Se non si preoccuperanno di educare i loro figli, qualcun altro lo farà al loro posto.

FONTE: scritto da Marco Invernizzi

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari