sabato 17 gennaio 2015

PAPA FRANCESCO: DA BENSON A CHESTERTON



           Il 28 novembre 2014, ancora a Casa Santa Marta, il Papa aveva mostrato quali sono le tremende conseguenze del relativismo che diventa <<pensiero unico>>, collegandole all'azione del demonio nei tempi ultimi e alludendo di nuovo al romanzo "Il padrone del mondo", laddove ci mostra l'azione dei poteri forti manovrati dall'Anticristo negli ultimi giorni.
       <<Sarà la desolazione della abominazione [Daniele 9,27,] - ha detto Papa Francesco - Cosa significa quello? Sarà come il trionfo del principe di questo mondo, la sconfitta di Dio. Lui sembra che in quel momento finale di calamità s'impadronirà di questo mondo>>, diventando così davvero il <<padrone del mondo>>. Come Daniele nella Bibbia, quando l'Anticristo va al potere il cristiano è condannato soltanto per aver adorato Dio; e <<la desolazione della abominazione>> si chiama <<divieto di adorazione>>. Quello mostrato nel Libro di Daniele è un tempo che secondo il Papa assomiglia tanto al nostro: <<Non si può parlare di religione, è una cosa privata>>; i segni religiosi andavano tolti e bisognava obbedire agli ordini che venivano <<dai poteri mondani>>. Si potevano <<fare tante cose, cose belle, ma non adorare Dio>>, era vietato.

            Attenzione, ha detto il Pontefice: questo non riguarda solo chi vive in pochi paesi totalitari, riguarda tutti noi. <<I cristiani che soffrono tempi di persecuzioni, tempi di divieto di adorazione, sono una profezia di quello che accadrà a tutti>>.

            Senza paura, da discepoli del Signore che ha vinto il demonio e il mondo una volta per tutte, Papa Francesco ci invita a riflettere su <<questa apostasia generale, che si chiama divieto di adorazione>>. E a fare uno dei consueti esami di coscienza che ci propone spesso:<<"Io adoro il Signore? io adoro Gesù Cristo il Signore? O un po' metà e metà, faccio il gioco del principe di questo mondo?". Adorare fino alla fine, con fiducia e fedeltà, è la grazia che dobbiamo chiedere>>.

            Dopo Benson, va segnalato anche la valorizzazione di Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) nella predica di Casa Santa Marta del 5 dicembre 2013, a pochi mesi dall'annuncio da parte di mons. Peter John Haworth Doyle, vescovo di Northampton, dell'avvio dell'indagine preliminare per iniziare la causa di beatificazione del grande scrittore inglese, convertito dalla comunità anglicana al cattolicesimo.

            Il Papa ha evocato una nozione chiave di Chesterton, quella delle <<parole cristiane impazzite>>. Il mondo moderno usa spesso parole di origine cristiana - compassione, misericordia, perdono - ma, sganciandole dalla loro radice, ne rovescia il significato. <<Una parola è forte, dà vita - ha detto -, può andare avanti, può tollerare tutti gli attacchi se questa parola ha le sue radici in Gesù Cristo>>. Invece <<una parola cristiana, che non ha le sue radici vitali nella vita di una persona, in Gesù Cristo, è una parola cristiana senza Cristo! E le parole cristiane senza Cristo ingannano, fanno male!>>

             Chesterton, ha ricordato Papa Francesco, <<parlando delle eresie diceva che un'eresia è una verità, una parola, una verità che è diventata pazza>>. E' proprio così, ha spiegato il Pontefice: <<Quando le parole cristiane sono senza Cristo incominciano ad andare sul cammino della pazzia>>: <<Una parola cristiana senza Cristo ti porta alla vanità, alla sicurezza di te stesso, all'orgoglio, al potere per il potere. E il Signore abbatte queste persone >>.

            Il Signore è molto severo con le <<[...] persone che soltanto vanno dietro una parola, ma senza Gesù Cristo>>. Persone vittima della mondanità spirituale che fanno opere che sembrano buone, e magari coltivano anche una certa povertà materiale, <<ma senza Gesù Cristo, senza il rapporto con Gesù Cristo, senza il rapporto con Gesù Cristo, senza la preghiera con Gesù Cristo, senza il servizio a Gesù Cristo, senza l'amore a Gesù Cristo>>. La pagina di Chesterton ci invita precisamente a <<[...] dire parole cristiane in Gesù Cristo, non senza Gesù Cristo>>. Altrimenti pronunciamo <<[...] parole che, crederci potenti, finiscono nella pazzia della vanità, nella pazzia dell'orgoglio>>.

EMMANUELE
FONTE: Titolo: Contro il <<Padrone del mondo>> Papa Francesco da Benson a  Chesterton; Articolo tratto dalla rivista Cristianità n. 371, organo ufficiale di Alleanza Cattolica

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