mercoledì 7 gennaio 2015

LA CRISI ATTUALE



AL CUORE DELLA CRISI ATTUALE: LA RIVOLUZIONE ANTROPOLOGICA.

            Le cronache quotidiane - forse sarebbe meglio dire le cronache <<orarie>>, visto il diffondersi dei notiziari televisivi <<24 ore su 24>> - ci sommergono d'informazione e di commenti più o meno ampi, in un autentico tsunami, il cui effetto ultimo, mediamente, è quello di frastornare, sconcertare e disorientare lo spettatore e l'ascoltatore.

 Non si tratta solo della qualità di dati e d'immagini che ci piovono addosso: è anche il <<taglio>> con cui essi vengono confezionati e la frequenza e la ripetitività con cui sono propagati. Di norma, a <<bucare>> la pagina o lo schermo sono le notizie più eclatante per <<magnitudine>> o per lo status delle persone e delle autorità coinvolte: gli scandali e le <<fughe in avanti>> di qualunque tipo: morale, scientifico, legislativo, criminale, in una escalation che privilegia sempre l'eccesso, ciò che è orrido, clamoroso rispetto all'ordinario, trasgressivo se confrontato con il <<normale>>. E in genere ciò che colpisce e che s'imprime con maggior forza sono i titoli, gli <<strilli>>, i sottotitoli, piuttosto che i contenuti. Non è una novità che il male fa rumore, mentre il opera in silenzio: però, quello cui assistiamo è veramente una forma di censura - quando non di persecuzione - mediatica del bene e la simmetrica apoteosi di tutto ciò che è sordido, infimo, bruto, che smuove non le zone <<nobili>> della personalità umana, ma i suoi <<bassifondi>>, la dove l'uomo razionale confina con l'uomo di Neanderthal e il vir con l'homo.

            Vi è però da dire che non si tratta soltanto di una deformazione voluta, anche se per certo quanto accennato rientra in un disegno non casuale, alle cui radici il buon senso - e non letterature fantasiose - ci suggerisce stiano persone in carne e ossa, forse non <<complottisti occulti>>, ma di sicuro circoli potenti interessati a far evolvere il mondo in un certo modo e in una determinata direzione, quella in cui non trovano più spazio visioni filosofiche, antropologiche e sociologiche di tipo teistico-organico come quelle che la civiltà cristianità ha conosciuto per secoli, anche se dal 1789 hanno iniziato a declinare.

            E' la condizione reale e concreta del nostro popolo e delle nostre società, a Occidente come a Oriente, a Nord come a Sud, a essere profondamente malata e a produrre quegli epifenomeni negativi che poi vanno ad affollare in maniera abnorme le cronache.

            Una condizione di meccanismo scivolamento lungo un piano inclinato che ai nostri giorni sta assumendo caratteri di rotolamento, se non di frana e di valanga. Non che questo slittamento, come avviene in natura, non produca moti di segno contrario: tuttavia i riflussi, i coaguli in senso contrario al mainstream, che si creano ai margini, sono forse in grado talora di rallentare la corrente, ma non di bloccare, né, tanto meno, d'invertire il trend.

            Non è questione di vedere le cose in maniera pessimistica - il pessimista è colui che vede solo e sempre gli aspetti negativi di una situazione - né d'indossare i panni di quei <<profeti di sventura>> criticati da Papa san Giovanni XXIII (1958-1963) nel discorso di apertura del Concilio Vaticano II (1962-1965). Si tratta invece di essere realisti, di prendere atto, sulla base di una informazione oggettiva e non esigua, di quello che accade veramente, di come si configura in concreto la condizione presente e di valutarla razionalmente e serenamente, confrontandola con uno standard di normalità che riflette non quello che ci piace di più, né situazioni idealizzate - <<quando ero piccolo>> o <<quando ero giovane>>... -, bensì con un insieme di principi e di valori che <<si addicono>> alla creatura umana nella prospettiva del suo sviluppo armonico, come persona e come collettività, e del suo destino ultimo e trascendente.

            L'articolo prosegue cercando di vedere <<che ora è>>, quali sono i problemi <<dell'ora presente>> e a descrivere i caratteri principali del momento attuale. Si possono estrapolare un paio di concetti come segue: 

1) ...alcuni ultrapotenti regneranno su una massa anomica e indifferenziata d'individui, un pò come nelle tragiche profezie <<laiche>> protonovecentesche di George Orwell, di Aldous Huxley e di don Robert Hugh Benson particolarmente apprezzato da Papa Francesco.

2) ... la Rivoluzione protestante del secolo XVI, che spacca la Cristianità e introduce l'individualismo e la democrazia nella società religiosa.

            Oggi siamo alla fine, agli esiti ultimi, della quarta fase e forse ultima di questo processo, una fase che si è aperta con l'affiorare del nichilismo individualistico e del decostruttivismo filosofico e sociale negli anni intorno al 1968.

            Ai nostri giorni tutto quello che è desiderio individuale, vero o presunto, benefico o nocivo al singolo, favorevole al bene collettivo od ostile, viene trasformato in diritto e, quindi, in leggi, indipendentemente dal fatto che quel desiderio appartenga a una minoranza, talora insignificante, e che metta a repentaglio istituti essenziali per la vita sociale o vada a discapito dei diritti delle maggioranze.

            In primis, il declino della presenza del dato religioso nello spazio pubblico si è spinto ormai quasi ovunque allo stadio dell'insignificanza.

            Pillole contraccattive-abortive; educazione sessuale nelle scuole anche dell'infanzia; teoria del gender; divorzio breve; famiglie di fatto; diritto all'aborto; manipolazioni degli embrioni; legge n. 40 del 2004; matrimoni omosessuali; diritto all'eutanasia e al suicidio assistito: Il <<solvante>> utilizzato per instaurare tutti questi <<diritti>> è sempre il medesitmo: la libertà-uguaglianza intesa in senso radicale.

            L'altro dato che affiora è che tutto ciò avviene in un contesto di dilatazione della sfera pubblica e di <<asciugatura>> o d'irrigidimento delle normali prassi democratiche. 

            Sotto il primo aspetto, non si può non osservare come lo Stato avanzi ovunque a danno della società.

            Nel contempo - secondo punto - le regole democratiche sono sempre più spesso violate o forzate tanto da soluzioni governative dirigistico-tecnocratiche, quanto dalla protervia di maggioranze parlamentari fittizie create dalle regole elettorali.

EMMANUELE
FONTE: Titolo: Al cuore della crisi attuale: la rivoluzione antropologica; Autore: Oscar Sanguinetti; Articolo tratto dalla rivista Cristianità, organo ufficiale di Alleanza Cattolica

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