mercoledì 21 maggio 2014

L'IDENTITA' DI GENERE PARTE 2



Il piacere sessuale

            Può succedere che (esattamente come per il mangiare, il bere, il dormire ...) si confonda una caratteristica dell'azione con il suo scopo, ossia che si pensi che lo scopo della sessualità sia soltanto dare o provare piacere. In questo modo, tuttavia, non realizziamo noi stessi, ma cerchiamo nella sessualità qualcosa che allevii la nostra infelicità, dovuta proprio al fatto che non ci realizziamo pienamente. Può cominciare così un circolo vizioso che ci procura sempre più frustrazione, che noi cerchiamo di soffocare facendo ricorso al piacere sessuale, che ci procura altra frustrazione e cos' via.


            La stessa cosa accade anche con altre azioni naturali, se compiute esclusivamente per il piacere che danno. Ad esempio, mangiare dà piacere. Ma non serve soltanto a questo: serve anche a mantenerci in forze per svolgere le nostre attività. 

            Il reciproco dono di sé, come abbiamo detto, è infatti totale, esclusivo e definitivo; se la sessualità non ha queste caratteristiche non è dono, ma un modo per ottenere piacere attraverso l'altro.

            Non bisogna dimenticare una cosa fondamentale: il frutto del dono totale di sé attraverso la sessualità è la procreazione.

            Un atto sessuale che non sia totale ( come abbiamo visto) rischia fortemente di trasformarsi in uno sfruttamento dell'altro per ottenere piacere. 

            Come il piacere sessuale, tuttavia, anche la procreazione è solo l'esito della sessualità.

L'identità a tre livelli

            Ricapitolando, abbiamo visto come l'identità si costruisca attraverso tre livelli relazionali, cioè tre tipi di legami :

1) le relazioni che uniscono le varie componenti della persona umana e che ci permettono di vederla come inscindibile unità;

2) le relazioni che uniscono l'uomo ad altri uomini, e che permettono di riconoscere chi l'uomo sia;

3) la relazione dell'uomo con un fine, un modello, con qualcosa che lo trascende; solo a quest'ultimo livello relazionale l'uomo trova la sua piena identità e realizzazione.

Le tappe dello sviluppo della sessualità

Prima tappa: dal concepimento a 3 anni. In questa fase il bambino cerca di imitare il genitore del proprio sesso; si parla, infatti di polarizzazione sessuale di imitazione. E' in questo momento che si forma l'identità sessuale del bambino.

Seconda tappa: da 3 anni a 5 - 7 anni. In questa età si ha la seconda fase di polarizzazione sessuale sul piano psicologico. Si tratta di una fase particolarmente delicata ed importante, poiché il bambino scopre nel genitore omologo una figura non più soltanto da imitare, ma nella quale identificarsi: si parla, infatti, di polarizzazione sessuale di identificazione.

            Se il padre non si mostra accogliente nei confronti del figlio, o la madre non incoraggia il figlio ad avvicinarsi affettivamente al padre, il bambino potrebbe formarsi l'idea di non essere in grado, o all'altezza, di appartenere al genere maschile.

Terza tappa: da 7 anni a 11 anni. Le maggiori conquiste di questa fase avvengono sul piano razionale e relazionale : il ragazzo comincia a usare il pensiero con proprietà e aumenta l'interesse per la socialità, per gli altri.

Quarta tappa: da 11 anni a 16 anni. Una relazione affettiva profonda ed intima con i pari è, anzi, un grosso aiuto per lo sviluppo dell'identità di genere, e un fattore preventivo contro lo sviluppo di una omosessualità.
- La fase eterosessuale: l'altro sesso, in quanto "mistero", ossia realtà temuta e desiderata, diventa oggetto di desiderio: è la formazione dell'orientamento sessuale in quanto il desiderio, durante la fase adolescenziale, si connota sessualmente.

 Quinta tappa: da 16 anni a 21 anni. Se in questa fase dovessero svilupparsi un'attrazione sessuale nei confronti delle persone del proprio sesso (ossia l'omosessualità), è bene sapere che omosessuali non si nasce, e che è possibile cambiare.

Come si sviluppa l'identità di genere

            La mamma lo sostiene, ma lo incoraggia ad andare verso il padre, il quale è pronto ad accoglierlo. Se ciò non avviene, l'identità di genere del bambino può risultare gravemente ferita.

EMMANUELE

FONTE:  Da i quaderni de "Il Timone"; AUTORE: Roberto Marchesini; TITOLO: L'identità di genere; EDITORE: Edizioni Art.

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