L'Europa ci deve stare a cuore perché è la nostra seconda casa dopo l'Italia. Essa deve essere a misura d'uomo. Al centro di ogni politica europea ci deve essere l'uomo, con le sue caratteristiche antropologiche, con le sue esigenze individuali e sociali. Ma così com'è questa Europa non va bene. Non è l'Europa che volevano tre grandi uomini fondatori cattolici: De Gasperi, Schuman e Adenauer.
L'Europa di oggi è l'Europa
dell'Euro, della moneta unica, della finanza. Noi non siamo più padroni in casa
nostra. Perciò, in seguito a questa situazione nasce un risentimento
trasversale alle nazione europee nei confronti di un governo europeo non eletto
dai cittadini.
Presidente
della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Udine il professor Danilo
Castellano ha al suo attivo diverse pubblicazioni scientifiche sul tema
dell'Europa nei suoi aspetti giuridici e politici. Traggo dalla rivista IL TIMONE alcuni spunti dell'intervista fatta
appunto al prof. Castellano.
Uno dei primi concetti importanti è
che l'Europa ha smarrito IL BENE COMUNE.
C'è bisogno di ritrovare l'anima che è
greca, romana e cristiana.
L'Europa contemporanea è figlia del
protestantesimo applicato al cosiddetto <<mercato>>. Il
<<mercato>> porta alla dittatura dei poteri finanziari esercitati con
una tecnica sofisticata. La Brexit è un
segnale di insofferenza e di ribellione a questa Europa.
L'antieuropeismo del nostro tempo è
un fenomeno complesso. Esso, però, è anche segno di un disagio e di una
delusione. Disagio, perché l'UE non sa
"rispondere" alle vere esigenze della politica: ha rinunciato
a cercare il bene comune (vale a dire il bene proprio di ogni uomo in quanto
uomo e, perciò,comune a tutti gli uomini) e a "governare" secondo
questo criterio; delusione, perché popoli, già diseducati da decenni di consumismo, non vedono soddisfatte le loro
aspettative (animalesche). L'antieuropeismo, però, è anche la denuncia di
una mancanza: l'abbandono della ricerca
dell'autentico bene comune ha portato al materialismo dilagante.
E' necessaria, pertanto, una
"svolta": bisogna riscoprire le radici greche, romane e cristiane
dell'Europa. Insomma, bisogna ritrovare la sua "anima" senza la quale
funziona male o non funziona affatto il suo "corpo" (le sue
istituzioni).
Domanda: Un personaggio come
George Soros ha scritto in un libro che <<la sovranità nazionale è
diventata un valore, che solo gli stati prosperi si possono permettere>>.
E' questo il futuro dei nostri popoli?
Risposta: Soros, a questo proposito,
condivide una vecchia dottrina ma trasformata e "aggiornata". Bodin,
"sistematore" della teoria protestante della politica, diceva che
sovrano è colui che dipende unicamente
dal potere della propria spada. Oggi il potere della spada è esercitato
principalmente con la finanza globalizzata, non con gli eserciti. Dunque,
sovrano è chi è in grado di condizionare effettivamente mercati e Stati
attraverso le manovre fatte con gli strumenti finanziari.
Domanda: Europa: rilancio o
utopia?
Risposta: L'Europa va
"rilanciata" ma su altri presupposti rispetto a quelli sui quali ha
creduto di potersi fondare. L'illuminismo è entrato definitivamente in crisi.
Il "mercato" che si "autoregolamenta", ha mostrato il suo
volto brutale. L'Europa deve essere "civile".
Loke porta all'Europa dei
"nuovi diritti": divorzio, aborto, eutanasia, unioni civili,
eutanasia di Stato, "diritto soggettivo" all'incesto e via dicendo.
FONTE: IL TIMONE (Rivista di apologetica)
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