Chi gode del potere tende sempre più
di frequente a <<saltare>> o a coartare le regole della democrazia
moderna, in quanto fattore di freno dei processi decisionali, per a dire alle
vie <<brevi>>.
Si tratta di governi, ma anche di altre entità: la
Commissione Europea, le autorità finanziarie comunitarie, le corti di giustizia
internazionali e nazionali o lo stesso parlamento di Strasburgo. Nessuno di
questi organismi è retto da persone elette dal popolo o, quanto meno, elette a
ragion veduta, sulla scorta di curricula e di programmi. Chi sa chi sono e che
cosa andranno a fare a Strasburgo i candidati del proprio collegio alle
prossime elezioni europee? Credo ben pochi.
Vi sono soggetti minori, emanazione
di organi istituzionali, come l'UNAR, l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni
Razziali, organo dipendente dalla presidenza del Consiglio, le varie authority
e le grandi agenzie burocratiche, che dettano leggi e impongono balzelli senza
che il cittadino riesca a opporsi in alcun modo. E, per inciso, queste
<<corporazioni>> - senza alcuna confusione con quelle di
<<arti e mestieri>> medioevali - vanno a costituire un blocco, un
enorme coagulo refrattario a ogni cambiamento migliorativo, che va a saldarsi
con i <<poteri forti>> privati, i grandi centri d'interesse
finanziario ed economico, ai quali, occorre, per vivere, il perpetuarsi di uno
status quo in cui i propri privilegi siano salvaguardati.
Così pure ci si fa sempre meno
scrupolo di violare la libertà di religione, di coscienza e di manifestazione
del pensiero, che sono i cardini di tutte le costituzioni politiche
dell'Occidente moderno, dagli Stati Uniti all'Italia. E' un fatto che
determinate forze progressiste, che hanno sfruttato il diritto-dovere della
discussione a tutti i livelli per portare avanti le loro agende dissolutrici,
oggi rifiutano il confronto e brigano presso i parlamenti per
<<blindare>> le iniziative legislative da esse ispirate e per
estenderle da ogni onere di confronto, mettendo al bando legalmente,
criminalizzando cioè, le opinioni diverse e le visioni alternative.
E queste tendenze trovano alimento
nella formidabile e drammatica manipolazione dell'opinione pubblica operata
dall'apparato <<mass-mediatico>>, che strepita quando si tratta di
presunti <<diritti civili>> e poi tace od omette o deforma le
notizie di sempre più frequenti violazioni, anche clamorose, dei diritti delle
maggioranze. Un apparato prolisso, opportunistico, elusivo, deformante, nonché,
in schiacciante maggioranza, colluso con le agende delle lobby progressiste.
Soprattutto crisi antropologica e
morale. Crisi che viene dal di fuori, ma che nasce anche dal di dentro, germina
sul calo morale prodotto dall'azione ideologizzata e dalla carenza di
responsabilità degli organi di acculturamento di massa, dal crescente
secolarismo e dalla diseducazione religiosa ed etica delle nuove leve.
E la crisi è aggravata dall'azione
senza scrupoli d'interessi economici ai limiti dell'immoralità, come la
diffusione indiscriminata di centri e apparecchiature per il gioco d'azzardo e
lo spaccio inarrestato di sostanze stupefacenti <<leggere>> e
<<pesanti>>, come pure il dilagare, ormai endemico e ambientale
grazie alle nuove tecnologie <<personali>> e
<<mobili>>, della più degradante pornografia.
Non è un osservatore dominato dal
pessimismo a comporre il quadro che ho tracciato e a trarne le conclusioni che
ho tratto. Il recente Rapporto 2014 sull'Italia redatto dell'Eurispes -
l'Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali, fondato e presieduto da Gian
Maria Fara - esordisce con due righe relativamente scioccanti: <<Un
fantasma si aggira per il nostro Paese, E' la sub-cultura del declino e della
decadenza, figlia del nichilismo che sembra ormai pervadere le istituzioni e le
coscienze dei nostri concittadini.
Concludendo, dunque, quello in cui
versano - e non da ieri - L'Italia e i Paesi dell'Occidente in generale non è
un frangente dei più brillanti. Tutti i fenimeni sommariamente descritti
concorrono a configurare una condizione di <<vecchiaia>> di tutto
un mondo, che sta rapidamente avvicinandosi al suo esito estremo e fatale. Alla
senescenza non si può porre rimedio: la si può solo mascherare, ma, in genere,
lo spettacolo che ne risulta non è dei più attraenti. L'Occidente, roso dalla
modernità dissolutrice, muore. Davanti a questo epilogo, che coinvolge tutti,
chi se ne rende cinto può pregare e combattere doverosamente le battaglie che
ancora si accendono, soprattutto però pensando al domani, cercando
d'intercettare i segnali di rinascita, le aree di tessuto sociale ancora
indenni - quegli spezzoni dell'<<antico regime>> ancora
utilizzabili come materiali per la nuova costruzione, così come il Medioevo si
è edificato utilizzando le rovine di Roma - oppure, per ragioni provvidenziali,
rigeneratesi, vale a dire le persone per le quali la vita ha ancora un senso e
un progetto, quindi, su queste <<pietre di scarto>>, gettare le
basi per la rinascita di una civiltà <<a misura d'uomo e secondo il piano
di Dio>> - come insegnava il santo Pontefice Giovanni Paolo II
(1978-2005) -, che è già esistita e non occorre inventare - come insegnava un
altro Pontefice santo, Pio X (1903-1914) - dove le derive suicide e omicide di
una certa modernità autoreferenziale e dissolutrice non abbiano più
cittadinanza.
EMMANUELE
FONTE:
Titolo: Al cuore della crisi attuale: la rivoluzione antropologica; Autore:
Oscar Sanguinetti; Articolo tratto dalla rivista Cristianità, organo ufficiale
di Alleanza Cattolica
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