venerdì 23 maggio 2014

L'IDENTITA' DI GENERE PARTE 3



Diventare ciò che si è

            Affrontiamo ora l'eterno dilemma: natura o cultura? l'identità personale è data una volta per tutte o si costruisce nel corso della propria vita? E' predefinita, senza possibilità di deviazione, o è una costruzione sociale? Bisogna accettare sempre e comunque quello che si è o siamo liberi di decidere ciò che vogliamo diventare? Siamo vincolati, legati ad un "progetto" o siamo noi i costruttori della nostra identità? Qual è l'influenza dell'ambiente nella costruzione dell'identità? Affrontare il problema in maniera dicotomica (questo o quello) non è il modo migliore per impostare il problema e cercare plausibili soluzioni.


            La natura è il principio, presente in ogni cosa (quindi anche nelle persone) che guida la sua crescita e il suo sviluppo. Si tratta, in altre parole, del progetto, ossia di ciò che le cose sarebbero se non ci fossero interferenze negative. Pensiamo ad una piantina di limone. La sua natura è sicuramente quella di produrre frutti; e non frutti qualsiasi, come mele o banane, bensì limoni. Quindi è "naturale", per la piantina di limone, produrre limoni; non sarebbe naturale, per una piantina di limoni, produrre ortaggi o frutti diversi dal limone. Dunque esiste una natura, ossia "qualcosa" (un principio, un progetto, un percorso) che stabilisce quali frutti debba produrre una piantina di limoni. Ma è assolutamente certo che la piantina di limoni produrrà limoni? Ovviamente no! La piantina di limoni produrrà limoni solo se riceverà luce e calore, se verrà innaffiata, se verrà liberata dai parassiti... ossia se le condizioni ambientali permetteranno alla sua natura di esprimersi.

            Esiste un progetto, che prevede che il bambino maschio cresca e diventi uomo, se si senta attratto dalle donne. Ma non è detto che questo progetto si compia: se qualcosa interferisce durante questo processo, il bambino può non sviluppare appieno la propria identità.

            Ognuno di noi, quindi, ha un'identità data; ma lo sviluppo pieno di questa identità è un processo lungo e faticoso, che dura tutta la vita. E non è esente da pericoli. Lo scopo della nostra vita, quindi è diventare ciò che già siamo, ossia realizzarci  pienamente, permettere a tutto il nostro potenziale di esprimersi. 

            I cristiani sanno anche quale sia il loro prototipo, il modello al quale tendere per realizzare pienamente la propria natura: Gesù. Siamo stati fatti a sua immagine e somiglianza, e la nostra piena realizzazione consiste nel conformarci a questo modello. Questo è il compito e il fine della nostra vita; questa è la nostra piena realizzazione.

Potenza e atto

            Per fare un altro esempio, potremmo dire che il pulcino è la gallina "in potenza". Noi abbiamo "potenzialmente la possibilità di diventare pienamente uomini e donne, ossia di conformarci pienamente al modello; non è detto che ciò accada, perché le condizioni ambientali potrebbero ostacolare o impedire la "attuazione" del progetto.

Il Signore degli Anelli

            Il sacrificio è una rinuncia volontaria necessaria per portare a termine il proprio compito; la rinuncia è fatta in vista di un bene più grande donato agli altri, un estremo gesto d'amore. Sembra paradossale, eppure la piena realizzazione del proprio compito richiede una rinuncia a sé stessi. Pare, insomma, che il vero viaggio, la vera battaglia, consista nell'autorealizzazione, nell'essere pienamente ciò che si è, nello svolgere fino in fondo il proprio compito. Questo compito richiede, per la propria realizzazione, un sacrificio; ma la ricompensa è graditissima.

EMMANUELE

FONTE:  Da i quaderni de "Il Timone"; AUTORE: Roberto Marchesini; TITOLO: L'identità di genere; EDITORE: Edizioni Art.

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