domenica 11 gennaio 2015

SOLIDARIETA' E BENE COMUNE



L'uomo come essere sociale

            La vita di relazione, cioè l'esercizio della socialità, è necessaria all'esistenza dell'uomo. La sua centralità si manifesta sin dal concepimento, nella dipendenza assoluta dell'embrione dalla madre. Dopo la nascita, il bambino vive e sviluppa la propria identità grazie alla comunità familiare. In seguito saranno la comunità civica, la scuola, la comunità economica e politica a consentirgli di conseguire gli obiettivi che superano le sue capacità individuali e a sviluppare le sue doti personali.

            Grazie alle relazioni sociali instaurate  mediante le scelte decise di volta in volta, l'uomo mette in gioco e realizza la propria ragione e la propria libertà, cioè le caratteristiche che lo qualificano come persona. In questa dinamica di partecipazione alla vita comunitaria, espressa dalle responsabilità familiari, economiche, sociali e politiche assunte, l'uomo può fare esperienza del rapporto d'implicazione esistente tra il suo bene personale e il bene comune.

            La scoperta di questa relazione profonda mette in luce la responsabilità di partecipare alla costruzione del bene comune, secondo la funzione che ciascuno svolga all'interno della società e secondo le proprie capacità, ricercando, attraverso la partecipazione, l'inclusione di ogni persona, nella consapevolezza che non può esistente un bene di tutti che non sia contemporaneamente bene di ciascuno. Dalla partecipazione responsabile e generosa nasce un popolo: <<In ogni nazione, gli abitanti sviluppano la dimensione sociale della loro vita configurandosi come cittadini responsabili in seno ad un popolo, non come massa trascinata dalle forze dominanti. Ricordiamo che "l'essere fedele cittadino è una virtù e la partecipazione alla vita politica è un'obbligazione morale". Ma diventare un popolo è qualcosa di più, e richiede un costante processo nel quale ogni nuova generazione si vede coinvolta. E' un lavoro lento e arduo che esige di volersi integrare e di integrare a farlo fino a sviluppare una cultura dell'incontro in una pluriforme armonia>> (Evangelii Gaudium,220).

Il senso ultimo della solidarietà

            In questa prospettiva la solidarietà, centrata sul primato della persona umana e sul suo essere sociale, si rivela come l'unica strada per il definitivo superamento del conflitto tra individuo e collettività attraverso il principio secondo cui <<l'unità è superiore al conflitto>>; <<Per questo è necessario postulare un principio che è indispensabile per costruire l'amicizia sociale: l'unità è superiore al conflitto. La solidarietà, intesa nel suo significato più profondo e di sfida, diventa così uno stile di costruzione della storia, un ambito vitale dove i conflitti, le tensioni e gli opposti possono raggiungere una pluriforme unità che genera nuova vita. Non significa puntare al sincretismo, né all'assorbimento di una nell'altro, ma alla risoluzione su di un piano superiore che conserva in sé le preziose potenzialità delle polarità in contrasto>> (Evangelii Gaudium, 228).

            La solidarietà diventa qui qualcosa di più che una politica sociale. Diventa la prospettiva stessa del nostro vivere in società, l'aspetto che continuamente ci ricorda il motivo ultimo per cui esiste la comunità politica.

EMMANUELE
FONTE: rivista IL TIMONE

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