La determinazione del numero dei
libri, che costituiscono le Sacre Scritture ebraiche e cristiane, è avvenuta
attraverso l'illuminazione dello Spirito all'interno della Chiesa e ha avuto la
sua formulazione ufficiale nel <<canone>> , cioè nell'elenco dei
libri sacri.
E' chiamato <<canonico>> quel libro che viene
riconosciuto dalla Chiesa, o anche dalla Sinagoga, come ispirato da Dio, quindi
contenente la parola di Dio. Contraddistingue un libro canonico l'ispirazione:
essa fa si che quel testo abbia come autore Dio, insieme all'uomo.
L'Antico testamento della Bibbia
ebrea e protestante è diverso da quello della Bibbia Cattolica. Ma ci sono
trentanove libri comuni a tutte e tre le bibbie che si chiamano
<<canonici>> cioè <<norma, regola>>.
I sette libri, prima dei trentanove,
e cioè Tobia, Giuditta, 1 e 2 Maccabei, Baruc, Siracide e Sapienza i cattolici
li chiamano <<deuterocanonici>>.
La traduzione greca della Bibbia si
chiama dei Settanta che veniva usata dai primi predicatori cristiani nei primi
due secoli.
Secondo Lutero i libri dei Maccabei
non appartenevano alla Scrittura e li lasciarono fuori dalla sua Bibbia scritta
in tedesco, nacque così la differenza tra Bibbia cattolica e protestante.
EMMANUELE
FONTE:
Titolo: Nuova guida alla Bibbia; Autore: Gianfranco Ravasi; Editore: San Paolo
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