Il 28
novembre 2014, ancora a Casa Santa Marta, il Papa aveva mostrato quali sono le
tremende conseguenze del relativismo che diventa <<pensiero unico>>,
collegandole all'azione del demonio nei tempi ultimi e alludendo di nuovo al
romanzo "Il padrone del mondo", laddove ci mostra l'azione dei poteri
forti manovrati dall'Anticristo negli ultimi giorni.
Attenzione, ha detto il Pontefice:
questo non riguarda solo chi vive in pochi paesi totalitari, riguarda tutti
noi. <<I cristiani che soffrono tempi di persecuzioni, tempi di divieto
di adorazione, sono una profezia di quello che accadrà a tutti>>.
Senza paura, da discepoli del
Signore che ha vinto il demonio e il mondo una volta per tutte, Papa Francesco
ci invita a riflettere su <<questa apostasia generale, che si chiama
divieto di adorazione>>. E a fare uno dei consueti esami di coscienza che
ci propone spesso:<<"Io adoro il Signore? io adoro Gesù Cristo il
Signore? O un po' metà e metà, faccio il gioco del principe di questo
mondo?". Adorare fino alla fine, con fiducia e fedeltà, è la grazia che
dobbiamo chiedere>>.
Dopo Benson, va segnalato anche la
valorizzazione di Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) nella predica di Casa
Santa Marta del 5 dicembre 2013, a pochi mesi dall'annuncio da parte di mons.
Peter John Haworth Doyle, vescovo di Northampton, dell'avvio dell'indagine preliminare
per iniziare la causa di beatificazione del grande scrittore inglese,
convertito dalla comunità anglicana al cattolicesimo.
Il Papa ha evocato una nozione
chiave di Chesterton, quella delle <<parole cristiane impazzite>>.
Il mondo moderno usa spesso parole di origine cristiana - compassione, misericordia,
perdono - ma, sganciandole dalla loro radice, ne rovescia il significato.
<<Una parola è forte, dà vita - ha detto -, può andare avanti, può
tollerare tutti gli attacchi se questa parola ha le sue radici in Gesù
Cristo>>. Invece <<una parola cristiana, che non ha le sue radici
vitali nella vita di una persona, in Gesù Cristo, è una parola cristiana senza
Cristo! E le parole cristiane senza Cristo ingannano, fanno male!>>
Chesterton, ha ricordato Papa Francesco,
<<parlando delle eresie diceva che un'eresia è una verità, una parola,
una verità che è diventata pazza>>. E' proprio così, ha spiegato il
Pontefice: <<Quando le parole cristiane sono senza Cristo incominciano ad
andare sul cammino della pazzia>>: <<Una parola cristiana senza
Cristo ti porta alla vanità, alla sicurezza di te stesso, all'orgoglio, al
potere per il potere. E il Signore abbatte queste persone >>.
Il
Signore è molto severo con le <<[...] persone che soltanto vanno dietro
una parola, ma senza Gesù Cristo>>. Persone vittima della mondanità
spirituale che fanno opere che sembrano buone, e magari coltivano anche una
certa povertà materiale, <<ma senza Gesù Cristo, senza il rapporto con
Gesù Cristo, senza il rapporto con Gesù Cristo, senza la preghiera con Gesù
Cristo, senza il servizio a Gesù Cristo, senza l'amore a Gesù Cristo>>.
La pagina di Chesterton ci invita precisamente a <<[...] dire parole
cristiane in Gesù Cristo, non senza Gesù Cristo>>. Altrimenti pronunciamo
<<[...] parole che, crederci potenti, finiscono nella pazzia della
vanità, nella pazzia dell'orgoglio>>.
EMMANUELE
FONTE: Titolo: Contro il
<<Padrone del mondo>> Papa Francesco da Benson a Chesterton; Articolo tratto dalla rivista
Cristianità n. 371, organo ufficiale di Alleanza Cattolica
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