L'Ira
è il quarto dei sette vizi capitali. Troviamo la parabola che segue, nel Vangelo di
Matteo al paragrafo 21 del capitolo 5. Ma l'ira è anche una tentazione nella
quale si cade a volte abbastanza spesso. Qui è il maligno che ci fa scivolare
lungo questa china. Perciò armiamoci di pazienza, molta pazienza, e manteniamo
la calma e il nostro equilibrio per non commettere questo peccato, che potrebbe
portarci fino a distruggere relazioni affettive importanti, sopratutto
all'interno delle famiglie.
<<Avete inteso che fu detto
agli antichi: Non ucciderai; infatti
chi uccide è sottoposto al giudizio. Io invece vi dico: chiunque s'adira con il suo fratello sarà sottoposto al giudizio. Chi dice al suo fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio.
Chi dice: pazzo, sarà sottoposto al
fuoco della Geenna. Se dunque tu stai per deporre sull'altare la tua
offerta e là ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la
tua offerta davanti all'altare e và prima a riconciliarti con tuo fratello;
dopo verrai ad offrire il tuo dono.
Mettiti d'accordo con il tuo
avversario subito, mentre sei per via con lui, affinché l'avversario non ti
consegni al giudice, il giudice al carceriere e tu sia gettato in prigione. In
verità ti dico: non ne uscirai, finché non avrai pagato fino all'ultimo
quadrante>>.
FONTE:
Titolo: Vangelo e Atti degli Apostoli; Autore: Evangelista Matteo; Editore: San
Paolo
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