lunedì 7 novembre 2016

IL NOSTRO ANGELO CUSTODE 1



             
              E' dalla tradizione biblica e patristica, che sappiamo che ciascun essere umano ha un proprio Angelo. Basandosi anche su alcune parole di Gesù, i padri della Chiesa, come per esempio Basilio di Cesarea nel IV secolo dopo Cristo, scrivevano che <<ogni fedele ha al proprio fianco un Angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita>>.

          








           Troviamo in San Bernardo di Chiaravalle (morto nel 1153) un grande maestro e un apostolo insigne della devozione agli Angeli custodi. Per lui, essi sono dimostrazione "che il cielo non trascura nulla che ci possa giovare", per cui ci mette "a fianco quegli spiriti celesti perché ci proteggano, ci istruiscono e ci guidino".

            Comunque la Chiesa insegna che l'Angelo custode non può mai allontanarsi dal suo protetto, in quanto gli è stato posto a fianco per illuminarlo secondo la luce divina e per aiutarlo nel condurre la sua volontà e i suoi atti secondo questa luce. Gemma Galliani, la santa stigmatizzata di Lucca, scherzava spesso con il suo Angelo rivolgendosi a lui con un secco: <<Ma la finisce di spiarmi!>>, cui poi faceva seguire un luminoso sorriso. <<Gesù non mi ha lasciata sola, egli permette al mio Angelo custode di rimanere sempre con me>> si legge in un suo testo.

            Per compiere la propria missione, ovviamente l'Angelo custode ha bisogno della buona volontà e della partecipazione attiva del suo protetto. Poco potrà fare per un'anima che si chiude, col peccato, ai suoi consigli, o per quella che, priva del battesimo, è come sorda la sua voce. Se invece l'anima è disposto ad ascoltarlo, allora potrà ricevere da lui un aiuto nel ricercare il bene e nel rigettare il male. Senza però cadere nell'eccesso opposto, di sperare che il ricorso all'Angelo ottenga benefici che l'uomo può raggiungere da solo con il personale impegno, per esempio alla vigilia di un esame scolastico o durante il test per un concorso di lavoro ...
 
        Comunque, se l'Angelo normalmente non accorda aiuti che sarebbe possibile procurarsi con mezzi più consueti, egli può fornire all'intelligenza umana una capacità di comprensione maggiore del consueto. Agostino d'Ippona paragonava quest'azione all'apertura di una finestra che permette di distinguere con più chiarezza che cosa accade all'esterno.

FONTE: Titolo: Inchiesta sugli Angeli; Autore: Saverio Gaeta e Marcello Stanzione; Editore: Mondadori

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